lunedì 16 ottobre 2017

3° IPS Day Nazionale. Riabilitazione Psichiatrica o politica attiva del lavoro?

Oggi, 16 ottobre, a Bologna, alla Casa dei donatori AVIS. Intervento di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali


Ausl Bologna informa:


Sostenere i cittadini con disagio psichico che manifestino il desiderio di lavorare nella ricerca di un impiego, indipendentemente dalla diagnosi, dal livello di istruzione, dal retroterra socio-culturale e dalla storia lavorativa. E’ l’obiettivo del metodo IPS (Individual Placement and Support), ampiamente sperimentato a livello internazionale, la cui efficacia è ormai dimostrata da evidenze scientifiche.
L’Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana ad aver sperimentato il metodo IPS. A Bologna nel 2016 sono state 400 le persone provenienti dai Centri di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Bologna che hanno fruito dei percorsi IPS, 172 delle quali (il 43% del totale) hanno trovato lavoro nei servizi alla persona, in attività di ristorazione, in agricoltura, nel turismo.

I vantaggi di questo modello di inserimento lavorativo sono al centro del 3° IPS Day Nazionale, che si tiene oggi, 16 ottobre, a Bologna presso l’Aula Cesari Casa dei donatori di Sangue AVIS, in via dell’Ospedale 20, a partire dalle 8,30. Partecipano, tra gli altri, Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali in collegamento streaming, Paola Cicognani e Mila Ferri, rispettivamente Direttore della Agenzia Regionale per il lavoro e Dirigente dell’Area della Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche della Regione Emilia-Romagna, e Angelo Fioritti, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche della Azienda USL di Bologna.

In Emilia-Romagna il metodo IPS è stato importato e sperimentato per la prima volta a Rimini (studio europeo Eqolise del 2003). Negli ultimi dieci anni, in regione, più di duemila persone hanno utilizzato il metodo e più della metà di esse ha trovato uno o più lavori.

Il metodo IPS persegue il concetto della centralità del cliente, così definito perché non è considerato più un utente che usufruisce passivamente di un servizio ma soggetto attivo con una propria autonomia, responsabilità e contrattualità nei confronti degli operatori e del percorso proposto dal servizio. Il cliente è il protagonista del proprio percorso e si adopera in prima persona nella ricerca attiva del lavoro, nel rapporto con i datori di lavoro e nella gestione del proprio inserimento in azienda. In questo contesto l’operatore IPS, non necessariamente un sanitario ma in continuo contatto con i servizi e gli operatori della salute mentale, sostiene il cliente nel proprio percorso lavorativo garantendo il massimo della disponibilità e della presenza sia nelle situazioni ordinarie che in quelle di difficoltà.

In particolare, l’operatore IPS è presente sin dal momento in cui il cliente sceglie volontariamente di entrare nel mondo del lavoro, in modo da valutare insieme le proprie abilità, il contesto lavorativo, rafforzare risorse e motivazioni e sviluppare un piano d’azione. Ed è presente anche successivamente per analizzare i rapporti con i colleghi ed il datore di lavoro, gli eventuali problemi, la gestione di insuccessi, la decisione se rivelare o meno i propri disturbi.

Sono otto i principi alla base del metodo IPS, che guidano gli operatori nel loro approccio personalizzato: 
1.    Obiettivo lavoro competitivo. Gli specialisti IPS aiutano i clienti ad ottenere una occupazione competitiva nel mercato del lavoro.
2.    Sostegno integrato con il trattamento della patologia mentale. I servizi IPS sono strettamente integrati con il lavoro dei servizi e degli operatori della salute mentale.
3.    Zero exclusion. L’ingresso in un programma IPS è una libera scelta del cliente.
4.    Attenzione alle preferenze del cliente. I servizi si basano sulle preferenze e sulle scelte dei clienti, non sulle valutazioni e sui giudizi o pregiudizi dei professionisti.
5.    Consulenza sulle opportunità economiche. Gli specialisti IPS aiutano i clienti ad accedere e a mantenere i benefici sociali ed economici.
6.    Rapida ricerca del lavoro. Gli specialisti IPS aiutano i clienti a cercare lavoro direttamente e rapidamente.
7.    Lavoro sistematico di sviluppo professionale. Gli specialisti IPS sviluppano relazioni con i datori di lavoro del territorio nel quale operano.
8.    Sostegno a tempo illimitato. La durata del sostegno è individualizzata e basata sulle richieste e sulle necessità del cliente.

Il metodo IPS, già utilizzato in vari Paesi del mondo (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Europa e Italia), si è rivelato nei risultati più efficace rispetto ai precedenti percorsi lavorativi inclusivi. I clienti, infatti, trovano lavoro più in fretta, lavorano per un numero maggiore di ore/giorni e mantengono il lavoro più a lungo nel tempo.

Il modello va ad aggiungersi ai percorsi lavorativi già presenti da tempo in Emilia-Romagna per favorire l’inclusione sociale e l’integrazione lavorativa delle persone fragili e vulnerabili (formazione professionale, tirocini formativi, percorsi lavorativi integrati per disabili L. 68/99, inserimenti in cooperativa sociale B). Ulteriori percorsi di inserimento lavorativo offerti dai servizi di salute mentale dell’Azienda USL di Bologna sono i percorsi di formazione e transizione al lavoro, per chi non vuole misurarsi con la ricerca attiva del lavoro e con la responsabilità di un contratto, e gli interventi sociali riabilitativi in ambiti lavorativi protetti, proposti a quanti presentano disagi gravi e non possono sostenere percorsi lavorativi impegnativi.


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