domenica 6 agosto 2017

Andare in controtendenza paga. «No a bambini e animali» e l’agriturismo fa il tutto esaurito.

Il titolare: «Ci criticano in tanti, ma gli affari vanno a gonfie vele. Le persone ci scelgono per rilassarsi e non per essere infastidite da chi gioca»

Un lettore ha inviato per la pubblicazione questo articolo del Corriere Bologna, cui aggiunge il commento: "Questa la dice lunga sulla debole educazione che i genitori impartiscono ai figli".


«No bambini e animali, grazie». A dieci minuti da Pianoro, abbarbicata su una collina a 20 chilometri da Bologna, esiste una realtà che ha fatto del relax imposto il suo punto di forza. È l’agriturismo Il Ciuffo, un vecchio casolare, rimesso a nuovo nel 2010, che si propone da un paio di anni come «una piccola isola di quiete per rigenerarsi e rilassarsi».
Un posto dove, per rispettare la tranquillità di tutti, gli under 14 non sono ammessi. Senza alcun tipo di eccezione, anche se il divieto vige per il solo periodo estivo quando è attiva anche la piscina. E così tutte le prenotazioni di famiglie con bambini al seguito vengono respinte e, poco importa se per questo motivo Tripadvisor e la pagina Facebook dell’agriturismo sono pieni di recensioni negative, il lavoro al Ciuffo non manca. Anzi, ogni weekend i gestori registrano il tutto esaurito, con la coda per entrare in acqua.
Oltre, infatti alla parte riservata a chi alloggia, anche questa rigorosamente no kids, l’agriturismo mette a disposizione ogni giorno 80 ingressi in piscina per chi vuole solo rinfrescarsi. «Non abbiamo niente contro i bambini, ma al contrario di altre strutture cerchiamo di far rispettare le regole — sottolinea Roberto Bortolato, titolare assieme alla moglie Monica — Questo non è un luogo adatto ai più piccoli: i tavolini sono di cristallo e le sedute nel giardino in cemento, mentre in piscina non si può parlare ad alta voce, né correre, né gridare, né giocare a palla-. Le persone ci scelgono per rilassarsi e non per essere infastidite da chi, per ovvie ragioni, vuole solo giocare». Una linea dura, ma che, come spiega il gestore, paga. «All’inizio quando abbiamo aperto, abbiamo voluto fare qualche test e abbiamo provato ad accettare anche d’estate chi diceva di avere dei bambini educati, ma niente. Ne capitavano ogni giorno di tutti colori. Così, una volta che ci siamo avviati e fatti il nome, abbiamo deciso di escludere tutti gli under 14 per tutelare il relax altrui. E, nonostante le critiche, la nostra realtà va a gonfie vele».
I proprietari del Ciuffo non sono gli unici in Italia a cavalcare il business, sempre più in espansione, delle strutture ricettive off limits per i bimbi. In tutta la Penisola si contano una ventina di realtà dedicate solo agli adulti. A censirle, anche se si tratta di dati ufficiosi, ci ha pensato un sito tedesco, www.urlaub-ohnekinder. info, che stima solo in Europa 400 strutture alberghiere dove i minori non sono ammessi. A livello legale, però, la giurisprudenza italiana lascia spazio a diverse interpretazioni. Secondo il Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, i titolari di pubblici esercizi, come il Ciuffo, «non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo» (art. 187), escluso il caso di somministrazione di bevande alcoliche a minori, infermi di mente o persone ubriache.
Resta solo da stabilire se il desiderio di relax degli ospiti sia da considerare un legittimo motivo per vietare l’ingresso ai bambini. «Sono io il proprietario di questo posto — specifica l’imprenditore —, e di conseguenza le regole le stabilisco io. L’Emilia-Romagna è piena di strutture più adatte ai bambini».

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