I
Carabinieri del NAS di Bologna nel primo quadrimestre del 2017 hanno svolto,
nello specifico ambito sanitario di competenza, una attività di monitoraggio e contrasto all’insidioso fenomeno dell’ esercizio abusivo
delle professioni sanitarie, perpetrato diffusamente da spregiudicati millantatori.
In
virtù del motto al quale si ispirano i Carabinieri del NAS “Salus Populi
Suprema Lex”, è stata effettuata una intensa attività di controllo che ha
consentito di effettuare accessi ispettivi in oltre 80 studi professionali
medici e poliambulatori.
Diverse
le tipologie di illeciti riscontrati:
• odontotecnici
e assistenti alla poltrona colti nello svolgimento di mansioni di esclusiva pertinenza
dell’odontoiatra;
• pseudo
dietologi che prescrivevano diete dimagranti;
• persone
sorprese a dispensare farmaci, all’interno delle farmacie, pur non avendone
titoli;
• falsi
fisioterapisti che agivano su pazienti con difficoltà motorie;
• passando
poi ai falsi infermieri, veterinari, odontotecnici con falso diploma, ecc.
Complessivamente
sono 14 le persone denunciate a piede libero per avere svolto o
tollerato l’esercizio abusivo della professione medica, nello specifico:
- 3
persone operanti nel ferrarese, in un caso un odontoiatra consentiva alla
moglie, assistente
alla poltrona, di effettuare la detartrasi ai propri clienti, questi ultimi
ignari di ottenere
tali prestazioni da personale privo dei titoli. Nella stessa provincia è stato
individuato
uno studio dentistico abusivamente aperto e condotto da odontotecnici che si
comportavano come odontoiatri effettuando diagnosi, radiografie, estrazioni,
cure di carie
a pazienti inconsapevoli del fatto di essersi recati in struttura sprovvista di autorizzazione
sanitaria e condotta da pseudo medici;
- 2
indagati anche nel ravennate, dove un affermato medico odontoiatra
reputando indecoroso
praticare direttamente la pulizia dei denti ai propri pazienti, aveva istruito all’uopo
la propria dipendente, con licenza media, ad operare in tal senso nel cavo
orale dei
pazienti, che pagavano regolarmente la prestazione come se fosse stata eseguita dal “blasonato”
professionista operante in un noto ospedale privato accreditato della provincia;
- 4
indagati a Bologna, nella prima indagine è emerso che due odontotecnici, da
anni gestivano
uno studio dentistico comportandosi come odontoiatri, truffando gli ignari pazienti
sui titoli posseduti, utilizzando per la prescrizione di esami diagnostici e di farmaci
un timbro di un professionista operante nel nord Italia risultato estraneo ai fatti.
Nell’altro caso un odontoiatra ha reputato congruo assumere una ragazza proveniente
dal continente asiatico per eseguire le pulizie dei locali e delle
attrezzature, nonché
la pulizia dei denti dei clienti dello studio dentistico;
- 2
falsi fisioterapisti individuati a Forlì Cesena e Bologna, in seguito a
verifiche attivate
sulla scia del dilagante ricorso all’acquisto di coupon a prezzi
particolarmente vantaggiosi
di prestazioni sanitarie attraverso l’ e-commerce geolocalizzato. Scopo degli
accertamenti
è stato verificare il regolare possesso dei titoli abilitanti all’esercizio
delle professioni
sanitarie, nonché dei requisiti igienico sanitari delle strutture sanitarie,
ove tali
figure professionali esercitano l’attività propagandata su Internet. In
entrambi i casi,
comunque,
le strutture risultavano non autorizzate ed i “pseudo professionisti” privi dei necessari
titoli abilitanti all’attività sanitaria svolta;
- 1
falso dietista a Bologna che millantando di avere una laurea (in realtà mai conseguita),
prescriveva diete alimentari e consigliava l’assunzione di integratori a
uomini,
donne e bambini;
- 1
naturopata a Ravenna che esorbitando le proprie competenze professionali millantava
riconoscimenti internazionali rilasciando diete alimentari finalizzate a rapido dimagrimento;
- 1
veterinario nella provincia di Bologna completa la gamma dei “falsi
esercenti professioni
sanitarie” scoperti. Questi effettuava visite a domicilio per la cura di gatti,
senza
aver mai conseguito il titolo di laurea. L’uomo non ha nemmeno saputo spiegare la
provenienza dell’ingente quantitativo di farmaci ad uso veterinario, rinvenuto
nella
sua
abitazione e posto successivamente sotto sequestro.
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