Preoccupante
comunicato del M5S in Regione: “trasferimenti dal reparto di
Pediatria dell’ospedale di Porretta a quello del Maggiore di
Bologna. Un segnale-indicatore di una prossima chiusura ?
Il
testo:
Dopo
la chiusura del Punto nascita adesso tocca al reparto di Pediatria
dell’ospedale di Porretta Terme essere seriamente a rischio. A
denunciarlo è Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e
vicepresidente della Commissione Sanità, e Silvia Piccinini che
hanno presentato una interrogazione alla Giunta dopo le decine di
segnalazioni arrivate nelle scorse settimane che denunciano il
progressivo svuotamento del reparto di Pediatria a causa dei sempre
più frequenti trasferimenti dei bambini ricoverati presso l’ospedale
Maggiore di Bologna. “Visto che per il Punto nascita di Porretta la
Regione giustificò la chiusura a causa del non raggiungimento del
numero minimo di parti all’anno e della relativa soglia di
sicurezza, non vorremmo che adesso si stia preparando il terreno per
applicare lo stesso principio anche per giustificare la chiusura del
reparto di Pediatria – spiega Raffaella Sensoli – Visto che l’Asl
non ha chiarito se il sempre più frequente trasferimento di pazienti
a Bologna, denunciato anche dal Comitato Permanente a difesa
dell’ospedale, sia dettato da reali condizioni cliniche con
necessità di cure di livello superiore, o dipendono da disposizioni
emanate sulla base di generici motivi di sicurezza, non
vorremmo che alla fine si attui lo stesso metodo per giustificare la
chiusura del Punto nascite. Se, infatti, il numero dei ricoveri a
Porretta si ridurrà progressivamente crediamo che il rischio
chiusura di un servizio importante ed indispensabile per tutta la
popolazione della montagna sia dietro l’angolo, esattamente come
successo due anni fa”. Per questo nella loro interrogazione le
consigliere regionali del M5S chiedono alla Giunta di fare chiarezza
sulla situazione. “Ci aspettiamo che l’assessore Venturi
intervenga ufficialmente per affermare che il reparto di Pediatria
dell’ospedale di Porretta non chiuderà e che non sarà anche in
futuro ridimensionato – conclude Silvia Piccinini – Quel
territorio, che ha dovuto rinunciare già a una struttura molto
importante e che era un punto di riferimento per quelle madri che
vivono nella zona dell’Alto Reno, non deve subire un ulteriore
danno. Sarebbe davvero inaccettabile anche perché rappresenterebbe
un colpo mortale per i servizi dell’interno ospedale inaugurato
appena sei anni fa in pompa magna dagli amministratori del PD. I
territori della montagna, come abbiamo sempre sostenuto attraverso il
nostro lavoro in Regione, non possono essere valutati attraverso dei
freddi e miopi standard di sicurezza comuni ad altre realtà. Devono
essere tutelati con la garanzia del mantenimento di alcuni servizi
fondamentali, soprattutto sanitari”.
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