lunedì 29 agosto 2016

Renzi e la Enews 439






Il dolore e la reazione
In queste ore l'Italia è una famiglia colpita.
Le storie che Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto ci consegnano sono storie di disperazione e di morte. Non basterà una vita ad asciugare le lacrime di quella mamma che ha perso il marito e i figli. Di quei genitori che non abbracceranno più la loro piccola creatura. Di quella bambina salvata dalla sorellina più grande a prezzo della vita. Di quel ragazzo rimasto orfano che il prossimo anno farà l'esame di maturità senza avere più i genitori a casa cui raccontare come è andata la versione.
Perché vista da fuori, la contabilità dei numeri di un terremoto può apparire una fredda questione di cifre. Ma quei numeri che si calcolano in decine, poi in centinaia, sono storie di persone, nostri fratelli, membri della nostra famiglia colpita. E allora il dolore si fa spazio, prepotente, cattivo dentro la quotidianità del Paese.
In questi casi l'Italia sa come fare a reagire. Siamo bravi e generosi, specie nei momenti di difficoltà. La gestione dell'emergenza da parte della Protezione Civile è stata efficace e tempestiva. Ci sono 238 persone che sono state strappate dalle macerie dalla professionalità dei Vigili del Fuoco e dei soccorritori: un numero impressionante. E le colonne mobili di donne e uomini con la divisa o volontari ha immediatamente circondato i luoghi del sisma con un abbraccio concreto, operativo, immediato. Gli amministratori di comuni e regioni stanno lavorando dal primo minuto con dedizione e pazienza.
Siamo orgogliosi di questa reazione. Siamo fieri di questo meraviglioso popolo italiano. Il popolo che è arrivato ad Amatrice sin dal giorno stesso ma anche il popolo che organizza le spaghettate all'amatriciana in tante piazze d'Italia come concreta solidarietà, che educa i bambini di tutto lo Stivale a donare un pallone o un giocattolo, che fa sentire la propria vicinanza con le donazioni.
Ma tutto ciò non può bastarci.
La ricostruzione
C'è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l'aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l'Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero
45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un'anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l'anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi d i una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola. L'impegno del governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro. E per farlo occorrerà lavorare tutti insieme, senza proclami, senza annunci, senza effetti speciali, ma con l'impegno rigoroso di tutti. La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l'Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976, certo. Ma anche l'Umbria di vent'anni fa. E soprattutto penso al modello emiliano del 2012. Quel territorio ha "tenuto botta", come si dice da quelle parti, ricostruendo subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. E la coesione mostrata è stata cruciale per raggiungere l'obiettivo.
Dovremo prendere esempio da queste pagine positive. E fare del nostro meglio - senza annunci roboanti - per restituire un tetto a queste famiglie e restituire un futuro a queste comunità.
Casa Italia
Quello che invece in passato non sempre è stato fatto è andare oltre l'emergenza, oltre la ricostruzione. Perché sull'emergenza l'Italia è forte. Sulla ricostruzione ci sono pagine di assoluta efficienza e pagine che invece andrebbero cancellate, lo sappiamo. Ma quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità.
Lasciatemi essere chiaro, da padre prima che da premier. L'idea iper razionalistica di chi in queste ore dice "rischio zero" è inattuabile. Da un lato l'Italia è troppo articolata per risolvere in partenza ogni problema legato alle calamità naturali. Dall'altro, io dico soprattutto, la pretesa di tenere sotto controllo la natura è miope e persino assurda. Ovunque nel mondo la Natura miete vittime per alluvioni, uragani, terremoti. E questo riguarda anche Paesi che noi giudichiamo più preparati del nostro: in tutto il mondo i lutti legati a calamità naturali sono numerosi.
Ma se mandiamo in soffitta la pretesa ideologica di chi vorrebbe tenere sotto controllo la natura, dall'altro è anche vero che non possono vincere i fatalisti che nel nome del destino continuano a costruire senza visione e strategia o impediscono di creare una cultura della prevenzione. Perché rincorrere quando potremmo anticipare?
Nessuno di noi potrà bloccare la natura, ma perché non cambiare mentalità e lavorare - tutti insieme - a un progetto che tenga più al riparo la nostra famiglia, la nostra casa?
Questo è il senso del progetto Casa Italia che nei prossimi giorni presenterò a tutti i soggetti interessati, ai professionisti, ai rappresentanti di comuni e regioni, ai sindacati e alle associazioni di categoria, agli ambientalisti e ai costruttori.
Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Ma il fatto che sia una sfida difficile, non è un buon motivo per non provarci.
È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito.
In Casa Italia immagino di inserire non solo i provvedimenti per l'adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull'efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità.
Un progetto che coinvolga concretamente - non a chiacchiere - tutti i cittadini interessati a dare una mano alla comunità del nostro Paese. Abbiamo decine di argomenti su cui possiamo dividerci e litigare; su questo lavoriamo insieme.
Nella mia responsabilità di capo del governo proporrò a tutte le forze politiche di collaborare su questi temi. Con Casa Italia in ballo c'è il futuro dei nostri figli, non di qualche ministero. E proporrò a tutti i partiti, anche a quelli di opposizione, di dare una mano perché la politica italiana offra una dimostrazione di strategia e non solo una rissa dopo l'altra. Noi lo faremo. Senza annunci a effetto, ma con il passo del maratoneta. Cioè con l'impegno di chi sa che la sfida è lunga, difficile e richiede la testa, non solo le gambe. Ma sa anche che passo dopo passo il traguardo diventa ogni istante più probabile. Dunque tre fasi. L'emergenza, la ricostruzione, la prevenzione.
Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse.
Ma l'impegno comune di far vedere il volto migliore dell'Italia.
Lo dobbiamo a chi è stato ucciso dal terremoto e ai loro cari.
Lo dobbiamo ai superstiti che hanno il diritto di tornare a vivere.
Lo dobbiamo ai nostri figli perché l'immenso patrimonio italiano non è nostro. Non ce lo hanno dato in eredità i nostri genitori, ma ci è consegnato in prestito per i nostri figli. Dobbiamo essere all'altezza di questa responsabilità.
Matteo


PS. Per una volta non vi parlo di altro. Ci sarà tempo per tornare sull'ordinaria amministrazione e le cose di tutti i giorni: in settimana vi scriverò una enews ad hoc su tutte le cose che stanno andando avanti, su tutti i progetti che continuiamo a seguire, su tutti gli incontri che stiamo facendo. Ma oggi ho avvertito l'esigenza di parlarvi solo del terremoto, ringraziando i tanti di voi che in queste ore hanno scritto e dato una mano. Viva l'Italia.

12 commenti:

  1. Fiducia consumatori. L'indice del clima di fiducia dei consumatori passa dunque da 111,2 di luglio a 109,2: si tratta il livello minimo da agosto 2015. Secondo l'indagine dell'Istat, per le famiglie italiane peggiorano le prospettive a tutti i livelli: dal clima economico (che riguarda la percezione per l'andamento del Paese e della disoccupazione) a quello personale. Il giudizio sull'andamento dell'Italia peggiora per il quinto mese consecutivo, con segnali difficili anche sulle aspettative di disoccupazione. Le componenti personale, corrente e futura, dopo l'aumento registrato a luglio, tornano invece ai livelli di giugno.
    Affinchè in uno stipendio medio vengono prelevate trattenute del tipo previdenza addizionali regionali che comunali e di quel che rimane pagamenti utenze, bolli auto, assicurazioni, carburante x auto e revisione auto canone rai questo mese 80 € e non 70.... alla fine......quale ripresa dal momento che non rimane nulla per il cittadino da spendere per se?

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  2. Auguri a Errani, me lo vedo con quasi zero soldi (50 milioni da Del Rio più 5 milioni di beneficenza) trattare con otto e mezzo ditte su dieci dei ben noti palazzinari italioti e controllate dalla malavita e dai tecnici della sabbia armata, più tutto il sottobosco burocratico avido di spartire il capitale.
    Viva l'Italia!
    Viva anche gli "alieni" che hanno ristrutturato-ricostruito la scuola rossa,rimasta in piedi, unico segno di speranza.

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  3. Con quale coraggio Matteo Renzi annuncia spavaldamente che il governo erogherà a sostegno dei terremotati 234 milioni, milioni prelevati dal Fondo per le emergenze nazionali, quando per i clandestini sono stanziati 3,3 miliardi di euro?”, ancora una volta a centrare il nocciolo della questione è Magdi Allam Cristiano. La penna de Il Giornale, sul proprio blog, invoca prima gli italiani ed è quello che ogni cittadino, con sale in zucca, dovrebbe fare. Come possiamo non pensare agli immigrati stanziati in alberghi e residence, ai 35 euro al giorno, ai 2 euro e mezzo al giorno per le spese personali, che vengono stanziati per quest’ultimi. Ora la stessa cura deve essere garantita ai nostri concittadini terremotati. “L’Italia non è una terra di nessuno e non deve trasformarsi in una terra di conquista da parte dei clandestini e degli islamici o di chicchessia. Questo governo è una vergogna nazionale e non ci rappresenta”. Anche in questo momento di tragedia, solo noi abbiamo la risposta per uscire dalle sabbie mobili. Solo noi possiamo dimostrare la tenacia, il cuore, il sangue dei nostri padri risollevandoci e risultando esempio.

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  4. In campo internazionale i primi segnali d’aiuto sono arrivati dal Cremlino. Vladimir Putin non ha perso tempo: “La Russia condivide il dolore della popolazione italiana, ed è pronta ad assicurare la necessaria assistenza per affrontare l’emergenza successiva al terremoto”. Un presidente con gli attributi, sempre disponibile ad aiutare l’Occidente anche contro la minaccia rappresentata dall’Isis. Quella contro Mosca è una stupida guerra che gli Stati Uniti d’America ci obbligano a combattere e che l’Italia, rappresentata da un governo d’incapaci e codardi, stanno facendo, per vie traverse con embarghi e sanzioni, contro un grande leader politico come Putin. Gli unici veramente colpiti da questo conflitto sono gli imprenditori, feriti in questi due anni di battaglie commerciali tra l’UE e la Russia con oltre 3,6 miliardi di euro di export bruciati. Le regioni più colpite la Lombardia (-1,18 miliardi), l’Emilia Romagna (-771 milioni) ed il Veneto (-688,2 milioni). Un flagello immane e come riporta la Cgia di Mestre: “L’export italiano verso la federazione russa, infatti, è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015″ un tristissimo -34 per cento. La storia recente ci viene in aiuto e ci insegna che quando al governo c’era il presidente Silvio Berlusconi i rapporti con Mosca erano idilliaci. Rapporti che hanno portato flusso di danaro e posti di lavoro in Italia. L’unico che può salvare l’Occidente dal problema terrorismo, con leggi e regole ferree, è Vladimir Putin.

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  5. A questo punto gli italiani, vittime del terremoto, devono essere sistemati, immediatamente, in alberghi e non nelle solite tristi ed avvilenti baraccopoli. Gli deve essere garantito un contributo economico giornaliero e tutte le cure di cui necessitano. Serve ripeterlo, per non farselo scivolare dalla mente: PRIMA GLI ITALIANI, POI GLI IMMIGRATI. Questo non è razzismo, ma riconoscere e rispettare la nostra identità e la nostra dignità. Una storia millenaria che non può essere sepolta sotto i calcinacci.

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  6. Il sottoscritto nel '76 a 20 anni era in Friuli a tirare fuori dalle macerie zaini e corpi degli Alpini deceduti a seguito del crollo della caserma.E le assicuro è un'esperienza tragica ed umana nello stesso tempo.Scavavamo a mani nude allora come adesso.Mani prive di guanti,mani insanguinate.Ma andavamo avanti.Con forza,con coraggio.Il sentirsi utili per chi non ha più nulla è motivo di fierezza.40 anni fa non c'era lo schifo che c'è adesso,ce ne era molto meno.Ma c'era.Quello che è rimasto e si è rafforzato nel tempo è la solidarietà degli italiani.Ma nello stesso tempo sono rimaste allora come oggi,solamente le parole.Dannatamente di circostanza.Inossidabili negli anni.Parole,come "vedremo","faremo","non vi abbandoneremo" sono sempre presenti nel dizionario politico....In Friuli intere zone sono state ricostruite nel giro di due anni...Non dalla politica,ma dalle persone,perchè in Friuli si sono rimboccati le maniche ed hanno ricostruito da loro stessi BEN consapevoli di chi erano i politici.E senza perdere tempo.Nel Belice?In Irpinia?Che hanno fatto?I fondi per la ricostruzione sono stati trovati in parte grazie all'aumento del bollo auto dell'80%...poi con nuove tasse.Una volta finita l'emergenza l'aumento non è MAI stato abolito,ne tanto meno sono state ridotte le tasse introdotte.Tutto è rimasto li.Immutato da 36 anni.Anzi qualcuno ha avuto ancora la pensata di aumentarle ulteriormente nel corso degli anni.

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  7. Non sanno come fare x l' ammucchiata di PD, come si fa a riciclare errani? ha fatto il suo tempo ci si metta qualcuno che non sia corruttibile e non abbia la mania delle preferenze amichevoli o di parentele nell' assegnare gli appalti, si sa le cose non sono mai evitabili si scoprono sempre dopo a cosa e danno fatto !!! il nostro male sono i nostri governanti, i nostri politici che lentamente stanno uccidento il paese e gli italiani.

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  8. DA SU POLITICI ...... ANDATE A CASA SU .....

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-08-28/quel-vicesindaco-geometra-che-ha-costruito-mezza-amatrice-150235.shtml?uuid=ADPeiKBB&refresh_ce=1

    E VOI ALTRI CITTADINI MI RACCOMANDO ANDATE A VOTARE SA.....ANDATE A VOTARE....... CHE E' BELLO E DIVERTENTE ANDARE A VOTARE....COSI' COME PAGARE LE TASSE......

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  9. Ci pensa il Comune, ci pensa lo Stato, ci pensa qualcuno di indefinito e lontano. Non basta. Non basta anche se è un dovere pubblico. Non basta anche se paghi le tasse. Non basta soprattutto perché, ormai lo sappiamo, non ti puoi fidare. Questa è una stagione particolare della nostra storia e servono azioni e coscienze speciali. Lo Stato ci ha illuso e fregato. Spesso ha dato troppo e altrettanto spesso ha chiesto troppo. È arrivato il momento di uscire da questo circolo vizioso. Non possiamo pretendere dallo Stato lavori, privilegi, favoritismi, scorciatoie e che ci garantisca una vita tranquilla senza fatica, magari con il prezzo di una buona raccomandazione. E lo Stato non può spolpare gli individui saccheggiando i frutti del lavoro, tassando i contribuenti fino al midollo. Quello tra Stato e cittadini è un doppio e reciproco inganno. Noi abbiamo usato lo Stato come alibi per non assumerci le nostre responsabilità, lo Stato ci ha tolto energie, futuro e sicurezza.

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  10. Non puoi sconfiggere un terremoto, ma qualcosa per ridurre il sangue e il male si può fare. Delegare tutto a quella divinità corrotta chiamata Stato assomiglia a una forma di superstizione e senza alcun dubbio è sciocco, è miope. È un alibi, appunto. Significa non essere uomini liberi, ma sudditi. Il sospetto è che agli italiani questa condizione non dispiaccia, perché se sei libero devi scegliere e ogni scelta costa. Scegliere significa preoccuparsi di una casa, quella dove vivi o quella del paese dove vai in vacanza. La casa dei nonni e dei padri, la seconda casa, la casa che è vecchia e che non si ha la voglia, il tempo e anche i soldi per curarla. Cosa può mai accadere? Ecco, qualche volta il peggio accade. Siamo noi i primi che dobbiamo preoccuparci della nostra sicurezza. Poi viene lo Stato, che ha le proprie responsabilità, ma che non può comunque risolvere tutte le questioni private. E cosa c'è di più privato e personale di una casa?

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  11. Non si sta qui a distribuire colpe. È opportuno però guardarci in faccia e riconoscere che siamo un popolo che punta l'indice sempre contro gli altri. Non è mai un problema tuo. Ma se un paese crolla è anche perché molti di noi hanno fatto interventi nella propria casa, ripetendo «che vuoi che sia». Ora si dibatte su come mettere in sicurezza l'Italia. Ma i grandi piani serviranno a ben poco se continueremo a nascondere la verità credendo che non ci sia nulla di male nelle nostre piccole modifiche nelle mura casalinghe.

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  12. La prefettura di bologna, interrompe la vendita di alcuni immobili del paese di Crevalcore, colpito dal sisma del maggio 2012. A costruirli è stata una società sospettata di rapporti con la 'ndrangheta. Che stava per intascare un milione di euro di soldi pubblici

    L'inchiesta “Cubetto” - termine che indica i campioni di calcestrutto da sottoporre ad analisi di resistenza - è ancora in corso. Bisognerà attendere i risultati delle analisi del materiale sequestrato, e poi l'incidente probatorio. Coinvolte due importanti aziende. Entrambe con un ruolo in Confindustria.

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