Sollecitato da Dubbio
“È
la parola moderna con cui viene chiamato un fenomeno già noto,
quello del travestitismo”. È schietta Charlotte
Verniani
nello spiegare cos’è il “crossdressing“.
Del resto, sull’argomento ha scritto un libro, intitolato “Siamo
innocenti“,
con cui ha cercato di rompere il muro di silenzio attorno alla
condizione psicologica, fisica e sociale di quella che forse è la
meno conosciuta sfaccettatura dell’universo Lgbtqi+.
Per approfondire ulteriormente la questione, per fare in modo che la società e i professionisti (come psicologi, insegnanti e pediatri) conoscano questo universo, ma anche per rivendicare diritti, riconoscimento e protezione, sabato scorso, 26 ottobre, alla Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi si è tenuto il primo convegno italiano sul crossdressing, intitolato “Identità legittime – il diritto di ‘essere’, nuove frontiere della ‘libertà’“.
Per approfondire ulteriormente la questione, per fare in modo che la società e i professionisti (come psicologi, insegnanti e pediatri) conoscano questo universo, ma anche per rivendicare diritti, riconoscimento e protezione, sabato scorso, 26 ottobre, alla Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi si è tenuto il primo convegno italiano sul crossdressing, intitolato “Identità legittime – il diritto di ‘essere’, nuove frontiere della ‘libertà’“.
Il
convegno, che ha il patrocinio del Comune di Grizzana Morandi e della
Regione Emilia Romagna, è stato organizzato proprio da Charlotte,
una delle crossdresser più attive, e dall’associazione “La sedia
blu 2.0”. Il convegno prevedeva confronti dell’educatrice
professionale Susanna
Tartari, della
pediatra Nicoletta
Valdiserri,
della presidente della Commissione regionale per la Parità Roberta
Mori, moderati
dalla psicologa psicoterapeuta Tiziana
Giacalone e
dalla psicomotricista e assessora di Grizzana
Loretta Pinelli.
“Il crossdressing è
una necessità, un obbligo, non è una scelta, né una perversione
– spiega ai nostri microfoni Charlotte Verniani – Per chi nasce
maschio è il bisogno di esprimere la propria femminilità attraverso
l’abbigliamento, anche se ha una vita sociale normale, relazioni
eterosessuali, una famiglia, dei figli, un lavoro”.
La pulsione emerge sicuramente durante l’adolescenza, ma anche prima e, a differenza delle persone trans o omosessuali, non aiuta a chiarire bene un’identità di genere. Del resto, il binarismo in cui è costretta la definizione dell’identità di genere non agevola le persone crossdresser, sottoposte a forte pressioni sociali, con la costante paura di essere scoperte ed emarginate.
La pulsione emerge sicuramente durante l’adolescenza, ma anche prima e, a differenza delle persone trans o omosessuali, non aiuta a chiarire bene un’identità di genere. Del resto, il binarismo in cui è costretta la definizione dell’identità di genere non agevola le persone crossdresser, sottoposte a forte pressioni sociali, con la costante paura di essere scoperte ed emarginate.
Il
carico di ansia e tensione è una condizione che impedisce alle
crossdresser di vivere la loro dimensione con serenità
e, racconta Charlotte che per due anni si è infiltrata per
documentarsi nel settore del divertimento notturno, “può
capitare che ci siano persone senza scrupoli che si approfittano
delle crossdresser,
che le raggirino, estorcano loro soldi, le ricattino minacciando di
far sapere tutto alla famiglia, le isolino”.
Per questo motivo, è importante che arrivino riconoscimenti e diritti. Sia all’interno della sfera Lgbtqi+, sia per quanto concerne l’assistenza medico-psicologica e legale.
Per questo motivo, è importante che arrivino riconoscimenti e diritti. Sia all’interno della sfera Lgbtqi+, sia per quanto concerne l’assistenza medico-psicologica e legale.
Non ha senso una iniziativa del genere, in un posto del genere, a meno che si vogliano creare tribù isolate, in un luogo dove nessuno ascolta. La cacciata da Bologna delle diversità e delle povertà continua incontrastata.
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