Tasse, etichetta, qualità, accordi di libero scambio, dazi e clima sono stati i temi discussi con il Governo (sono intervenuti assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini e al segretario generale Vincenzo Gesmundo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli) e con l’opposizione, Matteo Salvini, Lega.
Coldiretrti
scrive:
Il
premier, che ha firmato il patto del Parmigiano, ha annunciato due
giorni prima del Consiglio dei ministri, con all’ordine del giorno
la variazione del Def, che non ci saranno tasse per
l’agricoltura e soprattutto non si interverrà sul gasolio
agricolo per il quale era stato ipotizzato un aggravio delle accise
duramente contestato dalla Coldiretti perché si tratta di “Un
provvedimento che non porterebbe alcun beneficio immediato in
termini di utilizzo di energie alternative ma determinerebbe solo
aumento dei costi che peserebbe sulla competitività
dell’agroalimentare nazionale e costringerebbe semplicemente molti
pescatori, agricoltori e allevatori a chiudere la propria attività
con un devastante impatto ambientale soprattutto nelle aree interne
più difficili”.
Oltre
alla questione fiscale, il premier e i
ministri presenti hanno risposto a stretto giro su tutti i
dossier più caldi messi sul tavolo dal Presidente della Coldiretti,
Ettore Prandini. A partire dal Ceta (accordo Ue-Canada) che ha fatto
perdere in 6 mesi il 32% del mercato dei formaggi , e non solo.
Consente di importare carni di vitelli alimentati con farine
di sangue severamente vietate nella Ue. Sotto accusa anche gli altri
accordi siglati con Paesi che fanno lavorare anche i bambini.
E
poi i dazi Usa che rischiano di tradursi in una penalizzazione
per l’agroalimentare italiano assolutamente estraneo al
contenzioso che coinvolge le industrie aerospaziali peraltro neppure
italiane. Tema centrale l’etichetta con l’indicazione
dell’origine su tutti i prodotti ( Prandini ha invitato ad
approvare i decreti attuativi a partire da quelli sui suini
così si vedrà quanta mortadella è fatta con carni nazionali) per
dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto
consapevoli e i codici doganali che consentono a un
prodotto agricolo proveniente da un paese estero di diventare
italiano grazie all’ultima lavorazione avvenuta nel nostro Paese.
E
ancora le infrastrutture: bisogna favorire – ha spiegato Prandini
- il trasporto merci su ferrovia e investire sulle autostrade
del mare. Strategici anche gli investimenti sulle energie
rinnovabili come il biometano agricolo, la nuova frontiera
dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile. Inevitabile
il riferimento alla Pac . Oltre ad evitare tagli, nella riforma
non bisogna tener conto solo degli ettari, ma anche degli occupati
e delle modalità produttive perché non si possono mettere
sullo stesso piano i costi sostenuti dagli agricoltori italiani con
quelli della Romania che percentualmente incassano più del nostro
Paese.
Prandini
è tornato poi a sensibilizzare il Governo su alcune emergenze,
dalla cimice asiatica, che sta mettendo in crisi i frutteti,
alla fauna selvatica, in particolare i cinghiali che distruggono
raccolti e animali.
Infine
i marchi scippati all’Italia, con l’ultimo caso della Pernigotti
che si è rimangiata l’accordo sottoscritto o la Lactalis
che ha scritto agli allevatori conferenti e, nonostante un accordo
firmato, ha comunicato che non rispetterà il prezzo stabilito
perché troppo alto.
Dai
politici le prime riposte. Sull’etichetta , riferendosi anche alla
questione del codice doganale, il premier ha affermato che va
sempre indicata la provenienza del prodotto e ha dato garanzie
sull’emanazione del decreti applicativi per l’etichettatura di
tutti gli alimenti.
La
priorità, - ha dichiarato - è tutelare il Made in Italy in tutte
le sedi facendo leva su tracciabilità, sicurezza e qualità.
Riferendosi poi agli accordi di libero scambio ha sostenuto la
necessità che si ottenga sempre il rispetto della parità delle
condizioni, dei controlli efficaci e della reciprocità delle norme
su impatto ambientale, economico e sociale.
Sull’etichetta
con l’indicazione dell’origine Coldiretti ha incassato
anche le assicurazioni della ministra delle Politiche
agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova, che l’ha
indicata come la “sua prima battaglia politica”. Ha anche
annunciato un’ alleanza con la Francia per estendere la lista dei
prodotti con etichettatura obbligatoria. Un’azione che porterà
avanti con il ministero della Salute, perché “un euro di più
investito nella qualità equivale a un euro risparmiato nel
sistema sanitario nazionale”. La ministra ha anche garantito che
accelererà sul recepimento della direttiva Ue sul contrasto alle
pratiche commerciali sleali a cominciare dalle aste al doppio
ribasso che ha definito “caporalato in giacca e cravatta”.
Dalla
parte dell’etichetta trasparente si è schierato il ministro dello
Sviluppo economico che si è espresso a favore della massima
tracciabilità perché ha detto che non si può non conoscere quello
che i nostri figli mangiano. Patuanelli si è impegnato come Mise a
portare avanti l’iniziativa Coldiretti “Stopciboanonimo”. Un
contributo secondo il ministro potrà arrivare anche
dall’applicazione della tecnologia blockchain.
Capitolo
dazi Usa: il presidente del Consiglio ha garantito l’impegno
a fare tutto il possibile. Per Bellanova non devono pagare i nostri
agricoltori che hanno già dovuto sostenere un conto da 1 miliardo
per l’embargo russo.
Il
tema forte della prima giornata con lo sciopero dei giovani è
stato il clima. Con il riconoscimento del ruolo strategico
dell’agricoltura.
Conte
ha lanciato alla Coldiretti l’invito ad essere alleata del governo
per un Green new deal , per un’Italia più verde. “Voi – ha
detto rivolgendosi alla platea d ei coltivatori coldiretti
-avete nel Dna la cura del verde e dei territori. Ha dato dunque
atto al settore agricolo di essere protagonista di un nuovo modello
di sviluppo sostenibile con l’agricoltura biologica, per esempio,
che consente di trattenere nel suolo più sostanze e
garantisce maggior assorbimento di anidride carbonica.
E
infine un ringraziamento per il progetto per l’Africa di
Coldiretti, Bonifiche ferraresi, Consorzi agrari ed Eni, strategico
per l’agricoltura che così esprime un’incidenza nel quadro
geopolitico realizzando un progetto nel Nord Africa che consente ai
giovani africani di lavorare la loro terra e sfamare la loro gente.
Schierato
sulle posizioni Coldiretti anche l’ex ministro dell’Interno
Salvini, che riferendosi allo sciopero dei giovani per il clima ha
sottolineato che è un atto politico anche comprare italiano e ha
anche rilevato che c’è la convenienza dell’industria a vendere
prodotti genuini. Ha assicurato che sarà sempre dalla parte degli
agricoltori “ che certamente è un popolo non da reddito di
cittadinanza”. Così come ha espresso tutta la sua contrarietà a
nuove tasse agli agricoltori, agli accordi internazionali
mentre ha detto che bisogna intervenire sulla fauna selvatica. Sul
bilancio europeo ha tuonato: “per votare un documento che tagli i
fondi all’agricoltura dovranno passare sui corpi degli
europarlamentari della Lega”.
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