giovedì 17 agosto 2017

Gli agricoltori emiliano-romagnoli abbandonano la frutticoltura.

Dal 1994 perso il 43% frutteti in Emilia Romagna. In poco più di 20 anni passati da 99.438 ettari a 57.599 ettari

Da ANSA
 
In poco più di 20 anni, dal 1994 ad oggi, la superficie dedicata ai frutteti, in Emilia-Romagna, si è quasi dimezzata passando da 99.438 a 57.559 ettari, il 43% in meno, nonostante sia migliorata la produttività per ettaro.
    E' quanto emerge da una analisi condotta dalla Confagricoltura regionale.
    In particolare la superficie coltivata a pesche è scesa da 20.988 a 6.106 ettari e quella a nettarine da 17.728 a 8.563; la pericoltura ha cancellato quasi 10.000 ettari ridimensionando le sue coltivazioni da 30.715 a 20.095 ettari e la melicoltura si è ridotta da 11.733 a 4.821.
    Guardando ai costi di produzione, quest'anno - causa siccità - sono lievitati per l'aggravio legato al consumo di energia elettrica: l'irrigazione di soccorso è costata 5 centesimi in più al kg. Chi conferisce pesche, puntualizza l'associazione percepisce 10-19 cent/kg a fronte di un costo di produzione medio di 50 cent/kg; chi ha raccolto solo albicocche piccole, porta a casa 4-6 cent/kg ma ne ha spesi in media 65-75.

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