martedì 14 febbraio 2017

Per non dimenticare le FOIBE.


Sasso Marconi ha celebrato il 'Giorno del Ricordo' dedicato ai tristi eventi legati alle 'Foibe' e all'esito italiano da Istria e dalla Dalmazia. Una pagine della storia nazionale che 'opportunità politiche' imposero di 'dimenticare' e che invece ora si vuole riacquistare anche per completare la 'storia nazionale'. Le più coinvolte nella giornata le scolaresche di tutto il Comune.

di Eugenio Salamone

Le foibe sono cavità naturali di profondità variabile tipiche della regione istriana e del Carso, dove durante e subito dopo la seconda guerra mondiale furono gettati dai partigiani comunisti iugoslavi i corpi delle loro vittime, in maggioranza di etnia italiana.
Si è trattato di una vera e propria pulizia etnica volta a cancellare la presenza italiana nel territorio e l'esodo che ne è seguito (350'000 persone di ogni classe e ceto sociale) è una testimonianza più che sufficiente del clima di terrore che si doveva vivere.
Va detto che l'asprezza nei confronti degli italiani ha origine già nella seconda metà dell'ottocento con l'avvento del nazionalismo croato, come testimonia Antonio Bajamonti in un celebre discorso della Società Politica Dalmata a Spalato nel 1886: "Nessuna gioia, solo dolore e pianto, dà l'appartenere al partito italiano in Dalmazia. A noi, italiani della Dalmazia, non rimane che un solo diritto, quello di soffrire." 
 
Le foibe furono un massacro dove morirono, senza distinzioni, repubblichini di Salò, partigiani, autorità politiche, religiosi e civili che avevano la sola colpa di essere italiani; e tutto questo perchè l'unico obbiettivo dei partigiani comunisti iugoslavi era di cancellare la presenza italiana, sia che appartenesse alla Repubblica Sociale di Salò, sia che fosse del CLN, in modo da poter rivendicare ed annettere l'Istria e parte della Venezia Giulia e della Dalmazia al regime comunista iugoslavo.

« 1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del Ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di Istituzioni ed Enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. 
Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero. »
(legge n.92 del 30 marzo 2004)

Questo è il testo della legge istituita nel 2004, ma anche dopo la sua promulgazione, non si può certo dire che le istituzioni e la politica abbiano avuto la capacità di dare il giusto spazio a questa commemorazione. Ideologia, risentimento, strumentalizzazioni (dall'una e dall'altra parte), non hanno fatto altro che oscurare e danneggiare ulteriormente il ricordo di quei fatti.
Ora però, dopo anni e anni di tentativi per far comprendere il significato e il valore di questa tragedia a tutti, ci accorgiamo che le cose stanno finalmente cambiando, l'Amministrazione Comunale non presta più il fianco a certi squallidi tentativi per insabbiare il tema e anzi, se ne fa promotrice in maniera diretta, coinvolgendo le scuole e tramite noi gli amici dell'ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) nelle figure di Paolo Jelich e Marino Segnan. Persino la presenza dell'Anpi, che inizialmente ci fece pensare ad una strana "mescolata di carte in ultima mano", con in più un titolo per il convegno assai ambiguo, si è alla fine e finalmente dimostrata una presenza equilibrata che non ha fatto politica e non ha confuso la storia dandone una propria personale interpretazione.
Tre giorni di commemorazioni, convegno a teatro e al centro sociale di Borgonuovo, deposizione di una corona di fiori (un grazie a "unici '89" per il mazzo di fiori appesi al palo).
Questo, è il miglior regalo che si possa fare alla memoria del nostro amico e compaesano Alessio Ferretti e di tutti coloro che furono coinvolti in questa immane tragedia.

3 commenti:

  1. Spero solo che la storia sia stata raccontata per intero, partendo dall'occupazione fascista dei territori ex jugoslavi, dai campi di concentramento realizzati dagli italiani. Perchè le foibe hanno una storia lunga, che parte ben prima dei barbari omicidi di nostri connazionali, fossero fascisti o meno non importa, fu una barbarie.
    mi chiedo poi perchè salomone si interessi sempre e solo di questa celebrazione, mentre sia difficile vederlo il 25 aprile, il primo maggio o in altre occasioni di ricordo e celebrazioni. soprattutto vederlo così impegnato e coinvolto.

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  2. "Persino la presenza dell'Anpi, che inizialmente ci fece pensare ad una strana "mescolata di carte in ultima mano", con in più un titolo per il convegno assai ambiguo, si è alla fine e finalmente dimostrata una presenza equilibrata che non ha fatto politica e non ha confuso la storia dandone una propria personale interpretazione".
    Ma cosa vuol dire sto periodo? Qui l'unico che provoca e vuol fare polemica è Salamone. Al quale ricordiamo che l'ANPI fa politica sempre, anche in occasione della commemorazione del giorno del ricordo. La presenza dell'associazioni partigiani è doverosa. Così come l'ANPI a differenza d'altri che non perdono occasione per apparire senza essere, opera ed ha sempre operato, a partire da questi luoghi, per la salvaguardia della memoria storica. Ci stupiamo pertanto che Salamone, e chi con lui, ne approfitti per strumentalizzare o muovere affermazioni fuori dal contesto della giornata che, lo ribadiamo, serve per commemorare un evento grave e luttuoso, che va compreso nella propria portata ed interezza, e più in generale ricordare la tragicità della guerra e di tutti i conflitti violenti.

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  3. Mi hanno segnalato solo ora la comparsa di due commenti sotto il pezzo, quindi chiedo scusa per il ritardo nel rispondere, ma vedo di farlo adesso.
    Il secondo commento non credo meriti alcun tipo di risposta, parla di "apparire senza essere", un giudizio che io non avrei l'arroganza di rivolgere a nessuno e che comunque appare davvero ridicolo se scritto in forma anonima da chi non ha neanche gli attributi di metterci la faccia (con buona pace dell'apparire senza essere...), mentre al primo commento rispondo dicendo molto semplicemente che questi eventi, queste commemorazioni, vengono da ciascuno di noi vissuti in un modo piuttosto che in un altro, fondamentalmente sulla base delle proprie esperienze personali al riguardo.
    Nel mio caso, l'interesse a questa commemorazione e a mantere vivo il ricordo di quei tragici eventi, si lega con la storia di un amico, Alessio Ferretti, che purtroppo non è più fra noi e che ha vissuto sulla propria pelle l'Esodo, passando il resto della vita cercando di trasmettere agli altri e a difendere la verità su quei fatti.
    Fu Alessio a permettermi di prendere conoscenza di quello che accadde in quei luoghi lontani, a farmi capire il peso portato e il prezzo pagato dagli abitanti di quelle terre per la sconfitta del nostro paese nella seconda guerra mondiale.
    Mi ha dato alcuni libri, alcuni articoli e mi ha fatto conoscere l'ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), associazione che ancora adesso mantiene vivo il legale fra esuli, i propri costumi e tradizioni, le proprie canzoni e il proprio dialetto.
    E quando, con un altro amico, lo andai a trovare, sul letto dell'ospedale, per portargli l'ultimo saluto, ho ripromesso a me stesso che avrei continuato questa piccola opera di divulgazione come piccolissimo omaggio al suo impegno e alla sua memoria. Tutto qui.
    Per quello che riguarda le altre commemorazioni, mi spiace deluderla, ma compatibilmente col mio lavoro non ho alcuna difficoltà ad andare ad alcuna di queste. Ero presente per esempio a Monte Sole qualche anno fa quando la massa di presenti lì convenuta diete del fascista all'allora Presidente del Senato Pietro Grasso...
    Sono nato nel dopoguerra, non ho nostalgie di alcun tipo e ho solo la mia storia politica e personale della quale non sento il bisogno di vergognarmi in alcun modo.
    Cordiali saluti
    Eugenio Salamone

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