martedì 27 settembre 2016

Enews 444 e le ragioni del 'Sì' di Renzi.


Ho ricevuto una bellissima lettera di un vecchio e caro amico. Che mi ha criticato molto perché sarei "diventato troppo buono." Caro Matteo, continua Paolo, "non capisci che gli altri stanno alzando i toni? E voi sembrate sulla difensiva mentre dovreste attaccarli, urlare più forte?" Confesso che questa email mi ha fatto molto riflettere. Le enews del resto a me servono a questo: tenere la finestra aperta nel palazzo romano e far entrare un po' di aria fresca. Dunque grazie a Paolo e a chi - come lui - scrive quotidianamente. Ma sono sempre più convinto che il marchio di fabbrica della nostra avventura sia quello di fare proposte, non di andare contro. Non l'ho fatto nemmeno con Travaglio in TV quando lui utilizzava parolacce e volgarità per descrivere la riforma costituzionale e interrompeva continuamente per impedirmi di parlare. Noi siamo diversi dagli urlatori di professione (a proposito di Travaglio e di quanto ha detto nella trasmissione ecco due grafici: il primo, basato su dati ufficiali Istat, dimostra che durante il Governo Renzi il numero degli occupati totali in Italia è cresciuto da febbraio 2014 sino a luglio 2016 di 585mila unità. Il secondo, sempre da dati Istat, mostra l’accelerata sui posti di lavoro a tempo indeterminato data dalle misure del governo).
Ricordate quando ero tra i pochi che non attaccava Berlusconi a livello personale ma chiedeva al PD di proporre un'alternativa? Quando abbiamo smesso di parlare di lui e ci siamo preoccupati del Paese, magicamente, tutto è cambiato. Abbiamo preso il 41% e ci siamo messi in moto per cambiare l'Italia. Anche adesso comprendo chi - sconvolto dal livore di una parte dell'opposizione che ogni giorno attacca la stampa e gli avversari - vorrebbe che noi giocassimo la carta dello scontro.




 
Ma non avverrà. C’è una bellissima immagine che ha fatto il giro del web in questi giorni: è Michelle Obama che abbraccia affettuosamente l’ex presidente e avversario politico George Bush. Ieri alla manifestazione di Palermo i cori dei grillini mi equiparavano alla mafia. Noi non scenderemo mai a quel livello e continueremo a rispettare gli avversari politici. Perché noi siamo e saremo quelli delle proposte non quelli degli insulti. Nel merito, chiederemo sempre e comunque di confrontarci sul merito. Sta qui la nostra diversità. Non vanno attaccati quelli che dicono no, a prescindere, dall'Expo alle Olimpiadi, dalle riforme ai diritti: vanno lasciati fare. Dovrà essere chiaro che con il loro dire NO a tutto l'Italia non ripartirà mai.
E però noi dobbiamo essere forti nel raccontare cosa stiamo facendo e cosa faremo. Dalle leggi sul sociale alla riforma della pubblica amministrazione. Dalle tasse agli investimenti in cultura. Perché noi ci proviamo, ogni giorno, in tutti i campi. Commettiamo errori? Talvolta qualcuno, certo. Chi fa, può sbagliare, ma almeno cambia le cose. Chi sta fermo alla finestra a urlare e insultare lascia tutto come prima. Guardate questo
video sull'Expo.
Dire no alle Olimpiadi perché non si è d'accordo è un atto legittimo. Dire no alle Olimpiadi perché in otto anni si crede di non riuscire a combattere la corruzione a Roma significa rinunciare a fare politica, a cambiare le cose, a dare una speranza alla propria comunità. Non è solo una figuraccia internazionale per l'Italia: è un'ammissione della propria incapacità di cambiare le cose.

Vedo l'Italia del 2017. Il G7 a Taormina, decisivo. L'incontro di Roma del 25 marzo per raccontare come vogliamo cambiare davvero l'Europa anziché lasciarla preda di egoismi e burocrazie. E il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mai così importante anche alla luce di quello che sta avvenendo nel mondo. Questa Italia, per me, ha bisogno di gente che propone, non di gente che urla. E questa Italia deve cambiare, non può rimanere ostaggio dei soliti noti, della solita palude che ha bloccato la crescita dell'ultimo ventennio. Ecco perché il referendum costituzionale (si voterà il 4 dicembre, dalle 7 alle 23) è fondamentale. E il risultato del referendum non dipende tanto da me, ma da tutti voi.

Nel merito la questione è semplice. Vogliamo superare il bicameralismo paritario sì o no? Vogliamo ridurre il numero dei parlamentari si o no? Vogliamo contenere i costi delle istituzioni si o no? Vogliamo cancellare il CNEL si o no? Vogliamo cambiare i rapporti Stato Regioni che tanti conflitti di competenza hanno causato in questi 15 anni si o no?

Questo è il quesito referendario. Così stabilito dalla Legge, non dal marketing.
Ma potremmo ridurlo a un concetto più semplice. Vogliamo avere un Paese più stabile e più semplice o vogliamo tornare alle bicamerali D'Alema-Berlusconi o consegnarci a una strana forma di democrazia diretta in cui una srl di Milano controlla la democrazia interna di uno dei più grandi partiti del Paese e si lega ai propri amministratori da contratti privati con tanto di penali da pagare?

La partita è tutta qui. Qui e ora.
Chi vuole cambiare, ci dia una mano. Dandoci del tempo, chiamando un po' di amici, facendo il volontario sulla rete o tra la gente. Oppure costituendo un comitato. Come fare è spiegato su 
www.bastaunsi.it Dove chi vuole può anche dare un piccolo contributo economico, prezioso per la campagna di comunicazione, che abbiamo iniziato a far girare.
Ogni sforzo è importante. Può persino essere decisivo.
La partita è adesso e non tornerà. Non ci sarà un'altra occasione. Sono certo che non la sprecheremo

Per chi vuole saperne di più.
Pensierino della Sera. Quando dico che talvolta facciamo errori, dico un'ovvietà. In questa settimana hanno tenuto banco le tragicomiche vicende della campagna di comunicazione sul Fertility Day del Ministero della Sanità per affermare un concetto giusto (la crisi demografica è un pericolo per il Paese) con strumenti sbagliati. Saper comunicare è un dovere. Farlo in modo perfetto invece è un dono. Checco Zalone lo ha dimostrato una volta di più. Impegnatosi come testimonial della lotta contro la SMA, ha giocato sulle sue caratteristiche e si è inventato uno spot provocatorio e per me fantastico. Lo trovate qui.
La prossima volta che qualche dirigente vorrà fare una campagna di comunicazione sul Fertility Day lo obbligheremo a chiedere consiglio a Zalone: sicuramente ci divertiremo di più.

8 commenti:

  1. Le ragioni del NO a Renzi:
    Banca Etruria & co. nel dimenticatoio. Insabbiata la commissione sugli scandali bancari promessa da Renzi.
    Doveva far luce sul fallimento di Banca Etruria e compagnia. Invece la commissione parlamentare d'indagine sugli istituti di credito promessa da Matteo Renzi giace insabbiata al Senato. E ormai non ci sono più nemmeno i tempi tecnici per farla partire.

    http://www.lanotiziagiornale.it/banca-etruria-co-nel-dimenticatoio-insabbiata-la-commissione-sugli-scandali-bancari-promessa-da-renzi/

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  2. Quando non sai che fare, prendi tempo. È la prima legge dei mistificatori, quelli che si arrampicano sugli specchi, fanno il gioco delle tre carte, sperano nel colpo di fortuna all'ultimo istante utile. È esattamente quello che sta facendo Matteo Renzi su tutti i temi che scottano sul tavolo della politica. Rinviare, rimandare, scommettere sul giorno dopo, fare domani quello che si poteva fare oggi. È il segno di una crisi di leadership. Il capo del governo non ha un programma e non ha una risposta ai problemi del Paese. Spera e incrocia le dita. Il famoso referendum sulle riforme istituzionali messo in calendario il 4 dicembre, l'ultimo giorno utile. Con la scaramanzia che il vento cambi, perché i sondaggi sono tutt'altro che rassicuranti. Il 4 dicembre si vota anche in Austria, con la possibile vittoria di quelli che i benpensanti definiscono populisti. Ecco quello che interessa a Matteo. Fare campagna elettorale per dire che chi vota no chiude le porte all'Europa, quella stessa Europa che lui stesso attacca, ma che non sa domare.

    La definizione della manovra economica, con i correttivi al Def, rinviata di giorno in giorno, con i malumori del ministro economico Padoan e un'Europa che aspetta al varco i passi falsi italiani, convinti lassù a Bruxelles che di flessibilità ne sia stata già concessa troppa e che i risultati non si vedano. Il guaio è che il governo Renzi non sa dove trovare una decina di miliardi, visto che interventi strutturali sulla spending review non sono stati fatti e l'unica politica economica messa in cantiere è quella improvvisata dei bonus con finalità elettorali. Stesso discorso sulla previdenza, anche qui si rimanda tutto a domani, perché con il referendum alle porte c'è il timore che la rabbia del no diventi virale. L'ottimismo di Matteo si è praticamente frantumato davanti alla realtà e ora non si trova tra le mani neppure uno straccio di piano B. Il premier ormai punta solo a sopravvivere e a trovare un lavoro o un affare agli amici.

    Il tutto mentre la crisi economica morde ancora la pelle di imprese, commercianti, artigiani, contadini, dipendenti pubblici, classe media e classi basse, con un Paese che non riesce a risollevarsi e la paura che porta i consumatori a spendere sempre di meno. Non sarà certo tutta colpa di Renzi, ma lui ormai vive di artifici tattici. La sua politica è l'esaltazione del tirare a campare. Troppo poco.

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  3. Zero investimenti e più debito Premier bocciato in economia.
    Se l'economia va male e si vota, chi è al governo perde. Troppo intento a nuotare nella sua bolla di autoconvincimento e a commentare con i soliti toni trionfalistici e fuori luogo i dati sull'occupazione, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fa finta di niente (come sempre) sulla realtà.
    Un fiume in piena sta per travolgere il governo. E il ciclo economico negativo investirà anche quello politico ed elettorale. Il de profundiis di Renzi. Con questi presupposti, al referendum neanche ci arriva. E anche se ci arriva, lo perde. Amen.
    Una situazione che avvantaggia solo la Germania ancora !!!

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  4. E'la fine ingloriosa e MERITATA dei gradassi che, dall'alto della loro arroganza, credono di essere portatori dei rimedi a tutti i mali del mondo,ma che FINISCONO SEMPRE,come si dice, dalle stelle (dal loro solo punto di vista) alle stalle (queste si reali):il posto dunque a loro confacente, se è vero che i nodi giungono sempre al pettine, prima o poi.I palloni gonfiati, specie se si sono autogonfiati, si sgonfiano sempre, ce l'hanno scritto nel DNA.

    Con un popolo di pecoroni,con un presidente come mattarello mattarella,renzi-no rischia di giocare da solo,col morto:l'Italia.

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  5. sono passati già 3 anni quando il buffone con prepotenza ha scavalcato l' allora ministro letta doveva portare benessere economico, doveva ripristinare la legalitàe la giustizia. Doveva abbassare le tasse il cunefiscale un particolarmodo, invece.........ha peggiorato in tutto per tutto il paese la pressione fiscale oggi è al 65% senza alcun rimedio alcuno e senza abbassare di un centesimo il debito pubblico. Più tagliano i servizi ai cittadini e + il debito aumenta, in economia questo governo non vale una cicca.

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  6. Se vuoi far pagare le tasse e tributi vari, spremi sempre quelli, prometti di abbassare le tasse ma intanto le aumenti fino a strozzarli, dai loro qualche spicciolo non a tutti ogni tanto e sai benissimo che hai bisogno di loro per far pagare tutto quello che c' è da pagare nel business della politica.
    I ricchi non lo farebbero mai, è risaputo che dal medioevo ad oggi valido + che mai, solo i poveri pagano diventando sempre + poveri. La politica lo sa e non gliene frega + di tanto.
    Distruggendo il ceto medio progressivamente, volutamente e studiandolo a tavolino con tutta la comunità europea come è avvenuto in questi anni, si è distrutta parte della democrazia, dando corso ad un' anteprima di potere assoluto che non si distingue dall'anticamera dell' estrema destra.

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  7. x 28 settembre 2016 12:15
    .....Distruggendo il ceto medio progressivamente, volutamente e studiandolo a tavolino....

    Quando il ceto medio occidentale non avrà più nulla da perdere, scatterà la guerra civile di tutti contro tutti.
    Questo è quello che i gerarchi mondialisti globalisti stanno pianificando ed aspettando.
    Il seguito immaginatelo voi....





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  8. ci siamo vicini......succederà...... il ceto medio già da adesso non ha + nulla da perdere.

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