Il
capogruppo in Consiglio Comunale di Vergato del Movimento 5 Stelle,
Massimo Gamberi, ha inviato un comunicato del suo gruppo politico in
merito al 'referendum del 17 aprile', che pubblichiamo.
Gamberi comunica
inoltre che il Movimento 5 Stelle sarà presente a Vergato
nelle giornate di sabato 9 aprile dalle 9,30 alle 13 e dalle 16
alle 18 e di lunedì 11 aprile, dalle 9 alle 13.
Sabato ai
margini di Piazza dei Capitani della Montagna, lunedì vicino al
ponte del Vergatello o ai margini di piazza 4 novembre.
Nelle due
giornate verranno distribuiti volantini e date
informazioni chiarificatrici a voce, per far partecipare al voto i cittadini. Gamberi poi aggiunge che in qualità di
rappresentante del MoVimento 5 Stelle è a favore del “SI”, per l’
abrogazione del art. 6 comma 17, terzo periodo, del decreto
legislativo 3 aprile 2006 n.152, “norme in materia ambientale”,
come sostituito dal comma 239 dell’ art. 1 della legge 28 dicembre
2015, n.208 (...), potranno esser presenti oltre che il sottoscritto
altri consiglieri eletti del Movimento 5 Stelle e/o attivisti.
- Sul DPCM 159/13 la DSU per il nuovo ISEE ad uso socio sanitario, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, e la conseguente approvazione all' unanimità, in consiglio regionale Emilia Romagna, di una risoluzione proposta a prima firma Silvia Piccinini, consigliere M5S e le conseguenti interrogazioni poste dal M5S sia in Regione Emilia Romagna, che in Unione dei Comuni dell' Appennino Bolognese.
- Sul DPCM 159/13 la DSU per il nuovo ISEE ad uso socio sanitario, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, e la conseguente approvazione all' unanimità, in consiglio regionale Emilia Romagna, di una risoluzione proposta a prima firma Silvia Piccinini, consigliere M5S e le conseguenti interrogazioni poste dal M5S sia in Regione Emilia Romagna, che in Unione dei Comuni dell' Appennino Bolognese.
Il
comunicato :
(richiesta
di ABROGAZIONE delle CONCESSIONI SENZA LIMITI DI TEMPO alle
compagnie petrolifere e di Idrocarburi entro le 12 miglia
dalla costa)
Si
chiede agli italiani se vogliano cancellare la norma che consente
alle società petrolifere e di idrocarburi, per le piattaforme già
in funzione entro le 12 miglia dalla costa, di estrarre SENZA LIMITI
DI TEMPO.
Infatti,
se la norma oggetto del referendum contenuta nello "Sblocca
Italia" non verrà abrogata, le compagnie petrolifere potranno
continuare il lavoro di estrazione "per la durata di vita
utile del giacimento" ovvero per un tempo potenzialmente
illimitato, dal momento che le compagnie petrolifere avranno la
possibilità di sospendere o limitare l'attività per tutto il tempo
che desiderano, (magari perché in quel momento il prezzo del
petrolio o del metano è troppo basso, o perché questo gli consente
di evitare il costo dello smantellamento e smaltimento
dell'impianto), senza più alcun potere di intervento o di
contrattazione da parte pubblica.
Non
è vero che la vittoria del SI alla sopradetta abrogazione causerebbe
la immediata perdita di lavoro per i lavoratori delle estrazioni. Se
vince il SI le estrazioni comunque continueranno, ma invece che
illimitatamente a piacere delle compagnie, fino alla scadenza della
concessione. La durata normale della concessione è di 30 anni. C’è
il tempo per ricollocare i lavoratori.
Non
è vero che le estrazioni non hanno conseguenze negative
sull'ambiente: secondo gli unici dati forniti, che riguardano 34
piattaforme, resi noti da Ispra (l'istituto superiore
per la ricerca ambientale, ente pubblico e sotto la vigilanza del
Ministero dell'ambiente) su richiesta di Greenpeace, è emerso che
nell'86% dei campioni analizzati (sono stati analizzati acqua e
sedimenti, le cozze, bioaccumulatori per eccellenza) tra il
2012 e il 2014 la concentrazione del mercurio era superiore 'agli
standard di qualità', derivante -spiega Greenpeace-, " ..dalla
corrosione degli anodi sacrificali in prossimità delle piattaforme
per proteggerle dalla corrosione...".
Ma
le conseguenze dannose e i rischi legati alla permanenza illimitata
in mare entro le dodici miglia dalla costa sono anche altri: il
rischio di incidenti viene minimizzato dai sostenitori della
diserzione del referendum, governo Renzi in testa, (allo scopo di
farlo fallire dal momento che è previsto un quorum) sostenendo, come
recita il testo dello Sblocca Italia, che le estrazioni avranno luogo
"... nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia
ambientale".
Scrive
Alessandro Gianni, direttore delle campagne di Greenpeace Italia:
"Tutti ci assicurano dal Ministero dell'Ambiente in giù, che
questi impianti sono monitorati e sono strasicuri, e quindi noi
abbiamo chiesto di vedere questi dati. Ci hanno dato i dati riguardo
a 34 piattaforme, considerate che in genere ce n'è 135 se non erro,
quindi ne mancano un centinaio. Di questo centinaio il Ministero
dell'Ambiente non ha dati di monitoraggio, oppure non ce li ha voluti
dare e questo sarebbe un
reato.
Quando
poi siamo andati a vedere questi dati abbiamo scoperto che sono dati
che sono stati pagati da ENI che affida a qualcuno l'incarico
di prelevare dei campioni, di fare delle analisi chimiche, poi questi
dati vengono riaffidati a ENI che li gira al Ministero dell'Ambiente
e poi li fa valutare all'Istituto superiore per ricerche ambientali
Ispra. Però abbiamo scoperto che Ispra è il soggetto pagato da ENI
per prendere campioni e per fare le analisi. Ora noi non abbiamo
niente da eccepire sul lavoro tecnico svolto da Ispra, però è
abbastanza curioso che sia contemporaneamente controllato da ENI e
poi sia il soggetto pubblico che deve valutare queste analisi."
In
queste condizioni il rispetto di questi fantomatici standard di
sicurezza e di salvaguardia ambientali è impossibile da rilevare
seriamente, e anzi, farebbe ragionevolmente pensare a una forte
spinta lobbistica contraccambiata dal governo.
A
questo proposito è notizia recente che si sia aperto un filone di
inchiesta riguardo al centro Oli di Viggiano che coinvolge dirigenti
dell'ENI per smaltimenti truccati, ovvero rifiuti pericolosi
classificati come non pericolosi con (ad oggi) 37 indagati.
Queste
cose non avvengono per caso o perché c'è una mela marcia, ma perché
è stato costruito un meccanismo che glielo consente, e per la stessa
ragione noi non possiamo sapere con trasparenza e certezza quale sia
lo stato reale degli impianti e quali rischi comporti o abbia
comportato o comporterà, però sappiamo che il ruolo pubblico è
fortemente compromesso nella sua imparzialità dal suo ruolo privato,
privato a cui ovviamente non interessa la salute dei mari, il declino
dell'economia della pesca o il danneggiamento di quella del turismo
e non è chiaro infatti come mai, non si voglia tener
conto di queste realtà economiche, che sostengono molti cittadini
italiani che non inquinano come una piattaforma petrolifera, ma solo
di quelli che lavorano per le piattaforme, che sono una quantità
esigua e che oltretutto avrebbero benissimo il tempo di ricollocarsi,
magari in un impianto di energie rinnovabili che si potrebbero e si
dovrebbero incentivare. Negli ultimi 5 anni nel settore delle
rinnovabili ci sono state 50 mila persone che hanno perso il posto di
lavoro.
E'
da considerare anche il fenomeno della subsidenza, ossia
l'abbassamento del suolo, in particolare l'abbassamento delle coste,
che, anche se l'estrazione degli idrocarburi non è l'unica causa,
secondo Legambiente "... resta il principale fenomeno antropico
che causa la perdita di volume del sedimento nel sottosuolo generando
un abbassamento della superficie topografica".
Il
governo Renzi nonché una serie di comitati, tra cui i sedicenti
Ottimisti e Razionali, sostengono la diserzione del
referendum, allo scopo di farlo fallire per mancanza di quorum.
Inoltre il governo Renzi ha stabilito come data del referendum il 17
aprile invece di accorparlo alle elezioni amministrative, come
richiesto da promotori del referendum, dando poco tempo ai cittadini
per informarsi e quindi facilitando la diserzione dal voto. Non è
interessato al governo Renzi che tenendo il referendum separatamente
dalle amministrative si sprecano soldi pubblici e che inoltre si
costringono i cittadini che vogliono votare a recarsi al seggio
elettorale due volte.
Questo
comportamento da parte del governo Renzi va nella direzione di una
esortazione all'inciviltà, e perciò invitiamo le persone a votare,
innanzi tutto per difendere e affermare il proprio diritto civico, e
poi, se condividono le nostre ragioni, a votare SI alla abrogazione
della legge che consente lo sfruttamento illimitato degli
impianti già esistenti di estrazione degli idrocarburi a meno di 12
miglia dalla costa.
quelli di Marzabotto continuano a tacere!!!!
RispondiEliminacosa vorrà mai dire?
Vietare l'utilizzo di automobili a motore termico a chi simpatizza per i 5 stelle, fare danni senza rendersi conto di quale sia la situazione attuale dell'occupazione operaia di maestranze che estraggono gas naturale (metano). Criticano criticano ma poi continuano a considerare affidabili organismi politici che non si è MAI capito a chi stiano rendendo conto come: ISPRA, ARPA Emilia Romagna, Istituto Vulcanologico Italiano, Protezione Civile e a seguito, legambiente e wwf, stessa inaffidabile pappa politica.
RispondiEliminaHanno ragione i 5 stelle, il metano ed il petrolio che abbiamo sul nostro territorio e nelle 12 miglia sulla costa dobbiamo lasciarlo lì dov'è, smantelliamo tutto e compriamolo dai paesi arabi, africani, mare del nord in Inghilterra e Russia.
RispondiEliminaIl nostro Pil in forte crescita ce lo consente e lasciamo a questi sottosviluppati i problemi ambientali e la bieca industria petrolifera fonte infinita di danni irreparabili.
Per gli operai che rimarranno senza lavoro sfruttiamo la loro specializzazione per lavori socialmente utili tramite AUSER
Speriamo proprio che vinca il SI'