Di
Piergiovanni Alleva
capogruppo
regionale l'Altra Emilia - Romagna
Questa
mattina l'Assemblea regionale si è trovata di fronte ad una proposta
di riforma legislativa proveniente dal Pd quanto mai equivoca ed
opaca che suscita la più grave perplessità in ordine a possibili
finalità clientelari.
Le
leggi regionali consentono infatti di assumere a tempo determinato
personale di fiducia per le cosiddette strutture speciali ossia per
compiti di immediata collaborazione con organismi politico
- istituzionali.
A
questo personale viene applicato da sempre il contratto collettivo
degli enti locali il quale presuppone per la fascia superiore D il
possesso della laurea ovviamente richiesta anche per la categoria
dirigenziale.
La
proposta del Pd è finalizzata a svincolare
l'inquadramento in una certa categoria, che non può prescindere dal
titolo di studio, dal trattamento economico ipotizzando che il
lavoratore svolga comunque, indipendentemente dalla categoria alla
quale lo destinerebbe il suo titolo di studio, mansioni più alte e
pregiate.
Al
limite potrebbe trattarsi anche di compensi di livello dirigenziale
sui 90 mila euro annui.
La
giustificazione data dal Pd e sospetta di ipocrisia è che
in questo modo si potrebbe dare la giusta retribuzione a chi la
merita indipendentemente dal titolo di studio. Non si comprende
peraltro quale sarebbe la scala delle mansioni e delle
qualifiche quando si tratti appunto di attività di collaborazione
politica che nessun contratto collettivo colloca in ordine
gerarchico.
Delle
due l'una allora: o la Regione riesce nell'impresa mai realizzata di
ordinare tra loro mansioni di collaborazione politica su una scala di
valori e di qualità oppure tutto ciò significa semplicemente la
possibilità per i vertici politici di premiare con stipendi molto
ricchi i loro fedelissimi, in spregio al buon senso che imporrebbe di
pensare anzitutto a quelli che il capogruppo del Pd ha definito in
aula "i più deboli" e che non sono di certo
quei fedelissimi bensì i tanti sottoccupati, disoccupati,
cassintegrati o lavoratori normali il cui contratto collettivo è
bloccato da ormai sette anni. Vedremo l'applicazione di questa opaca
decisione da parte dell'Assemblea regionale ma tutto lascia pensare
che le cose non fileranno lisce.
Bella porcheria! Il PD ha preso tutto il peggio dei vecchi "padroni", con in piu' l'ipocrisia di dichiararsi di sinistra.
RispondiEliminaTempo fa inviai un messaggio in cui evidenziavo lo stipendio di questo Consigliere Regionale.
RispondiEliminaIl messaggio non fu pubblicato.
Che dire? Nello stipendificio-vitalizificio regionale litigano per spartirsi le fette di torta più grandi e la chiamano "politica".
Alle ultime elezioni regionali ha votato una minima parte dell'elettorato, manifestando così il proprio rigetto per i candidati, eppure questi continuano imperterriti a gestire i loro interessi di casta.