venerdì 9 settembre 2016

Doccia fredda sulle caldaie

Segnalato

Di Sibilla Di Palma

Un nuovo libretto d’impianto per caldaie, climatizzatori e impianti solari. A prevederlo è la normativa introdotta con il decreto del 10 febbraio 2014 del ministero dello sviluppo economico, in vigore a partire dal 15 ottobre scorso, che punta a garantire agli utenti maggior sicurezza, salubrità e igiene. A fronte di costi che però potrebbero lievitare ulteriormente. Ecco le novità e cosa bisogna fare per mettersi in regola.
Cosa cambia. La nuova normativa stabilisce che gli impianti termici devono essere dotati del nuovo libretto di impianto. Le novità sono sostanzialmente due: il libretto viene esteso a tutti gli impianti presenti
nelle abitazioni. Dunque, non più solo a caldaie e sistemi di riscaldamento, ma anche a climatizzatori, impianti solari e così via. Inoltre, questa nuova disposizione prevede una diagnosi completa che ne andrà a verificare sicurezza, salubrità e igiene. Al momento degli interventi di manutenzione e controllo dovrà poi essere compilato il «Rapporto di efficienza energetica» per gli apparecchi di riscaldamento con potenza maggiore di 10 kw e di condizionamento di potenza maggiore di 12 kw.
I costi. Il tecnico si occuperà dunque di effettuare un controllo e un’eventuale manutenzione, monitorando le funzionalità dell’impianto, verificandone il rendimento e la salubrità, controllando non solo caldaie e generatori di caldo o freddo, ma ogni componente dell’impianto. Con costi che potrebbero lievitare. Secondo i calcoli di Domotecnica, infatti, se la spesa prima variava in media tra i 100 e i 120 euro, con l’aggiunta dei controlli e della sanificazione previsti dal nuovo libretto, una famiglia con una caldaia collegata a 4/5 caloriferi e un impianto di climatizzazione con 2 o 3 split verrà a spendere mediamente 200 euro. «Un costo superiore che vale però la garanzia di sicurezza degli impianti», commenta Epis. Non è però d’accordo Mauro Zanini, vicepresidente Federconsumatori, secondo il quale «l’entrata in vigore di questa normativa non deve comportare un ulteriore onere per il cittadino che già paga una cifra che si aggira sui 100 euro per la manutenzione della caldaia ogni uno o due anni», commenta. Aggiungendo che i controlli e la trascrizione dei dati dal vecchio al nuovo libretto dovrebbero avvenire senza alcun sovrapprezzo da parte del manutentore. «Un aggravio di costi sarebbe infatti del tutto ingiustificato e inaccettabile, anche alla luce dell’attuale quadro recessivo».


3 commenti:

  1. Ennesimo balzello e aggravio burocratico ai cittadini per far girare l'economia! Basta, le case dei privati non sono aziende con l'impegata a gestire le pratiche e il boss a pagare!

    RispondiElimina
  2. La tassa sulla caldaia ed il condizionatore, avanti con lo strapotere delle lobby.
    Lobby = Gruppo di persone che sono in grado di influenzare a proprio vantaggio l'attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi della pubblica amministrazione. Fino a quando il popolo sopporterà questi sopprusi?

    RispondiElimina
  3. Il " popolo " non sopporta più i soprusi: NON PAGHIAMO e mandiamoli a bacchetti!

    RispondiElimina