La
giovane sassese, nota per i suoi importanti successi sportivi nella
specialità dell'orienteering, mette ora in luce anche le sue doti di
ricercatrice.Con lei premiata anche Corinne Suraci.
di
Fabrizio Monari
Si
è svolta a Sasso Marconi, in occasione della presentazione del
numero 55 della rivista Savena Setta Sambro, la premiazione per il
concorso annuale, bandito dall’omonimo gruppo di studi in
collaborazione con Emilbanca, dedicato a neolaureati che hanno svolto
tesi di laurea su temi e argomenti riguardanti l’Appennino
Bolognese.
Come
ogni anno, il concorso consente di conoscere direzioni di ricerca nei
diversi ambiti (artistico, storico, ambientale) del nostro territorio
e di approfondirne aspetti, risorse ed emergenze. Le tesi presentate
al concorso forniscono inoltre nuovi elementi di discussione al
Gruppo di Studi e interessanti contributi da sviluppare sulla
rivista.
Erano
state ammesse al concorso 2018 le tesi di Corinne Suraci, svolta
presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di Laurea di
Restauro, intitolata “Le sculture lignee policrome seicentesche
della Cappella Maggiore del Santuario di Boccadirio presso Bologna”
e di Liliana Papandrea, per il Corso di Laurea Magistrale in Scienze
Storiche e Orientalistiche, intitolata “Storia e memoria di Colle
Ameno dal 1945 a oggi. La memoria pubblica di un oblio.”: anche
quest’anno, quindi, il concorso ha permesso di conoscere e
apprezzare originali e approfondite ricerche su temi di sicuro
interesse culturale e sociale.
Vince l’edizione 2018 del
concorso la tesi di Liliana Papandrea, per il Corso di Laurea
Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche, intitolata “Storia
e memoria di Colle Ameno dal 1945 a oggi. La memoria pubblica di un
oblio.” L’autrice esamina le motivazioni per cui
l’istituzionalizzazione della memoria pubblica del Borgo di Colle
Ameno come campo di concentramento è avvenuta solamente all’inizio
del ventunesimo secolo. L’autrice delinea la storia del luogo, e
parte dalla sua realizzazione, voluta nel Settecento dal marchese
Ghisilieri, come città ideale, dotata di autonomie, dove condurre
una vita dignitosa e serena e coltivare lo studio delle scienze e
delle arti: un luogo arcadico (come suggerisce il nome), nel quale il
pensiero illuministico diffuso nell’ambiente bolognese si coniugava
con la fede religiosa nell’intento comune del bene pubblico. Verso
la metà di quel secolo arrivò ad ospitare una stamperia, una
fabbrica di maioliche ed un ospedale, per poi assopirsi. Il periodo e
gli eventi sui quali l’autrice si sofferma maggiormente, con
interviste, esame di documenti storici e ricerche bibliografiche è
però un periodo cruciale della storia d’Italia, quello relativo
alla seconda guerra mondiale. Dopo essere stato a vario titolo
utilizzato, a partire dal 1944, dalle truppe tedesche, nell’autunno
del 1944 il borgo di Colle Ameno divenne un campo di concentramento
per uomini destinati al lavoro forzato in Germania o sul vicino
fronte di guerra: è su questa vicenda che la tesi si rivolge,
mettendo a fuoco i meccanismi che conducono, fra spinte e
decelerazioni, alla formazione e alla codifica della memoria
collettiva delle comunità.
La
tesi premiata ci consegna importanti riflessioni su un segmento della
storia di una comunità appenninica ma anche del nostro Paese, che ha
visto accadere su questi territori alcune fra le più terribili
vicende della recente storia italiana.
Per l'occasione il gruppo ha premiato anche il fotografo William Vivarelli per la preziosissima collaborazione con la rivista.
Erano presenti il sindaco di Monghidoro, Barbara Panzacchi, i videsindaci di Monzuno e di Loiano, Ermanno Pavesi e Alberto Rocca e l'assessore Renzo Corti per il comune di Sasso Marconi.
Le premiazioni sono avvenute durante un partecipato incontro conviviale che si è tenuto nella Osteria dei Sani di Sasso Marconi.
Il pranzo è stato occompagnato da una preziosa relazione storica sui vari cibi serviti ( tortellini, parmigiano reggiano, salumi, aceto balsamico e zuppa inglese) tenata dal membro del direttivo dell'associazione Pop History, Silvia Lotti.
L'associazione si propone di divulgare la storia al grande pubblico attraverso valori collatelari non considerarti finora, come la musica, il teatro e il cibo che raccontano al meglio gli usi e le abitidive delle comunità nei secoli. Pop History vanta anche la convinta adesione di Ermanno Pavesi di Monzuno che ha presentato agli invitanti la bella novità.
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