Le
speculazioni che si spostano dalle banche ai metalli preziosi come
l’oro fino ai prodotti agricoli hanno fatto crollare il prezzo
del grano su valori che sono inferiori a quelli di 30 anni fa
provocando una crisi senza precedenti. A denunciarlo è la
Coldiretti con lo scoppio della “guerra del grano” e
il blitz di migliaia agricoltori nella Capitale davanti al
Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX. Le
quotazioni dei prodotti agricoli dipendono sempre meno
dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più
dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative. Il
risultato è che oggi il grano duro per la pasta viene pagato
anche 18 centesimi al chilo mentre quello tenero per il pane è
sceso addirittura ai 16 centesimi al chilo, su valori al di sotto
dei costi di produzione. Dopo la mobilitazione sono arrivati i
primi risultati con l’accoglimento di alcune importanti
richieste da parte del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio
Martina che ha tra l’altro preso l’impegno per la moratoria
dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una
contrattualistica più trasparente tra agricoltori e industria,
una commissione unica nazionale (CUN) per la fissazione dei prezzi
e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui
risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano
esclusivamente grano italiano.
Accordo Coldiretti-Coni, alle Olimpiadi cibo 100% italiano per gli azzurri.
Le
Olimpiadi rischiano di essere un palcoscenico mondiale per i
prodotti Made in Italy taroccati dei quali il Brasile è un
grande produttore, dal Parmesao alla pomarola fino al salame
Milano tutto carioca. E’ l’allarme lanciato all’Assemblea
della Coldiretti dal presidente Roberto Moncalvo che ha mostrato
dal vivo questi esempi insieme al presidente del Coni Giovanni
Malagò presentando l’accordo con Casa Italia per Rio 2016
#Riomangioitaliano. Con questo accordo l’obiettivo della
Coldiretti - ha sottolineato Moncalvo - è garantire durante i
giochi un menu autenticamente tricolore agli atleti italiani, ma
anche contrastare il dilagante fenomeno dell’italian sounding a
tavola che toglie spazi di mercato al vero Made in Italy.
Un
inganno in cui rischiano di cadere anche le centinaia di migliaia
di tifosi che da tutto il mondo arriveranno in Brasile per
seguire le Olimpiadi e che potrebbe provocare un grave danno
economico e di immagine alla produzione Made in Italy. Sui banchi
dei supermercati e nei ristoranti del Brasile è possibile
acquistare prodotti e piatti che - denuncia la Coldiretti -
richiamano in modo spudorato ai cibi più tipici dell’Italia
senza avere nessuna delle caratteristiche qualitative, di
sicurezza e di legame con il territorio nazionale.
L’azione
di una task force della Coldiretti ha permesso di scoprire la
commercializzazione di prodotti come il Gran formaggio tipo
grana, la pomarola, il Parmesao e il salame tipo Milano
rigorosamente Made in Brasile. Tutti prodotti che possono trarre
in inganno sulla reale origine anche perché spesso le confezioni
richiamano nei colori al tricolore e nelle immagini all’Italia.
Anche
per questo è nato #Riomangioitaliano, l’accordo tra Coldiretti
e Coni che porterà alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 i
primati dell’agroalimentare italiano con menu Doc” per gli
atleti azzurri e gli ospiti di Casa Italia. L’obiettivo è far
conoscere le caratteristiche distintive della produzione
agroalimentare nazionale che hanno permesso all’Italia di
conquistare la leadership internazionale per sicurezza,
salubrità, qualità e sostenibilità ambientale.
L’iniziativa
punta sulla valorizzazione in cucina dei prodotti simbolo della
dieta mediterranea Made in Italy, che per i suoi comprovati
benefici per la salute e l’attività sportiva ha conquistato le
tavole globali. Accompagneranno Coldiretti gli olivicoltori
dell’Unaprol con l’olio extravergine a marchio Fdai, Firmato
dagli Agricoltori Italiani, gli allevatori del Grana Padano, i
coltivatori di pomodoro Pomì e Bonifiche Ferraresi, la più
grande azienda agricola d’Italia.
Gli atleti
azzurri sono gli ambasciatori dell’italianità nel mondo, che
trova proprio nell’alimentazione il suo carattere più
distintivo. Il falso made in Italy a tavola vale nel mondo 60
miliardi di euro, pari a quasi il doppio del valore delle
esportazioni dei prodotti alimentari nazionali originali.
L’agropirateria internazionale utilizza impropriamente parole,
colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si
richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla
a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità
dell’export che nel 2015 – conclude la Coldiretti - ha
raggiunto la cifra record di 36,9 miliardi di euro.
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