lunedì 16 dicembre 2019

Si lavora il maiale per tradizione e storia culinaria.


E' arrivato il clima ideale per i cultori della carne di maiale lavorata tradizionalmente: zero termico e neve. Al piacere della lavorazione delle carni si aggiunge quindi quello della vista di un paesaggio incantevole coperto di una bianco e pulito manto di neve.

Il panorama da Lagune
L'avvenimento, un tempo un appuntamento obbligato in ogni casa, è divenuto però molto raro; sono pochi coloro che optano per una dieta ricca di carne di maiale e ancora meno sono quelli attrezzati per tale lavoro e conoscono l'arte del trattare al meglio il 'prodotto', un tempo irrinunciabile per ogni famiglia. Molti hanno forzatamente cessato l'attività appesantiti dagli anni e in pochissimi hanno raccolto il testimone e fatta loro un'arte antica, quanto quella dell'uomo allevatore. 

Fra queste poche eccezioni c'è il giovane sassese Simone Neri (al centro nella foto) , figlio d'arte poiché è stato allievo del padre Silvano e del 'mitico' mastro Guerrino. E l'arte di cui è divenuto titolare lo ha fatto divenire 'prezioso'. Quest'anno è stato chiamato anche a Lagune dalla famiglia Righi dove, con l'appoggio diligente di Mauro, Romano e Giorgio, ha riempito di insaccati le pertiche di fronte al camino, collocando per una prima 'asciugatura' salami e salsicce appena insaccati. 
Il tutto verrà riposto in un ambiente umido e arieggiato, predisposto alla migliore stagionatura. Infine sarà il piacere dei palati che avranno il privilegio di gustare il frutto del lavoro di 'Simone e soci', nell'attesa della neve dell'inverno successivo per la nuova 'avventura culinaria' .

Anche in parrocchia a Lagune l'appuntamento con piatti ricchi di carne di maiale è frequente. Avviene nelle ricorrenze più care ai parrocchiani, in quelle comunitarie e negli incontro di valenza collettiva. Qui i protagonisti sono Remo Tonelli, Franco Bendini  e Andrea Mantovani. 




La cottura della coppa

 

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