L’evento atmosferico senza precedenti ha interessato anche il Ravennate,
in particolare la zona di Massa Lombarda, Lugo e Bagnacavallo. Con perdita
della produzione fino al 100% nei vigneti e frutteti e nelle colture
sementiere».
di
Barbara Bertuzzi
«Dove
ha colpito la grandine, possiamo dire addio alla campagna 2019. Poi ci sono
piante talmente danneggiate da vedere compromessa, in taluni casi, anche la
produzione del prossimo anno». Così la presidente di Confagricoltura Emilia
Romagna, Eugenia Bergamaschi, dopo la violenta grandinata mista a raffiche di vento
che ieri pomeriggio ha flagellato le coltivazioni di una vasta area dell’Emilia
e parte della Romagna. L’ennesima sciagura per l’agricoltura regionale che si
somma al bilancio già drammatico causato, in maggio, da altri violenti
temporali.
«Stiamo
parlando – continua nel dettaglio Bergamaschi - di un territorio circoscritto
che va da Scandiano e Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, a Campogalliano,
Castelfranco e Nonantola in provincia di Modena, fino al Bolognese con San
Giovanni in Persiceto, San Giorgio, Granarolo e Minerbio ma anche le colline di
Casalecchio. L’evento atmosferico senza precedenti ha danneggiato pure il
Ravennate, in particolare la pianura di Massa Lombarda, Lugo e Bagnacavallo. In
tutta la “zona rossa” stimiamo una perdita di produzione fino al 100% per la
viticoltura - un vero disastro per i vigneti del Lambrusco -, la frutticoltura
e le colture sementiere in pieno campo tra cui frumento, mais, colza e
girasole».
Confagricoltura
Emilia Romagna ha avviato una ricognizione dei danni anche ad impianti, serre e
capannoni. La grandine di grosse dimensioni ha persino sfondato le reti degli
impianti antigrandine. Nel Ravennate, il forte vento ha divelto tetti di
capannoni ed edifici rurali oltre ad abbattere le strutture degli impianti
frutticoli.
«Siamo
in stretto contatto con l’Assessorato regionale all’Agricoltura e forniremo in
tempi brevi tutti i dettagli necessari al fine di procedere poi con la
richiesta al Governo dello stato di calamità», conclude la presidente Bergamaschi.
Adesso che il PD vuole mettere in difficoltà il governo chiedendo lo stato di calamità, mica tanto naturale, magari qualcuno del governo si metterà finalmente a svelare gli atti criminali di "modifica artificiale del clima", soprattutto in Emilia Romagna, zona di sperimentazione geoingegneristica a discapito della popolazione,(vedi accordo Italia-USA per la modifica climatica, firmata anche da PRODI e sottoscritto da TUTTI quei politici e ambientalisti che si sono sempre girati dall'altra parte, per il futuro ci stanno preparando il peggio.
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