venerdì 27 settembre 2019

Sasso Marconi. Approvato il regolamento per l'assegnazione di case popolari

Le unità immobiliari pubbliche del comune di Sasso Marconi sono 188, di cui 129 già assegnate, 9 assegnabili e 11 in manutenzione. Le altre unità hanno una cubatura inferiore al minimo di legge, per cui necessitano di un intervento di normalizzazione rilevante. Tutte le abitazioni sono gestite in concessione da Aacer, ad eccezione di 4, gestite direttamente dal Comune e utilizzate per gli interventi di emergenza. L'80 % degli assegnatari sono costituiti da famiglie italiane e il 20% a famiglie prive di cittadinanza italiana, ma di altri paesi anche dell'Unione Europea.
I dati sono stati forniti dall'assessore Marilena Lenzi in occasione della presentazione in Consiglio comunale del nuovo regolamento per 'l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica'.

La proposta adegua il regolamento di Sasso Marconi alle nuove direttive in materia dell'Unione Europea e alle leggi dello Stato italiano, ha spiegato l'assessore Lenzi. L'assegnazione viene affidata a una graduatoria fra i richiedenti stilata in base a un punteggio che si ricava da una serie di dati oggettivi, come, per esempio, la valutazione Isee, il numero dei componenti della famiglia ecc. Inoltre, e questa è la novità, il regolamento consente agli uffici comunali, in particolare ai servizi sociali, nei casi di incompatibilità o di difficoltà di gestione ( per esempio conflittualità fra due possibili assegnatari o fra residenti già assegnatari nello stesso stabile) di intervenire con una relazione ( mix sociale) nella quale gli uffici valutano le diverse situazioni e indicano il modo di procedere e su chi intervenire per un eventuale trasferimento o assegnazione diversa. La decisione è segreta e insindacabile.

Il punto non è stato contestato dalle opposizioni e quindi è certamente in linea con le nuove normative. Si sarebbe potuto obiettare la 'mancata trasparenza', ma evidentemente la delicatezza della materia e la volontà di consentire una soluzione il più possibile indolore, ha consigliato il legislatore di affidarsi al Comune, in possesso dei dati necessari per una decisione equa e oggettiva.

Le opposizioni hanno invece posto l'accento sulla possibilità di 'abusi' sulla gestione delle emergenze messe in atto da chi immigrato da un altro comune alloggia nel paese da pochi mesi, si fa sfrattare per morosità e reclama un alloggio di emergenza superando così la 'graduatoria' (osservazione di Marco Mastacchi della lista Dimmi. La Lenzi ha spiegato che il tema è stato affrontato e tale 'abuso - truffa' viene scongiurato dalla clausola che prescrive un minimo di residenza nel comune di almeno 5 anni per ottenere l'emergenza . I Dimmi quindi si sono astenuti. Contrario invece Mauro Muratori della Lega il quale ha considerato inaccettabile che nell'assegnazione gli italiani non abbiano una preferenza respetto ai non italiani. E al suo voto contrario alla proposta ha fatto seguire un comunicato in cui scrive: “ Il regolamento, basato sulla legge regionale, contiene, a cascata, una direttiva europea che "regola" una legge dello Stato, poi arrivata tramite la Regione fino al Comune. Questa direttiva europea definisce dei parametri per l'assegnazione che poi, ripresi nelle varie leggi penalizzano il Cittadino Italiano bisognoso di un alloggio, con parametri che secondo il mio punto di vista non sono adeguati a salvaguardare i diritti acquisiti fino ad ora, anche dai nostri nonni. La legge statale che mi pare risalga al governo Prodi, con Napolitano presidente della Repubblica e Amato Ministro dell'Interno, secondo me non mette in primo piano il nostro popolo e ......perciò non la condivido ne' nella razio, ne' sul modo di procedere”.


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