venerdì 29 novembre 2019

La caccia alla lepre finisce a pugni.

Lepri e fagiani la scampano, due cacciatori, padre e figlio, denunciati

Dal Comando Provinciale

I Carabinieri hanno denunciato due cacciatori italiani, padre e figlio di 56 e 30 anni, per concorso in lesioni personali aggravate e invasione di terreni. I fatti risalgono al 2 novembre scorso, quando i due cacciatori, residenti in altra provincia, si portarono, per una battuta di caccia alla lepre, nei campi di Via Savena Inferiore, nel Comune di Minerbio, unitamente a una squadriglia di cacciatori, sette in totale, tutti armati di fucile.

Foto di repertorio
Al loro arrivo, però, dopo aver parcheggiato le auto in zona, i cacciatori sono stati educatamente invitati a tornare indietro dalla titolare di un’azienda edile, perché il terreno, segnalato da cartelli stradali, fa parte di una proprietà privata che in passato avrebbe subito dei danni proprio a causa dei proiettili vaganti sparati dai cacciatori.
Inizialmente, la squadriglia torna indietro, ma la tentazione di entrare nel terreno, ricco di fauna selvatica autorizzata all’abbattimento, tra cui lepri e fagiani, è troppo forte, così ritenta l’ingresso nell’area proibita, ma s’imbatte nei parenti della donna, il marito 57enne e il figlio 35enne. Tra uomini, non ci sono discussioni, ma solo pugni e colpi inferti con i calcioli dei fucili che sono utilizzati come bastoni da parte dei due cacciatori, il 56enne e il figlio 30enne. Non tutti i cacciatori si uniscono alla scazzottata. La battuta di caccia termina con quattro persone ferite, fortunatamente non gravi, i parenti della donna e i due cacciatori denunciati dai Carabinieri. Viste le dinamiche dei fatti, i Carabinieri hanno proceduto anche al ritiro cautelativo delle armi.

3 commenti:

  1. La solita arroganza dei cacciatori!

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  2. Cosa dicono le leggi ed i regolamenti in merito? Potevano o no cacciare in quei terreni? Perchè l'arroganza potrebbe anche essere stata dei proprietari.

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