sabato 1 giugno 2019

Tornerà presto la 'pace' fra Tolè e i modenesi

Lato bolognese del cippo

Sono già all'opera per riportare allo splendore che merita, l'antico cippo che un tempo segnalava il confine fra lo Stato Pontificio e il Ducato di Modena. E valutando lo staff che ha impugnato gli attrezzi non c'è da dubitare che il risultato sarà più che soddisfacente. Sono infatti impegnati nell'impresa di restauro, lo scultore Giuseppe Bonantini; il restauratore, pittore e inventore, Adriano Calzolari e la pittrice Luciana Fioribelli. Motivo dell'insolita impresa: riportare l'imponente cippo nella sede originaria e soddisfare così le lamentele-proteste dei modenesi, che hanno ritenuto un inaccettabile sopruso il trasferimento nel centro di Tolè del 'documento murario' ( che distava poche centinaia di metri in linea d'area dal borgo che ora lo ospita). Uno scippo simile alla Secchia Rapita, però in questo caso in senso inverso. I 'rapitori' sono stati i bolognesi. Niente di tutto questo, spiega lo storico Stefano Cuppi. Il trasferimento fu fatto negli anni '60 del secolo scorso, quando Tolè, sconquassato dal passaggio della seconda guerra mondiale, stava ricostruendosi e con quel cippo, dimenticato e ormai sommerso dalla vegetazione, pensò di dotarsi di una testimonianza storica con cui abbellire il centro cittadino. 

Lato modenese

Nottetempo un manipolo di volontari da Tolè si recò sul posto, liberò dall'abbraccio del verde il testimone di confine, lo caricò su un biroccio e gli diede degna dimora nel centro del borgo. Le proteste furono immediate, racconta Bonantini, ma noi sostenemmo che essendo in confine, il cippo era di proprietà dei due comuni coinvolti, ma era collocato più nel terreno di Tolè e quindi non era un 'furto', ma una legittima presa di possesso. “Ora però vogliamo soddisfare i nostri vicini. Vestiremo a festa il nostro caro testimone della rinascita del paese e lo riporteremo nella sua sede storica”. Ma anche su questo c'è qualche dubbio. “Dovrà essere ricostruito il piedistallo su cui collocarlo,” ricorda Cuppi. “I due comuni in confine dovranno decidere come procedere e a chi tocca l'onere o in che proporzione. E quando si tratta di 'spese', la procedura, come si suol dire, si appesantisce. Speriamo bene,” conclude lo storico.

Cuppi emostra la testimone del cippo

Il cippo fu collocato nel 1625 e aveva lo scopo di segnalare in modo certo il confine tra i due stati che in quel momento si dividevano il territorio tra Bologna e Modena. Questo avrebbe finalmente posto fine a una disputa che aveva visto scontri feroci consumatisi proprio sul confine. In uno di questi morirono persino 13 persone. 

 

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