lunedì 13 novembre 2017

Apologia di fascismo durante la partita Marzabotto – 65 Futa SSD Calcio. All'orizzonte la denuncia legale.

La notizia che un confronto di calcio, che vedeva impegnato il Marzabotto, era stato caratterizzato da un 'saluto romano' ha attraversato il paese come un fulmine sinistro e ha creato non poche critiche e reazioni.

Fra i primi a formalizzate la propria condanna per l'accaduto il sindaco Romano Franchi ( nella foto), che in un comunicato dal titolo 'Lo sport deve educare ai valori della Costituzione ', scrive

Abbiamo ricevuto un video relativo ad un atto intollerabile per la nostra comunità che tanto ha sofferto a causa del nazi-fascismo. Durante la partita di seconda categoria del girone I tra la nostra e la squadra 65 Futa, un giocatore ospite, dopo la realizzazione del secondo gol che ha segnato la vittoria degli ospiti, è corso verso la tribuna facendo più volte il saluto romano e, dopo essersi sfilato la maglia della squadra, ha esibito platealmente e provocatoriamente una maglietta con un ben noto simbolo fascista, arrampicandosi sulla rete di separazione tra il campo e la tribuna stessa. Si tratta di un atto premeditato che Marzabotto non giustifica per nessuna ragione. Questa amministrazione comunale procederà per le vie legali per chiedere l’applicazione delle leggi esistenti ( Scelba e Mancino ) che puniscono il reato di apologia al fascismo. Inoltre chiederà alla Federazione Gioco Calcio di Bologna di prendere immediate misure nei confronti della società 65 Futa che prevedano l’allontanamento del giocatore dai campi di calcio. Risulta assai improbabile che nessun dirigente della società 65 Futa si sia accorto negli spogliatoi della maglietta indossata dal calciatore in questione. Lo sport, soprattutto ai livelli locali, deve essere strumento di crescita umana ed educazione civica e non deve copiare i peggiori esempi che accadono negli stadi a livello nazionale. E’ una questione di rispetto per la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e la democrazia.

Alche l'Anpi non ha tardato a condannare l'episodio. Anch'esso minaccia di ricorrere al giudizio del magistrato e aggiunge a quanto scritto da Franchi:

I recenti accadimenti dello Stadio Olimpico, con la famosa figurina di Anna Frank, dimostrano che occorre vigilare affinché tali episodi debbano essere stigmatizzati ovunque, tanto più a Marzabotto, città simbolo dell'eccidio nazifascista. Vorremmo chiedere all'atleta in questione se è conosce la storia di Marzabotto, se ha mai visitato il nostro sacrario o anche Monte Sole. Se lo avesse fatto forse avrebbe evitato un simile atto che offende la memoria dei nostri caduti.
Il fascismo è un reato, non una semplice opinione. Marzabotto ne è la dimostrazione tangibile.
A questo punto chiediamo alla società calcistica “65 Futa SSD Calcio” e all'atleta in questione di venire a Marzabotto, al Sacrario dei caduti e chiedere pubblicamente scusa per quanto fatto ieri. Nel frattempo stiamo valutando azioni legali contro la società ed il tesserato in questione, come associazioni e anche come membri del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto. Questo perché la memoria è fatta di atti concreti e gesti formali. Non possiamo quindi archiviare episodi di questo tipo come semplici “ragazzate” proprio perché crediamo che il calcio (a tutti i livelli) debba essere portatore di valori quali il rispetto e l'amicizia, non certo quelli riconducibili a nefaste ideologie come quella fascista. Ci auguriamo che anche la giustizia sportiva faccia il suo corso per dare il chiaro segnale che i campi di calcio non possono accettare simili atteggiamenti. Il caso in oggetto dimostra che vi è un generale clima favorevole all'emergere di tali fenomeni che vanno stroncati alla radice. Auspichiamo quindi una presa di coscienza comune di tutte le istituzioni competenti (sportive, sociali, giudiziarie). Noi diamo per primi la nostra piena disponibilità a mobilitarci. Ora, prima che sia troppo tardi!

Il Presidente ANPI Marzabotto Alessandro Borghi, 
il Segretario ANPI Marzabotto, Manuel Mesoraca, 
il presidente Associazione Familiari Gian Luca Luccarini


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