mercoledì 16 ottobre 2019

Campanello d'allarme alla Microcast di Sasso Marconi. Crisi di liquidità.

Operai davanti i cancelli della sede di un gruppo leader nel settore metallurgico, che da lavoro a 79 persone. I sindacati chiedono tavolo istituzionale

Riceviamo

Azienda senza liquidità finanziaria per pagare i fornitori, produzione al palo e lavoratori bloccati in un limbo di incertezza. Sono queste le ragioni che hanno portato i dipendenti della Microcast (ex Ats), azienda leader nel settore metallurgico, a scioperare ieri 15 ottobre per due ore davanti alla sede di Pontecchio Marconi, frazione di Sasso Marconi, in provincia di Bologna.
"Ci stiamo attivando per un tavolo istituzionale, vogliamo risposte concrete che finora non abbiamo avuto, la situazione continua da luglio", spiega Consuelo Mazzini della Fim-Cisl. A cui fa eco Caterina Bilotti della Fiom-Cgil che chiede chiarezza per i 79 dipendenti della sede bolognese: "Siamo qui, in protesta, per capire che cosa vuole fare la società 'da grande' e cosa vuole proporre ai lavoratori".
I sindacati avevano proclamato lo stato di agitazione permanente il 2 ottobre, dichiarando il blocco degli straordinari e un pacchetto di 30 ore di sciopero. L'azienda al momento non disporrebbe di liquidità necessaria per pagare i fornitori e permettere ai dipendenti di lavorare. "Continuano a dirci che ci sono problemi, ma verranno risolti", dice Mazzini di Fim-Cisl tuttavia "la situazione attuale non permette ai lavoratori ne' di vivere sereni ne' di lavorare: per questo chiediamo risposte nella maniera piu' urgente possibile". (Luc/ Dire)



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