L'impatto
sociale di confini e separazioni in un incontro interattivo
Il
comune di Casalecchio di Reno informa:
Domani,
mercoledì 31 gennaio alle 20.30, presso la Casa per la Pace
"La Filanda" di Casalecchio di Reno, ANPI,
Associazione Rose Rosse, Dentro al Nido, Donne in
Nero, Libera, Percorsi di Pace e UDI
Bologna promuovono l'incontro "Un mondo di muri. Terre
Conflitti Genti", con ingresso libero.
Una
riflessione, in termini non solo teorici, a proposito dell'impatto
sulla vita quotidiana dei muri, "segnali di conflitti non
risolti", che dopo la storica caduta di quello più celebre,
a Berlino nel 1989, lungi dallo scomparire con la "fine della
storia", si sono moltiplicati nel mondo.
I
partecipanti saranno chiamati a vivere in prima persona,
all'ingresso, l'esperienza di un checkpoint. A seguire, una
mappa dei muri nel mondo mostrerà come se nel 1989 se ne
contavano 16, oggi quelli completati o in costruzione sono ben 63
– e non solo in zone di conflitto, come l'Africa o il Medio
Oriente, giacché non mancano "muri di casa nostra"
a Gorizia, a Padova e in Europa, oltre a quello tra Messico e Stati
Uniti.
Se,
come scriveva nel 1994 Alexander Langer nel Tentativo di
decalogo per la convivenza interetnica, "la convivenza
plurietnica, pluriculturale, plurireligiosa, plurilingue,
plurinazionale appartiene e sempre più apparterrà, alla normalità,
non all’eccezione", diventa "molto importante che
qualcuno si dedichi all’esplorazione e al superamento dei
confini, attività che magari in situazioni di conflitto
somiglierà al contrabbando, ma è decisiva per ammorbidire le
rigidità, relativizzare le frontiere, favorire l’integrazione":
a questo e altri suggerimenti bibliografici, filmografici e
sitografici sarà dedicata la conclusione della serata.
Ho se ne farei io di muri
RispondiEliminaI sinistrosi all'attacco pre elezioni.
Ah ah ah! Vogliono buttare giù i muri delle proprietà degli altri, per poi rinchiudere tutti nei loro gulag e laogai comunisti (non sono bastati cento milioni di vittime del comunismo).
RispondiEliminaIn fondo il loro mito,la Pace mondiale leninista,non è altro che questo,rinchiudere tutti in un grande unico gulag mondiale.
Gli unici muri che costoro amano e che vogliono ben protetti sono i muri dei caveaux delle banche dei loro ispiratori multimiliardari globalisti.
Sveglia!
Se delle comunità decidono di vivere separate da un muro devono poterlo fare, anche questa è democrazia è chi vuole impedire questa scelta e imporre il suo pensiero è un prepotente e prevaricatore fascista antidemocratico da combattere con qualsiasi mezzo. Quando ho montato la recinzione nel mio giardino,in accordo con i vicini ho deciso di lasciare due varchi liberi da recinzioni in modo da permettere a loro di venire da me ed io di andare da loro, ma non con tutti si possono avere rapporti così amichevoli.
RispondiEliminaChissà se tutti i componenti di queste "associazioni" a casa loro lasciano cancello/porte aperte?
RispondiEliminaNon penso.
Sono penosi.
Questi fanatici preso dal loro livore anti italiano e dalla loro hybris moralisticheggiante sadomasochistica sono in preda ai fumi dell'oppio marxista, ugualista, mondialista.
RispondiEliminaSono passati dall'utero è mio e me lo gestisco io a sostenere lo sfruttamento di schiave umane per la fabbricazione di pargoli scelti da catalogo da omosessuali diversamente poveri.
Sono passati dalle insurrezioni no-global a quelle sì-global.
Dall'essere nemici dei clericofascisti a sdilinquirsi e importare milioni di fascioislamici.
Dall'essere filo russosovietici con le immagini del compagno Lenin in stanza e anti yankee a essere anti russi e filo statunitensi, con la gigantografia di Steve Jobs,
Tra le varie scemenze ora farneticano dell'impatto sociale di confini e separazioni omettendo completamente (i moralisti sono sempre farciti di mezze verità) lo sfascio sociale, la guerra civile, la balcanizzazione-sirianizzazione dei territori a danno delle genti europee.
Per questi pazzi criminali invasati l'impatto sociale e la deflagrazione del vivere civile dello tsunami migratorio, la nocenza e la barbarie quotidiana (come questo) semplicemente non esistono.