giovedì 23 novembre 2017

Lega Nord: “PICCOLO COMMERCIO, LA GDO CHE COSTRUISCE PAGHI 50 EURO AL METRO QUADRATO DI CONTRIBUTO PER LA RIQUALIFICAZIONE”

Progetto di legge del Gruppo Lega Nord: “Le norme urbanistiche transitorie stanno uccidendo il mercato. A rischio anche ambiente e turismo"

Il Gruppo Assembleare Lega Nord Emilia e Romagna scrive:

Stop alla desertificazione del piccolo commercio: chi apre o allarga grandi punti vendita deve contribuire alla riqualificazione di fondamentali baluardi sociali, oltre che di mercato. Altrimenti il nostro territorio diventerà un enorme, onnivoro centro commerciale e a perderci saranno tutti, dai consumatori ai turisti”. 
Stefano Bargi, consigliere della Lega Nord, presenta il progetto di legge, di cui è primo firmatario, che modifica la normativa regionale sulla disciplina del commercio. “Parliamoci chiaro, dunque partiamo dai numeri: gli insediamenti della grande distribuzione in Emilia Romagna  - spiega Bargi - toccano una quota di mercato di oltre il 60%, con la superficie di vendita cresciuta del 14% tra il 2007 e il 2014 e addirittura del 52% nel settore non alimentare. Dall’altra parte, i piccoli negozi continuano a chiudere: quasi duemila imprese in meno tra il 2011 e il 2016, con una quota di mercato diminuita del 14% negli ultimi quindici anni”. La fotografia di un cambiamento epocale, che ha stravolto il mondo del commercio con la complicità del legislatore. “E’ chiaro - sottolinea Bargi - che la fase transitoria dei piani urbanistici si è rivelata una sorta di ‘liberi tutti’, un incentivo dato ai player della gdo a costruire nuovi insediamenti o ampliare quelli esistenti, col risultato evidente di saturare il loro stesso mercato, come peraltro dimostrato dai dati del fatturato, che negli ultimi anni ha complessivamente evidenziato delle diminuzioni”.
Col progetto di legge, che introduce un contributo di 40 euro per ogni metro quadrato di superficie ampliata o trasferita e 50 per ogni metro quadrato di superficie nuova, contributi da destinare a progetti di riqualificazione,  Bargi e la Lega propongono uno strumento normativo 'di compensazione’, per evitare l’impoverimento ‘definitivo’ del piccolo commercio. “La nostra è una proposta di buon senso”, argomenta il consigliere, "perché rimette al centro l’equilibrio del sistema: i cosiddetti ‘negozi’ devono coesistere con centri commerciali, supermarket, outlet etc, per salvaguardare non solo la libera concorrenza, scongiurando dunque un crescente oligopolio dei ‘big’, che alla lunga riduce l’offerta per il consumatore anziché aumentarla, ma anche gli aspetti sociali e ambientali. Non sfuggirà alla Giunta Bonaccini, grande teorico del consumo di suolo zero, che un territorio costellato da ‘mall’, per dirla all’americana, non è esattamente una grande attrattiva paesaggistica e ambientale per i turisti, tanto cari alla Regione quando vi sono da vantare successi oppure operazioni di marketing. L'auspicio - chiude Bargi -  è che quando ci sarà da votare questo progetto di legge i dem se ne ricordino”.

Il progetto di legge presentato:

La Legge regionale dell’Emilia Romagna 5 luglio 1999, n. 14, che disciplina la materia del commercio, prevede tra gli “indirizzi generali per l’insediamento delle attività commerciali” l’obiettivo di “favorire la crescita di attività commerciali, in particolare di piccole e medie dimensioni che integrino e valorizzino la qualità della città e del territorio, la riqualificazione e il riuso di aree urbane, la loro attrattività, vivibilità e sicurezza …” nonché quello di “favorire lo sviluppo delle diverse tipologie distributive, assicurando il rispetto del principio della libera concorrenza”. Si tratta del riconoscimento del ruolo strategico della rete del commercio e dei servizi alla persona per il perseguimento degli obiettivi di rigenerazione e riabilitazione sia delle aree urbane che delle periferie e dei piccoli centri.
Tuttavia, come rilevato anche dalle principali associazioni di categoria della nostra regione, in Emilia Romagna sta aumentando ulteriormente lo storico trend di chiusura dei piccoli negozi che ha già causato in alcune aree delle città e del territorio fenomeni di desertificazione commerciale.
Secondo alcuni dati recenti, gli insediamenti della grande distribuzione in Emilia Romagna avrebbero toccato una quota di mercato di oltre il 60%, con la superficie di vendita delle grandi strutture alimentari che è aumentata del 14% tra il 2007 e il 2014 e addirittura del 52% nel settore non alimentare, mentre i piccoli negozi continuano a chiudere i battenti: quasi 2.000 imprese attive in meno in regione tra il 2011 e il 2016, una quota di mercato diminuita del 14% negli ultimi 15 anni.
La fase transitoria di 3/5 anni di attuazione degli strumenti urbanistici vigenti (prima dell’avvio dei nuovi strumenti di pianificazione) sta già provocando in diverse città della regione un’accelerazione nel programmare e progettare nuovi insediamenti di grande distribuzione, a tutto svantaggio del contenimento dell’uso del suolo, della tutela dell’ambiente e del paesaggio, della qualità del territorio e della sua potenzialità turistica.
E’ quindi evidente come ai condivisibili propositi presenti nell’attuale legge regionale si debbano affiancare strumenti normativi ed economici capaci di invertire questa tendenza negativa. In alcuni Paesi europei come la Francia, ad esempio, è presente da tempo una disciplina legislativa che prevede oneri o contributi straordinari a carico di chi realizza o amplia grandi insediamenti commerciali, in base alla superficie, da destinare alla realizzazione di iniziative di riqualificazione, valorizzazione e innovazione delle piccole e medie imprese commerciali nelle città e nel territorio, allo scopo di rilanciare l’economia dell’area interessata e salvaguardarne il contesto sociale-culturale.
Più recentemente, la Regione Liguria ha introdotto con la Legge Regionale 29 luglio 2018 n. 18 alcune modifiche al suo Testo unico in materia di commercio, inserendo in particolare all’art. 9 la previsione legislativa di concedere fondi per la riqualificazione delle aree a rischio di tenuta della rete distributiva. I fondi verranno versati al Comune e alla Regione da parte di quanti propongono l’apertura, il trasferimento di sede, l’ampliamento ecc. di Grandi Strutture di Vendita, Centri Commerciali, Parchi Commerciali, Distretti Commerciali Tematici, Polo Enogastronomico.
In maniera simile riteniamo necessario modificare l’attuale normativa regionale sul commercio e fornire i mezzi economici necessari per applicare concretamente i suoi principi generali di “riqualificazione e riuso di aree urbane”, reperendone le risorse necessarie proprio dalla rete della grande distribuzione in espansione sul territorio dell’Emilia Romagna. Il seguente progetto di legge, perciò, va a colmare questa lacuna normativa, inserendo un nuovo articolo sullo stanziamento dei fondi.


Articolo 1
(Modifica alla Legge Regionale 5 luglio 1999, n. 14)

  1. Dopo l’articolo 7 (Conferenza provinciale dei servizi per la valutazione delle idoneità delle aree commerciali di rilievo sovracomunale) è inserito il seguente:
Articolo 7 bis:
(Fondi destinati alla riqualificazione delle aree a rischio di tenuta della rete distributiva)
  1. L’apertura, il trasferimento di sede, l’ampliamento, la concentrazione, l’accorpamento della superficie di vendita di Grandi Strutture di Vendita, Centri Commerciali, Parchi Commerciali, Distretti Commerciali Tematici, Polo Enogastronomico, sono subordinati all’impegno sottoscritto dal proponente in un atto unilaterale d’obbligo nei confronti del Comune e della Regione a contribuire alla realizzazione di iniziative di riqualificazione delle aree a rischio di tenuta della rete distributiva.
  2. L’importo del contributo deve essere pari a euro 40,00 per ogni metro quadrato di superficie di vendita nei casi di trasferimento di sede, ampliamento, concentrazione, accorpamento e di euro 50,00 per ogni metro quadrato di nuova apertura.”




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