giovedì 21 settembre 2017

Superstipendio dell’Ausl al consigliere dell’ex ministro. L’esposto alla Corte dei Conti: «Non è laureato»

Ufficio dell'Ausl
Marco ha inviato:

L’esposto è stato presentato alla Corte dei conti la scorsa settimana. Nelle carte inviate ai giudici contabili, una dipendente dell’Ausl di Bologna segnala quello che definisce «l’ennesimo possibile illecito» commesso dall’azienda sanitaria. Nel mirino ci sono i contratti e la retribuzione di Stefano Inglese, già consigliere dell’allora ministro della Salute Livia Turco ai tempi del secondo governo Prodi (2006-2008) e poi, dal 2009 a oggi, collaboratore dell’Ausl bolognese dove è arrivato a percepire fino a 140.00 euro all’anno pur essendo sprovvisto della laurea.

IL PERSONAGGIO - Una carriera, quella di Inglese, facilmente ricostruibile grazie al curriculum pubblicato sul sito dell’Azienda sanitaria. È il 2009 quando il manager, sull’onda lunga dell’esperienza ministeriale, approda all’Ausl di Bologna. L’incarico è di prestigio: «Responsabile comunicazione e Relazioni con il cittadino». Un ruolo che ricoprirà fino al 2015, retribuito con cifre notevoli. Le somme riportate nell’esposto vanno dal 2012 al 2015: Inglese è inquadrato con un co.co.co. da 140.000 euro all’anno. Non sono documentati gli importi degli anni precedenti ( 2009 -2011), ma l’autrice della segnalazione è convinta che siano in linea con quelli successivi. In casa Usl, 140.000 euro all’anno è lo stipendio di un dirigente. Inglese però non è laureato. Ha un diploma di maturità scientifica al Liceo Fermi di Bari. Poi sei anni di frequenza alla Facoltà di Medicina (sempre a Bari) conclusi senza la laurea.

I DUBBI - Ed è proprio su questo punto che si fonda il ricorso alla Corte dei conti.Com’è possibile che un non laureato sia arrivato a percepire cifre così elevate svolgendo, nei fatti, un ruolo da dirigente? Perché, nei documenti interni, Inglese era spesso definito «dott» pur non essendolo?

LA VICENDA - Le cose per Inglese cambiano nel 2015, quando la nuova direttrice dell’Ausl Chiara Gibertoni sostituisce Francesco Ripa di Meana. Il caso del manager diplomato arriva ai piani alti dell’Ausl e qualcuno storce il naso sulle cifre che percepisce. E così, il suo contratto, dal gennaio del 2016 al gennaio del 2017 viene ridimensionato: Inglese percepirà «solo» 77.000 euro all’anno. Cambia anche il nome del progetto: «Definizione e realizzazione di un piano di comunicazione, marketing e raccolta fondi per l’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna». Quest’anno, il suo contratto (da gennaio a luglio 2017), prorogato in maniera «non onerosa» fino a ottobre gli ha garantito appena 38.000 euro.

LE CIFRE - Tutto sanato? Non esattamente. Perché Inglese, dopo avere subito la decurtazione, ha stipulato con il Rizzoli (dove nel frattempo era approdato come direttore generale il medesimo Ripa di Meana) un co.co.co. da 120.000€ per un biennale dal luglio 2016 al luglio 2018. L’incarico? «Sviluppo del piano di marketing della ricerca Ior».

L’ESPOSTO - I faldoni sono ora nelle mani dei giudici contabili; una segnalazione è stata inviata anche all’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione e potrebbe presto arrivare alla Procura della Repubblica. L’esposto però non finisce qui. Tra le segnalazioni inoltrate ai giudici contabili c’è anche quella per una spesa ritenuta eccessiva, 6 milioni di euro, spesa annualmente dalla Ausl per la manutenzione e l’assistenza hardware e software.

L’AUSL - Anna Petrini, direttore amministrativo dell’Ausl di Bologna dà questa versione dei fatti: «Inglese è un collaboratore, non un dirigente. Ma io mi limito a rispondere per l’attuale dirigenza dell’Ausl, che si è insediata da due anni e mezzo». E il passato? «C’era un’altra direzione e Inglese aveva un altro ruolo e un’altra retribuzione. Sono in corso degli approfondimenti».

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