Riceviamo:
Venerdì
prossimo, 1° aprile 2017, presso il Polo formativo di Lama di Reno,
in via Lama di Reno 34 a Marzabotto, si terrà, dalle 9:30 alle
13:00, l’evento di lancio di Welcoming Bologna: un laboratorio di
idee e confronti sulle relazioni tra migrazione, imprenditoria e
lavoro. L’incontro vuole essere un’occasione per individuare
insieme ai partecipanti percorsi da sviluppare nei prossimi mesi nel
Distretto dell’Appennino Bolognese. Seguendo la metodologia alla
base di Welcoming Bologna, il contributo di ciascun relatore e
partecipante sarà prezioso nell’ottica di una progettazione
partecipata che risponda ai bisogni locali.
La
prima parte sarà dedicata al tema del lavoro e dell’imprenditoria
straniera: saranno passati in rassegna i dati nazionali e locali,
mentre uno sguardo particolare sarà rivolto al Distretto
dell’Appennino Bolognese.
Dopo
il saluto di Romano Franchi, Sindaco di Marzabotto, e l’introduzione
di Luca Rizzo Nervo, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di
Bologna, Franco Pittau, Coordinatore scientifico del Dossier
Statistico Immigrazione, spiegherà come e perché gli immigrati
rappresentano una risorsa, oltre che una componente essenziale per
l’economia italiana. Sarà fornita poi una panoramica più
dettagliata sui dati locali relativi all’immigrazione,
all’occupazione dei cittadini stranieri e alle imprese presenti nel
Distretto Appennino Bolognese attraverso gli interventi di Marco
Mastacchi, Sindaco di Monzuno e Presidente del Distretto Appennino
Bolognese e di un rappresentante dell’Ufficio di Piano del
Distretto.
Seguirà
una tavola rotonda moderata dalla giornalista di TRC, Camilla di
Collalto: un momento di confronto e di crescita che, attraverso
esperienze, idee e testimonianze provenienti da realtà diverse,
delineerà il quadro dell’occupazione straniera nell’Appenino
bolognese individuandone criticità, soluzioni e prospettive.
Parteciperanno al dibattito Madi Sakande, vincitore del premio
MoneyGram 2016 come miglior imprenditore straniero con la sua ditta
New Cold System Srl, Claudio Tedeschi, Amministratore Delegato della
Dismeco srl, Anna Rosa Rossi, dell’Ufficio stranieri della CGIL,
Domenico Perrotta, sociologo dell’Università di Bergamo e membro
del consiglio direttivo dell’associazione Funky Tomato, Omar
Amchiaa, dell’Associazione culturale islamica per l’integrazione
di Marzabotto, Bouchaib Khaline, Presidente dell’Associazione
immigrati appenino bolognese (AIAB), e Serena Tosi, dell’area
lavoro della società cooperativa sociale Lai-momo. Le conclusioni
saranno affidate ad Andrea Marchesini Reggiani, Presidente di
Lai-momo.
La
mattinata si concluderà con un aperitivo con piatti tipici siriani,
a cura del ristorante “Sham Cibo Siriano”, creato e gestito da un
giovane imprenditore originario della Siria .
Welcoming
Bologna è un progetto dell’associazione Africa e Mediterraneo, in
collaborazione con il Comune di Bologna e Lai-momo soc. coop. soc.,
co-finanziato da Cities Alliance, con il supporto di UCLG United
Cities and Local Governments. Per maggiori informazioni:
www.welcomingbologna.eu; www.facebook.com/welcomingbologna;
http://twitter.com/welcoming_bo.
Informazioni
e contatti Si prega di confermare la propria presenza scrivendo una
mail a info@welcomingbologna.it. Tel. +39 051 840166.
Ma che sarà mai!
RispondiEliminaRoba da vetero-terzomondisti, da no-border sorosiani e da elemosinieri d’Oltre-Tevere.
A Torino sono molto più avanti di voi, dal 2014 hanno già invitato la “Finanza Islamica”, hanno già auspicato la costituzione di “banche islamiche che adottino una finanza conforme alla Sharia". Cercatevi e leggete in rete l’intervista al sindaco di Torino.
Invece qui nel vostro programma Wellcoming Bologna non vedo l’invito alle banche islamiche.
Perchè? Come mai? Cosa c’è che vi frena?
ci manca solo le banche islamiche poi siamo a posto ormai comandano loro le donne con quel copricapo non le concepisco
RispondiEliminaI migranti hanno l'obbligo morale di contribuire all'economia dei propri paesi.
RispondiEliminaQuando ospiti di un paese ne rispettano le tradizioni e si integrano. Qui invece siamo all'islamizzazione col sostegno tromboni sostituzionisti razzisti che catechizzano gli ospitanti di doversi adeguare agli ospiti.
Come già detto a Mimmo Perrotta su Funky Tomato in ambito GAS, terre e risorse in Italia sono limitate e i contadini italiani sono già in enormi difficoltà e non c'è alcun bisogno né senso nel catapultare dall'esterno centinaia di migliaia di competitori per campi e produzioni agricole. I campi stessi in Italia sono limitati, in territori sovrappopolati, e non possono ospitare numeri alti a piacere di imprese agricole condotte da alloctoni.
Non ha alcun senso sostenere la produzione di conserve di pomidoro prodotti da invasori dirottando a essi il sostegno etico prima rivolto alle piccole imprese contadine italiane.
La visione marxistoide che giustifica ogni cosa in termini economicistici è disgustosa. Non siamo tubi digerenti che debbono digerire qualsiasi cosa imposta loro dall'esterno. Molti valori NON sono economicamente negoziabili né annullabili da coercizioni imposte.
Non voglio citare dati sull'emmoragia di capitali dovuti alle rimesse, sui miliardi di euro di costi vivi dovuti al sostegno all'invasione, sul debito ormai indicibile dello stato italiano.
Semplicemente se non ti vuoi sposare, non c'è alcun motivo di dover subire o analizzare i costi delle nozze. No!?
L'Italia ha una situazione occupazionale drammatica (qui, qui, ad esempio): in una situazione di grave eccedenza di forza lavoro solo degli idioti o dei criminali possono sostenere e imporre l'arrivi di milioni di lavoratori.
La maggior parte dei nuovi lavoratori va a competere brutalmente con le classi deboli italiane per lavori poco qualificati che verranno in gran parte distrutti dall'automazione. Questo comporterà una destabilizzazione, per induzione, di tutto il mercato del lavoro e quindi della società.
La mistica degli invasori come risorse o pagatori di pensione è del tutto smentita dai semplici fatti della realtà: ad esempio, in Germania, dopo due anni, solo 34k di oltre 1.2M di migranti, hanno trovato occupazione (siamo al 97,2% di nulla/poco/scarsofacenti, Mail on Line su fonti ministeriali tedesche).
La presenza, come sempre, di un riferimento islamico è il segno della progressiva integrazione degli indigeni italiani nell'Euararabistan in veloce formazione.
Qualcuno ha chiesto agli italiani se vogliono essere integrati e sottomessi in una società islamica nella loro terra?
La sovversione antidemocratica imposta dai neosoviet, oltre essere ammantata di falsi clamorosi (prodotti tossici dell'oppio marxista) è sfacciata: questo sistema di fanfaluche, falsi, sovversioni e adulterazioni della realtà deve essere imposta con una propaganda asfissiante. Più è evidente la falsità e più questo sistema di adulterazione deve essere martellato, ripetuto.
No grazie.