“Grazie
Gianni. Hai il dono della narrazione”. La citazione è presa dal
ringraziamento di una lettrice con la quale Gianni Pellegrini ( nella foto) ha
introdotto la presentazione del libro da lui scritto, 'Un Cielo di
Memorie', un 'amarcord' degli anni '40-'50. “ E' vero e ben
definisce il mio racconto”, ha precisato l'autore. “ Non sono uno
scrittore, sono un narratore. Lo scrittore ha un suo stile ed è
inventivo e fantasioso. Io racconto ciò che ho visito, ciò di cui
sono stato partecipe, le atmosfere, i sentimenti che movimentavano la
vita di allora. Racconto la vita di una volta e, lasciatemelo dire,
anche se qualcuno lo riterrà presuntuoso, voglio fare pedagogia.
Conto che i miei scritti incuriosiscano, spingano il lettore a una
indagine più approfondita per scoprire così fatti che oggi appaiono
impossibili e la cui memoria è un monito fortissimo e un
insegnamento di vita preziosissimo”.
Pellegrini ha poi fatto
l'esempio di un suo conoscente, nato nel 1915, che appena indossata
la divisa del soldato, fu spedito in guerra in Africa per la
conquista dell'impero. Rientrato, fu rispedito in Russia da dove è
rientrato, fra i pochi fortunati, dopo due anni di guerra disperata
in un ambiente inospitale . Una volta in Patria venne sballottato
dalla confusione seguita all'armistizio dell'8 settembre 1943. Fu
catturato dai tedeschi e deportato in Germania: l'intera giovinezza
'rubata' da guerre inutili e perdenti. Questo i giovani lo devono
sapere, soprattutto devono conoscere la storia recente dalle
testimonianze dei singoli protagonisti, dei ragazzi che allora
vissero un periodo difficilissimo e tragico. Non solo dai libri di
storia.
Pellegrini,
sindaco di Sasso Marconi dal 1974 al 1987, ha poi ricordato alcuni
episodi della sua vita di ragazzo in un piccolo borgo affacciato
sulla Porrettana, da cui transitavano ogni giorno pochi mezzi
pesanti, rarissime auto e tante biciclette di lavoratori,
specialmente operai della Cartiera Del Maglio.
“Un
giorno, la strada si riempì in modo anomalo di un traffico
consistente che non ci si spiegava,” ha raccontato. “Tramite una
delle rarissime radio, giunse la notizia dell'attentato a Togliatti.
Il fatto esasperò e acuì le tensioni sociali già elevate. Spinse
alcuni a imbracciare fucili. Ci fu persino l'organizzazione di un
posto di blocco alla Rupe. Poi tutto rientrò, grazie alle
raccomandazioni alla cxalma dall'ospedale dello stresso Togliatti e,
si disse, anche grazie all'inatteso successo di Bartali al giro di
Francia”.
L'intervento
di Pellegrini è stato preceduto da quelli di Maria Gioia Tavoni,
bibliografa e storica del libro e di Cinzia Venturoli ricercatrice
storica che hanno posto l'accento sul valore
storico-documentale-politico della pubblicazione.
Mara Cini e Federico Tori |
Questi
contributi sono stati intervallati dalle letture di brani tratti dal
libro, effettuate da Mara Cini, collaboratrice della rivista 'Al Sàs'
che ha pubblicato in diverse occasioni i racconti di Pellegrini e dal
giovanissimo Federico Tori, molto impegnato nelle letture della
memoria storica.
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