Introdotto
nel 2017 il sistema di emissione digitale ha già portato risultati
nel contrasto agli illeciti fiscali
Richiesto
da Marco
Margini
di manovra estremamente ridotti per i furbetti dell’Iva. A meno di
un anno dall’introduzione della fattura M, che mira a contrastare
il fenomeno delle fatture false attraverso un particolare meccanismo
di inversione contabile, l’Afip, l’Amministrazione fiscale
argentina, tira le somme dell’operazione, mostrando risultati
positivi in termini di riduzione dell’evasione. Da ottobre 2017 a
oggi è calata significativamente l’evasione dell’Iva collegata
all’emissione di fatture false: alla fine di giugno 2018, Leandro
Cuccioli, direttore dell’Afip, ha dichiarato che 1.724 imprese
hanno fatturato in un trimestre 500 milioni di dollari a fronte di
operazioni individuate per lo stesso periodo per 27 miliardi di
dollari. Di fatto, l’87% delle imprese messe sotto osservazione
dall’Amministrazione fiscale, attraverso il sistema di fatturazione
M, ha smesso di fatturare. Come si apprende dalle stesse parole
pronunciate da Cuccioli in audizione alla Camera dei deputati
argentina, la falsa fatturazione è il principale strumento di
evasione nel Paese sudamericano. Un risultato importante che va letto
insieme agli altri dati che raccontano la strategia di contrasto agli
illeciti fiscali messi in campo, come ad esempio, per quanto riguarda
le operazioni dedicate a specifici settori, la stretta sul commercio
delle carni, che ha portato a un calo dell’evasione del comparto,
che è passata dal 70% al 30%, e la nuova campagna per la
regolarizzazione da parte dei datori di lavoro dei dipendenti in
nero nei settori della ristorazione, dell’agricoltura, edile e
delle lavanderie industriali.
Una mappatura dei contribuenti a rischio
La fattura elettronica M, introdotta a ottobre 2017, è dedicata alle società e ai contribuenti persone fisiche che, a seguito di una sorta di analisi del rischio, presentano "incongruenze" nei loro conti bancari e fiscali, al fine di combattere l'uso di fatture false e stanare le società fantasma. Un fenomeno preoccupante in Argentina se si pensa che nella sola prima metà del 2017 il valore delle fatture false si attestava intorno ai 4 miliardi di dollari. L’operazione ha coinvolto fin da subito 850mila contribuenti che sono stati sottoposti a una sorta di test attraverso l’applicazione della “Matriz de Perfil de Riesgo Apócrifo", un insieme di parametri con cui l’Afip ha valutato, ad esempio, quanto è stato fatturato in relazione ai beni venduti, quanto è stato dichiarato, la consistenza dei conti bancari, etc.
Come funziona la Fattura M
Se a seguito dell’analisi del profilo fiscale il contribuente, persona fisica o società, presenta "una grave incoerenza", il sistema di fatturazione elettronica gli consentirà di emettere esclusivamente una fattura M, il che significa che l’Iva sarà trattenuta dall’operatore Iva che acquista il bene o il servizio, una sorte di reverse charge messo in atto allo scopo di garantire attraverso operatori considerati affidabili le entrate allo Stato. Si tratta di una misura provvisoria per i contribuenti “sotto osservazione” che sulla base di motivazioni concrete possono richiedere all’Afim di rivedere la loro posizione, che, nel caso di comportamenti reiterati, può anche decidere di sospendere il Conto unico di identificazione fiscale del contribuente (CUIT) e avviare azioni amministrative e giudiziarie.
Un problema che persiste
Nonostante la significativa riduzione dei fenomeni di falsa fatturazione, grazie all’introduzione della fattura M, l’Afip continua a perseguire e a smascherare frodi di dimensioni consistenti, come quella, scoperta lo scorso luglio, architettata nella città di Mar della Plata da un organizzazione criminale dedita alla creazione di società fittizie. L’associazione per delinquere che operava nel settore alberghiero e dell’ittica ha emesso fatture relative a operazioni inesistenti per un ammontare di oltre 200 milioni di dollari a partire dal 2011.
Una mappatura dei contribuenti a rischio
La fattura elettronica M, introdotta a ottobre 2017, è dedicata alle società e ai contribuenti persone fisiche che, a seguito di una sorta di analisi del rischio, presentano "incongruenze" nei loro conti bancari e fiscali, al fine di combattere l'uso di fatture false e stanare le società fantasma. Un fenomeno preoccupante in Argentina se si pensa che nella sola prima metà del 2017 il valore delle fatture false si attestava intorno ai 4 miliardi di dollari. L’operazione ha coinvolto fin da subito 850mila contribuenti che sono stati sottoposti a una sorta di test attraverso l’applicazione della “Matriz de Perfil de Riesgo Apócrifo", un insieme di parametri con cui l’Afip ha valutato, ad esempio, quanto è stato fatturato in relazione ai beni venduti, quanto è stato dichiarato, la consistenza dei conti bancari, etc.
Come funziona la Fattura M
Se a seguito dell’analisi del profilo fiscale il contribuente, persona fisica o società, presenta "una grave incoerenza", il sistema di fatturazione elettronica gli consentirà di emettere esclusivamente una fattura M, il che significa che l’Iva sarà trattenuta dall’operatore Iva che acquista il bene o il servizio, una sorte di reverse charge messo in atto allo scopo di garantire attraverso operatori considerati affidabili le entrate allo Stato. Si tratta di una misura provvisoria per i contribuenti “sotto osservazione” che sulla base di motivazioni concrete possono richiedere all’Afim di rivedere la loro posizione, che, nel caso di comportamenti reiterati, può anche decidere di sospendere il Conto unico di identificazione fiscale del contribuente (CUIT) e avviare azioni amministrative e giudiziarie.
Un problema che persiste
Nonostante la significativa riduzione dei fenomeni di falsa fatturazione, grazie all’introduzione della fattura M, l’Afip continua a perseguire e a smascherare frodi di dimensioni consistenti, come quella, scoperta lo scorso luglio, architettata nella città di Mar della Plata da un organizzazione criminale dedita alla creazione di società fittizie. L’associazione per delinquere che operava nel settore alberghiero e dell’ittica ha emesso fatture relative a operazioni inesistenti per un ammontare di oltre 200 milioni di dollari a partire dal 2011.
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