L'Unione
dei Comuni dell'Appennino bolognese informa:
Tra
le molte ricchezze dell’Appennino bolognese ce n’è una che in
tanti hanno imparato ad apprezzare anche fuori regione: sono gli
organi storici, le cui proprietà musicali sono state apprezzate dal
25 al 27 maggio scorsi da un gruppo di studenti di
Organo e Musicologia del Conservatorio G.Rossini
di Pesaro.
L’iniziativa,
giunta alla terza edizione, è stata organizzata dall’associazione
Arsarmonica in collaborazione con i comuni di Monzuno e San Benedetto
Val di Sambro, i parroci e le comunità parrocchiali, gli Istituti
Comprensivi di Monte San Pietro e San Benedetto, la Banda Bignardi,
il Gruppo di Studi Savena Setta Sambro ed Emil Banca.
Il
progetto prevede visite guidate e lezioni sugli strumenti antichi
dell’Appennino;
la peculiarità tuttavia è data dalla presenza di saggi rivolti al
pubblico e lezioni-concerto per le scuole del territorio.
In questo modo si attua uno scambio tra visitatori marchigiani e
studenti e residenti emiliani che si rendono consapevoli non solo
della musica ma anche della ricchezza dei luoghi nei quali vivono e
studiano. Ogni concerto è infatti anticipato da una guida
all’ascolto a cura degli allievi musicologi. In questa edizione ci
sono state due “lezioni-saggio” rivolte agli alunni della scuola
primaria e secondaria di Monte San Pietro e di San Benedetto Val di
Sambro, durante le quali i musicisti hanno presentato e suonato lo
strumento con un programma adeguato, accompagnando i ragazzini in
cantoria per fare loro capire il funzionamento della macchina sonora.
Quest’anno
la “maratona musicale” ha coinvolto ben undici organi nel comuni
di Monte San Pietro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, Sasso
Marconi, per terminare a Bologna con gli organi del Real Collegio di
Spagna, Lavino e San Michele in Bosco.
Il
momento più bello è stato probabilmente raggiunto presso la chiesa
di San Michele Arcangelo a Brigola di Monzuno, quando gli studenti
pesaresi hanno suonato insieme all’Ensemble
Jack & Ladies
della Banda Bignardi,
su un programma che spaziava da Beethoven a Farkas, da Saint-Saëns
a Telemann.
Come
racconta
uno degli organizzatori, Ida
Zanini della Associazione Arsarmonica: “È
stato emozionante vedere giovani di diverse provenienze, accomunati
dalla passione per la musica, che hanno dato vita a una scoppiettante
serata, incontrando il sincero apprezzamento e la calda ospitalità
dei residenti. Gli antichi organi dell’Appennino sono un patrimonio
storico meraviglioso, hanno bisogno di fare sentire la loro voce per
ricordare la loro presenza. Occorre proprio “andare a trovare”
gli organi là dove sono, per capire come essi si connettano ai luogo
e alla comunità”.
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