sabato 15 luglio 2017

Uccise Marialaura in tangenziale: «Era ubriaco e con l’auto truccata» Giudizio immediato per il 23enne che la travolse. Andava a 115 all’ora e sotto cannabis.


Marialaura Dibenedetto
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Da il Corriere di Bologna.

Guidava ubriaco, sotto l’effetto di cannabis e la sua auto, una Ford Sierra, era stata truccata e non poteva avere l’omologazione. Con un quadro probatorio definito e fatto l’interrogatorio di garanzia, è stato richiesto il giudizio immediato per il 23enne di Marzabotto accusato di omicidio stradale.
La sera del 14 aprile con la sua auto ha travolto e ucciso in tangenziale Marialaura Dibenedetto in sella del suo Aprilia. La 29enne siciliana, residente da anni a Bologna, quella sera è morta sul colpo. La famiglia della ragazza si costituirà parte civile.

Dagli esiti delle diverse perizie disposte è emerso che il ragazzo quel venerdì sera era alla guida con un tasso di alcol nel sangue di 2,41 grammi al litro, cinque volte superiore al limite concesso di 0,5. Il 23enne è risultato positivo ai test tossicologici per aver assunto cannabis: guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e a una velocità tale da non poter evitare possibili pericoli.
Dalla relazione sulla dinamica dell’incidente e sullo stato dell’auto è emerso che la velocità sostenuta in tangenziale poco era superiore a quella consentita: 115 chilometri orari a fronte dei 90, «comunque a una velocità non idonea a evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone e ad arrestare tempestivamente il veicolo», si legge nel decreto del gip. A questo si aggiunge il fatto che la Ford Sierra era stata «truccata», come emerge dalla perizia, non aveva l’omologazione e quindi non avrebbe potuto circolare. La vittima, Marialaura Dibenedetto, secondo i risultati dell’autopsia, è morta poco dopo l’incidente, dopo essere stata sbalzata via dalla moto e aver sbattuto contro il parabrezza e il tetto della Ford Sierra.
Dalla relazione, inoltre, emerge che la ragazza in quel momento andava ai 43 chilometri orari. E a qualche metro da lei c’erano in auto il papà e il fratello. Il pm Beatrice Ronchi, dunque, concluse le indagini in maniera molto spedita, ha deciso di chiedere al giudice di andare subito a processo e il gip Grazia Nart ha deciso di procedere con il giudizio immediato: se la difesa del ragazzo non dovesse chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento, il processo sarà celebrato il prossimo 21 settembre. 
Soddisfazione da parte della famiglia della ragazza e del legale: «Ci costituiremo parte civile nel processo penale qualunque sia la scelta difensiva dell’imputato — ha spiegato l’avvocato Francesco Villardita — . Ho sentito la famiglia di Marialaura e mi associo a loro: siamo estremamente soddisfatti per la velocità con cui la Procura di Bologna ha portato avanti questa vicenda giudiziaria».

Quella sera l'accusato, in stato di choc, aveva abbandonato l’auto ed era andato a piedi verso l’uscita della tangenziale all’altezza del quartiere Mazzini per poi chiamare i carabinieri. In un primo momento aveva raccontato di essere stato derubato dell’auto, subito dopo ha raccontato la verità. In questi mesi di indagine il 23enne è stato agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Marzabotto, dove vive con la famiglia.

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