Sollecitato
BOLOGNA
Sostituzione
della mensa con un buono pasto per le sezioni più piccole, età
media dei mezzi d’intervento più alta d’Italia, sedi disagiate,
personale insufficiente, mancato pagamento dello straordinario. Sono
solo alcuni dei motivi per cui oggi i Vigili del fuoco
dell’Emilia-Romagna hanno scioperato quattro ore, protestando
stamattina davanti al comando provinciale di Bologna, in via
Aposazza, per chiedere l’intervento del prefetto e spingere la
direzione regionale e più in generale il governo a investire
maggiormente sul corpo dei pompieri.
La mensa. “Noi ci siamo sempre per dare una risposta al cittadino in difficoltà, dalle più grandi calamità ai piccoli incidenti quotidiani. Ma di questo passo verrà tutto messo in dubbio, il servizio è al collasso”, protestano i rappresentanti di tutte le sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Usb e Conapo. Il motivo più recente della protesta è il cancellamento della mensa nei distaccamenti sotto ai 15 dipendenti, dal 1° gennaio 2018, dove il pasto caldo è stato sostituito con un buono che però è difficilmente utilizzabile per chi non può uscire dalla caserma quando è in servizio. E anche per questo oggi i pompieri (3mila in regione e 500 a Bologna) davanti ai cancelli hanno improvvisato un rinfresco con piadine e panini. “Dobbiamo portarci il pranzo da casa”, lamentano i pompieri.
I mezzi obsoleti. Oltre a questo, continuano i sindacati, i mezzi con cui lavorano quotidianamente hanno una media di 17 anni, con molti automezzi che hanno sulle spalle quasi 400mila chilometri. “È la distanza che separa la Terra dalla Luna”, sottolineano con sarcasmo i delegati al megafono. E qualcuno racconta: “A Teramo i ragazzini li scambiavano per mezzi storici e facevano fotografie”. Poi ci sono le sedi di servizio, dove “le condizioni igienico-sanitarie non sono dignitose e servono interventi per la messa in sicurezza delle strutture. Noi – continuano – siamo quelli che controllano il rispetto delle norme di sicurezza degli edifici ma siamo anche i primi a dover andare in deroga”.
Il personale. C’è poi la mancanza di forze, ormai cronica, che ha spinto il direttore regionale a ridurre le colonne mobili (quelle che partono per tutto il Paese in caso di calamità nazionali) da dieci a sette. Una ridotta capacità di intervento che fa il paio con il personale insufficiente. Il corpo, calcolano i sindacati, ha un deficit di almeno 5mila persone e l’ultimo concorso aperto è per mille assunzioni, che dovranno essere divise per 96 comandi in Italia. A Bologna, per esempio, mancherebbero almeno 40 capisquadra.
Le richieste. “Chiediamo l’intervento del prefetto, della Regione e impegni chiari dal nuovo governo. Oggi è solo un primo segnale di protesta, ma ce ne saranno altri”, promettono i sindacati, secondo cui l’adesione allo sciopero regionale è stata del 97%. E si tratta, fra l’altro, di uno sciopero particolare: non potendo interrompere il servizio, i vigili del fuoco dichiarano di aderire allo sciopero ma continuano a lavorare, pur perdendo parte dello stipendio.
La mensa. “Noi ci siamo sempre per dare una risposta al cittadino in difficoltà, dalle più grandi calamità ai piccoli incidenti quotidiani. Ma di questo passo verrà tutto messo in dubbio, il servizio è al collasso”, protestano i rappresentanti di tutte le sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Usb e Conapo. Il motivo più recente della protesta è il cancellamento della mensa nei distaccamenti sotto ai 15 dipendenti, dal 1° gennaio 2018, dove il pasto caldo è stato sostituito con un buono che però è difficilmente utilizzabile per chi non può uscire dalla caserma quando è in servizio. E anche per questo oggi i pompieri (3mila in regione e 500 a Bologna) davanti ai cancelli hanno improvvisato un rinfresco con piadine e panini. “Dobbiamo portarci il pranzo da casa”, lamentano i pompieri.
I mezzi obsoleti. Oltre a questo, continuano i sindacati, i mezzi con cui lavorano quotidianamente hanno una media di 17 anni, con molti automezzi che hanno sulle spalle quasi 400mila chilometri. “È la distanza che separa la Terra dalla Luna”, sottolineano con sarcasmo i delegati al megafono. E qualcuno racconta: “A Teramo i ragazzini li scambiavano per mezzi storici e facevano fotografie”. Poi ci sono le sedi di servizio, dove “le condizioni igienico-sanitarie non sono dignitose e servono interventi per la messa in sicurezza delle strutture. Noi – continuano – siamo quelli che controllano il rispetto delle norme di sicurezza degli edifici ma siamo anche i primi a dover andare in deroga”.
Il personale. C’è poi la mancanza di forze, ormai cronica, che ha spinto il direttore regionale a ridurre le colonne mobili (quelle che partono per tutto il Paese in caso di calamità nazionali) da dieci a sette. Una ridotta capacità di intervento che fa il paio con il personale insufficiente. Il corpo, calcolano i sindacati, ha un deficit di almeno 5mila persone e l’ultimo concorso aperto è per mille assunzioni, che dovranno essere divise per 96 comandi in Italia. A Bologna, per esempio, mancherebbero almeno 40 capisquadra.
Le richieste. “Chiediamo l’intervento del prefetto, della Regione e impegni chiari dal nuovo governo. Oggi è solo un primo segnale di protesta, ma ce ne saranno altri”, promettono i sindacati, secondo cui l’adesione allo sciopero regionale è stata del 97%. E si tratta, fra l’altro, di uno sciopero particolare: non potendo interrompere il servizio, i vigili del fuoco dichiarano di aderire allo sciopero ma continuano a lavorare, pur perdendo parte dello stipendio.
Veramente uno schifo:
RispondiEliminaVVFF: ti salvano la vita mettendo la loro a rischio - mezzi obsoleti sottopagati ecc.
Politici: ti rovinano la vita- stipendi e privilegi galattici ecc.
I pompieri debbono essere messi in condizioni di fare bene il loro lavoro, pericoloso per loro e utilissimo per la collettivita'!
RispondiElimina