Con la domanda: “Dove sono i vigili urbani che l'amministrazione uscente aveva detto che avrebbe utilizzato a bordo degli autobus?
Qualcuno
ha la possibilità di poter pubblicare il censimento di quanti
servizi si sono svolti a bordo degli autobus da quando vi fu
l'annuncio apparso su Repubblica? I tornelli antievasione quando
verranno montati a bordo degli autobus?” Marco ha inviato:
BOLOGNA
- «La cosa che non dimenticherò facilmente sono le facce sconvolte
degli altri passeggeri e l’aver vissuto un fatto così traumatico
con mia figlia, appena 16enne». È ancora sconcertata S.B.
(preferisce mantenere l’anonimato), commerciante del quartiere
Saragozza, che lunedì pomeriggio si è ritrovata su un bus della
linea 20 sul quale una ragazza, poi scappata a piedi, si è bucata
con una siringa iniettandosi della droga.
Un
episodio che la signora ripercorre raccontando quello che le è
capitato sul mezzo di Tper ma che per la sua assurdità riesce a
stento a commentare. «Sono salita sul 20 in via San Donato con mia
figlia, eravamo dirette a casa, abitiamo vicino via Saragozza —
racconta —.Sul bus c’erano molte persone, anche perché erano le
18,30, quindi un orario abbastanza trafficato». La disavventura è
iniziata proprio quando l’autobus si trovava nelle fermate più
centrali del suo tragitto. «Io e mia figlia eravamo sedute in fondo,
una di fronte all’altra. A un certo punto ho visto sedersi
nell’ultima fila, dove ci sono solo due posti, una ragazza —
spiega la negoziante —. Mia figlia le dava le spalle, io invece
l’ho vista meglio, anche se ero distratta perché stavo parlando.
Ricordo che era una ragazza giovane, avrà avuto 25 anni».
Immediatamente
i passeggeri hanno notato che qualcosa non andava. «Quando ci
trovavamo in via Indipendenza ho visto che quella giovane ha
abbassato improvvisamente la testa, e stava piegata. Ho sentito le
altre persone farfugliare qualcosa e fare delle facce allucinate,
erano impressionate e non riuscivo a capire perché, ma poi qualcuno
ha detto “si sta bucando”, ho avuto paura». La testimone non è
riuscita a vedere con precisione cosa stesse facendo la ragazza con
la siringa, ma altri presenti sul bus hanno avvertito l’autista,
che alla fermata vicina alla cattedrale di San Pietro ha aperto le
porte e ha lasciato il posto di guida per dirigersi verso il lato
opposto del bus. Visto che la situazione si stava mettendo male la
ragazza ha approfittato del momento per scendere velocemente dal 20 e
scappare.
«Secondo
me l’autista è stato impeccabile, la sua preoccupazione è stata
quella di salvaguardare la sicurezza di tutti i presenti —
sottolinea la testimone —. Non poteva ovviamente inseguirla e
bloccarla. È andato a vedere se per caso non avesse lasciato la
siringa vicino al sedile e in effetti ha trovato il tappo che copre
l’ago». A quel punto il bus ha ripreso la sua corsa, l’autista
ha segnalato la vicenda alla centrale operativa dell’azienda di via
Saliceto.
Tper
conferma l’accaduto spiegando che all’autista era arrivata la
segnalazione di una giovane che si stava «bucando» sul bus,
motivo per il quale ha deciso di intervenire rispettando pienamente
il suo compito. Tornata a casa, la signora non è però riuscita a
calmarsi e si è sfogata pure sui social network, sottolineando
l’insicurezza della città. «Uso spesso il bus e in tanti anni non
mi era mai capitata una cosa simile o lontanamente paragonabile —
commenta la commerciante —. Mia figlia prende il 20 tutti i giorni
per andare a scuola perché frequenta il Copernico e mi racconta di
un ambiente poco raccomandabile. Ho anche parlato con delle maestre
che preferiscono non portare gli alunni sul 20, ma secondo me è una
situazione peggiorata dappertutto».
Sul
ritorno dello spaccio e del consumo di eroina in città si è molto
discusso sotto le Due Torri, soprattutto alla luce di ondate di
morti per overdose che avevano toccato un picco nel 2014, mettendo
sotto i riflettori la pericolosità della cosiddetta «bianca», più
letale della tradizionale brown sugar. Ed è di martedì la notizia
che un 42enne è stato trovato morto per una probabile overdose in
zona Casteldebole.
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