Di
Piergiovanni Alleva
capogruppo
regionale l'Altra Emilia - Romagna
“Buffoni,
ladri, criminali, siete voi gli esuberi, tagliatevi lo stipendio”.
Le agenzie riferiscono oggi le reazioni dei lavoratori della Fiera di
Bologna informati all’ improvviso, dopo mesi e mesi di
rassicurazioni sul punto da parte dei soci pubblici, di costituire,
con i loro stipendi da mille euro a testa, il motivo per cui la Fiera
di Bologna sta colando a picco.
Condivido
in pieno la posizione di questi 123 lavoratori part time e denuncio
con loro l’arroganza di un management che, incapace evidentemente
di implementare politiche industriali di valore, ricorre al solito
facile strumento dello scaricare la crisi sull’anello più debole
della catena, che tanto può essere sostituito da altri lavoratori
ancora più deboli e ricattabili di quelli che ora vogliono mandare
via. Che bel risparmio!
Risulta
infatti abominevole che questi piani della dirigenza siano condivisi
dai soci pubblici: dice il sindaco Merola che gli esuberi sono
indispensabili per salvare la Fiera, mi chiedo allora dov’erano
Merola e il Pd regionale in tutti questi anni in cui l’Expo
cancellava dal calendario manifestazioni prestigiose sostituite da
eventi da sagra paesana, in cui l’amministratore delegato,
(proveniente direttamente dal partito di maggioranza come nella
migliore tradizione del sistemare i “trombati” anche se
immeritevoli) si dimostrava palesemente inadeguato al ruolo. Neanche
un mese fa Merola tacciava come gufo (c’era la campagna elettorale
in corso) chi osava sollevare timori in merito agli esuberi, ed ecco
che a neanche una settimana dal voto i responsabili di questo sfacelo
gettano la maschera e danno il via alla cacciata di quasi metà della
forza lavoro della Fiera.
Recentemente
BolognaFiere aveva già ottenuto il benestare, da parte dei soci
pubblici, Regione, Comune e Camera di Commercio, ad uno stanziamento
di svariati milioni per l’ammodernamento della struttura
fieristica. In base a quale ragione si stanziano fondi pubblici a
fronte del licenziamento di 123 dipendenti della stessa azienda che
prende questi fondi? Per chiedere un chiarimento doveroso su questo
ed altri aspetti ho depositato oggi un’interrogazione al Consiglio
Regionale che allego alla presente.
Questi 123 lavoratori sono vittime di una guerra economica, deve essere loro riconosciuto lo status di profughi di guerra finanziaria monetaria: in attesa dei sussidi di mobilità, hanno diritto ad essere ospitati al Baglioni o in altro albergo rinomato, con relativa paghetta giornaliera di 35 €.
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