3
voti a favore della fusione e 2 contrari. Chi ha indicato quale
fusione avrebbe preferito, uno con Sasso e Marzabotto e 2 con
Monghidoro, San Benedetto e Loiano.
Il
numero esiguo delle preferenze dimostra che non ha avuto successo
l'indagine promossa dall'amministrazione comunale di Monzuno fra
coloro che hanno partecipato all'incontro sulle 'fusioni di comuni'
che si tenuto a Vado la scorsa settimana. Il sindaco Mastacchi si è
spiegato la larga reticenza con il fatto che la scheda consegnata ai
presenti prevedeva l'indicazione del nome del 'votante'. L'abitudine
elettorale è infatti anonima. Il primo cittadino di Monzuno ha
comunque assicurato che opererà per avere comunque lo stato delle
preferenze della comunità monzunese.
Anche
se il campione è esiguo qualche considerazione, con la dovuto
prudenza e con poca attendibilità, è comunque possibile farla. Il
tema 'fusione' è all'attenzione della cittadinanza, cosciente
dell'importanza della scelta che i comuni sono chiamati a fare e
l'ipotesi di fusione prevale 3 a 2. Chi ha dato anche la preferenza
sulla modalità di fusione lo ha fatto con altrettanta cognizione sul
fatto. Prevale l'ipotesi di fusione Monzuno-Loiano-Monghidoro e San
Benedetto dettata certamente da affinità socio-economico-culturali
fra le 4 comunità e da collaborazioni positive in corso da tempo.
Seconda, quella Monzuno-Sasso-Marzabotto, anch'essa tutt'altro che
assurda poiché molta parte dei residenti della bassa valle del Setta
e del Reno gravita e ha una via preferenziale su Sasso Marconi.
Sarà
interessante valutare l'orientamento dei monzunesi su un campione
numericamente più qualificante.
In
merito al Convegno che aveva quale relatore il Prof. Stefano Zamagni ( nella foto a sinistra) ,
ordinario di Economia Politica all'Università di Bologna, sono state
messe in luce diverse ipotesi operative in campo. Il professore ha
sottolineato come non possa essere la sola attrattiva economica, data
dagli incentivi previsti per le fusione, a spingere le comunità a
unirsi. A questa si devono aggiungere concreti interessi strategici e
sociali delle comunità coinvolte.
Fra
i sindaci presenti, Marco Mastacchi di Monzuno ha confermato la sua
nota posizione critica nei confronti delle fusioni perchè imposte, a
suo dire, a comunità strategicamente impoverite per renderle docili
con la mira di risorse economiche importanti. Di parere apposto i
sindaci di Vergato e di Castiglione dei Pepoli, Massimo Gnudi e
Maurizio Fabbri. Mentre gli altri,
Alessandro Santoni di San Benedetto,
Mauro Brunetti di Castel di Casio, Barbara Panzacchi
di Monghidoro,
Salvatore Argentieri di Castel d'Aiano e il vice sindaco di
Monghidoro, Giovanni Maestrami hanno
avuto una posizione più sfumata: il tema pare debba essere ancora
allo studio.
“Penso
che questo evento abbia contribuito a vedere l'argomento fusioni dei
comuni in un'ottica più complessiva e non solo dal punto di vista
economico”, ha voluto rimarcare il sindaco Mastacchi. “ Auspico
che ci siano altri incontri nei nostri paesi. L'argomento è di
portata storica e per questo merita di essere meglio conosciuto e
approfondito il più possibile”.
anonima AVETE CAPITO anonima
RispondiEliminaE' ridicolo commentare un sondaggio fatto su 5 persone, non ha alcun valore!
RispondiEliminaHo partecipato all'incontro ma non ho partecipato al sondaggio per un motivo molto semplice. Non è stato data alcuna informazione basata su dati reali, non è stato fatto alcun studio di fattibilità, non è stato spiegato cosa cambierebbe per i cittadini. Non ritengo di esprimere un parere sulla base di una simpatia o antipatia
RispondiElimina