E'
intensa l'attività dell'artista sassese Maurizio Osti ( nella foto) che negli
ultimi mesi e in particolare in questo inizio autunno lo ha visto
protagonista di diversi eventi di indubbia valenza.
E'
ancora in corso alla Galleria d’Arte del Caminetto Bologna la
mostra, correlata alla Triennale 2017/18 Associazione per le arti
Francesco Francia, nella quale, insieme ad altri scultori della
Francesco Francia, ha esposto un'opera dal titolo ta ‘Bozzetto per
monumento’( nella foto) , un bronzo patinato realizzato nel 1964/65. Aperta da
settembre, per l'interesse che ha suscitato è stata prorogata ed è
vcisitabile ancora fino a domani, sabato 6 ottobre.
Osti
è reduce anche dalla partecipazione alla collettiva “GUARDARE
OLTRE". Dal 1980 al 1990: dieci anni di ricerca artistica a
Bologna” , curata da Sandro Malossini che si è tenuta in settembre
alla Galleria Il Faro Arte di Marina di Ravenna. In quell'occasione
ha esposto la sua 'Apollo e Dioniso'.
Attualmente
partecipa alla collettiva “Bologna 2018, Attualità della
tradizione” , curata da Sandro Malossini e Francesco Finotti, alla
Fondazione Rocca dei Bentivoglio, Palazzo Garagnani di Crespellano.
L'opera esposta è ‘Lybris, 2018' ( nella foto) . Catalogo con testi di Silvia
Rubini e Sandro Malossini. Questa esposizione è visitabile fino al
21 ottobre 2018
Ma
ciò che più lo ha gratificato è stato l'invito a partecipare al
Festival Francescano X Edizione, intitolato ‘Tu sei
bellezza’ , tenutosi a Bologna il 28, 29 e 30 settembre.
A
questo festival era unito il Seminario ‘La bellezza come strumento
di integrazione e il progetto Mus-e’. A cura della Fondazione
Maccaferri. La Tavola rotonda verteva sul tema dell'educazione delle
nuove generazioni; un progetto che presentava l'espressione artistica
come linguaggio comune da utilizzare contro i disagi sociali,
l'emarginazione, la violenza e l'isolamento, generando integrazione e
comunicazione. L'opera che Osti ha presentato, di recente
realizzazione, è l'Elogio della Bellezza' ( foto sotto)
“Dovremmo
soffermarci di più a riflettere sul rapporto tra valori tradizionali
religiosi e loro metamorfosi,” ha detto Osti nel suo intervento, “
nelle forme che sono espressioni delle società laiche, tecnologiche
e secolarizzate. Da San Francesco d’Assisi, che tutti
conosciamo, religioso e poeta mistico fondatore dell'ordine che da
lui poi prese il nome a Jorge Mario Bergoglio, il gesuita argentino
che nel 2013 è salito alla guida della Chiesa Cattolica con il nome
di Papa Francesco, un chiaro segnale di ripresa dello spirito del
Concilio Vaticano II°. Il mio intervento, che è incentrato
sulla stesura del testo dell’Elogio risalente al marzo 1999, è
testimonianza spirituale, vocazione che non ha la pretesa di definire
la bellezza, ma che di questa vuole tentare di definirne alcune
peculiarità, nella consapevolezza che il suo volto è infinito e non
ha e non può avere confini. L’artista però ha il compito di
lasciare traccia di questa relazione. Nel dicembre del 2002, ho
deciso di formalizzarlo nella veste litografica di “Manifesto
come espressione di poetica (d’arte), il carattere
utilizzato nella litografia è il Folk da me disegnato diversi anni
fa,” ha concluso
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