Riceviamo:
Raffaella
Sensoli ( nella foto) , consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, ha presentato
una interrogazione riguardo ai primi dati sulle sanzioni comminate a
chi non si presenta a un esame: “Utilizzo avviso bonario potrebbe
eliminare i costi di notifica degli atti. E sulle liste d’attesa
garantire la stessa puntualità a favore dei pazienti”.
Unificare
i sistemi di riscossione delle multe per le mancate disdette per
visite ed esami, evitare di tartassare oltremodo i cittadini
utilizzando l’avviso bonario che permetterebbe loro di
regolarizzare la propria posizione senza dover spendere altri soldi.
Sono queste alcune delle proposte che Raffaella Sensoli, consigliera
regionale del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione
Sanità, fa alla Giunta all’interno di una interrogazione riguardo
ai primi dati diffusi sulle multe comminate ai cittadini che non
hanno provveduto in tempo a disdire l’esame o la visita medica
prenotata e programmata in una struttura sanitaria pubblica. “Anche
se al momento non ci sono dei dati complessivi per tutte le ASL
riguardo all’entità di queste multe – spiega Raffaella Sensoli –
crediamo che le cifre che sono state diffuse per Bologna e Ferrara
siano sufficienti per introdurre degli accorgimenti al sistema di
riscossione messo in atto dalle aziende sanitarie. Da quanto è
emergo in questi giorni sembra che a Ferrara si preveda di ottenere
dalle multe quasi 300mila euro per il periodo che va da aprile a
dicembre 2017. Soldi a cui si andranno a sommare altrettanti 300mila
euro derivanti dalla copertura del costo delle raccomandate e delle
notifiche degli atti. Noi crediamo che, su questo ultimo aspetto, si
possa utilizzare un sistema che permetta di non pesare ulteriormente
sulle tasche dei cittadini, ovvero l’avviso bonario che
consentirebbe agli utenti di regolarizzare la propria posizione senza
l’aggravio di spese accessorie”. Fermo restando la validità di
far pagare una multa a chi non disdice in tempo il suo esame o la sua
visita specialistica, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle
rilancia l’idea di creare una sorta di compensazione per chi è
obbligato ad attendere lo svolgimento della propria prestazione oltre
i limiti previsti per le liste d’attesa. “Il decreto legislativo
del 29 aprile del 1988 prevede, qualora i tempi di attesa si
prolunghino oltre i limiti massimi consentiti, la possibilità per i
pazienti di chiedere la stessa prestazione venga svolta alle stesse
condizioni nell’ambito dell’attività libero professionale. Una
opportunità che noi avevamo chiesto già tempo fa di introdurre ma
che Giunta e PD hanno sempre bocciato. Ma visto che c’è anche una
legge a prevederlo non vediamo il perché la Regione si debba opporre
ancora una volta alla sua attuazione. Se le ASL pretendono
correttezza e puntualità nella fase di disdetta di un esame da parte
dei pazienti, lo stesso deve avvenire quando sono proprio le aziende
sanitarie a non poter garantire queste prerogative” conclude
Raffaella Sensoli.
RispondiEliminaCome sempre si parte da una cosa che sembra giusta, ma la finalità è sempre quella di spremere il cittadino/contribuente (che già paga salate tasse, contributi, barzelli, etc.) facendo entrare nel bilancio programmatico tali "multe".