sabato 8 aprile 2017

Ospedale di Vergato, ultimo baluardo.


La proposta di riorganizzazione ospedaliera provinciale, con i più che sostanziali depotenziamenti dei presidi di Vergato e Loiano, è la 'Caporetto' dell'Appennino. La difesa dell'ospedale di Vergato, la linea del Piave su cui si vuole organizzare la tenuta e la rivincita.
Si è svolta oggi infatti a Vergato una manifestazione pro ospedale molto partecipata con la quale si è voluto ancora una volta dare corpo al disagio sociale avvertito dai residenti e urlare l'ennesimo 'basta' a chi vuole spingere alla deriva questa parte del territorio provinciale.
Un impoverimento che ha avuto inizio con la perdita dell'intero patrimonio industriale di vallata, affiancato dalla crisi ondeggiante e mai sostanzialmente risolta delle terme di Porretta , cui è seguito il percorso difficile del Corno alle Scale. 

 
Gratta gratta nella vallata rimane la sola presenza 'artigianale', spesso sofferente. Un risultato che ha origini lontane, negli anni '80, probabilmente dal rifiuto ( partito da Bologna) della realizzazione della 'nuova statale Porrettana', che avrebbe dovuto dare un nuovo tracciato, adeguato ai tempi, da Bologna a Porretta Terme. La nuova Porrettana è stata realizzata solo parzialmente, da Carbona a Porretta e da Sasso Marconi alle porte di Casalecchio. Ironico il fatto che Sasso Marconi sia stato allora fra i comuni più decisi a pronunciarsi contro la nuova arteria.

Folle poi che la 'vera emergenza', il nodo di Casalecchio, sia lì incompiuto a dispetto dell'approvazione del progetto e dello stanziamento, già disponibile, della somma necessaria al compimento. I Casalecchiesi debbono 'tabaccarsi', volenti o nolenti, i fumi di tutte le auto della valle del Reno costrette a transitarvi ogni giorno in file chilometriche. Ulteriore prova della disattenzione politico-amministrativa che ha la vallata.

D'altronde la valle del Reno è passata da 'modello d'avanguardia' a 'modello di degrado'.
La statale Porrettana è stata la prima strada di fondovalle la cui realizzazione, intorno al 1830 quando la trazione era animale, permise di coprire il tragitto Bologna-Porretta in un sol giorno, traguardo eccezionale per l'epoca. E la ferrovia Porrettana fu un 'gioiello tecnologico' di assoluto primato. Ma allora, grazie anche alla ottima offerta di mobilità, il lavoro arrivò. Ora si 'dorme' perchè si allontani.
Numerosi alla manifestazione di oggi gli interventi, fra cui quelli dei politici, che è difficile capire fino a che punto siano alla ricerca di 'ripresa di vallata' o di 'consenso elettorale' .

Certo non è difficile condividere l'affermazione del consigliere regionale Galeazzo Bignami ( a sin. nella foto) : “ Qui si è parlato in un modo e si è agito in un altro”. E' certamente vero: di fronte agli elettori si sono fatte migliaia di promesse. Nelle sale della politica si decideva il contrario.
Sta di fatto che la vallata aspetta ancora gli eredi degli amministratori di inizio '800. Loro sono stati certamente più bravi e lungimiranti degli attuali.





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