Un lettore ha inviato questo articolo di 'Il Giornale.it, che tratta dell'inchiesta di Report che svela un particolare inquietante: i gettoni d'oro con cui i vincitori dei quiz sono premiati non sarebbero oro 999 ma 995. La Zecca di Stato fa un esposto in procura.
Un'inchiesta
di Report
cerca di fare luce sui gettoni d'oro frutto delle vincite nei giochi
in tv.
La
cosa che più colpisce è che in ogni chilogrammo di oro mancano
all'appello 5 grammi di materiale prezioso. Poca cosa, si potrà
pensare, ma moltiplicate per migliaia e migliaia di gettoni, con
chili e chili di oro, fanno un bel gruzzolo. E dove vanno a finire -
si chiede Report - quei grammi d'oro?
La vicenda parte da lontano, dal 1955 per l'esattezza, quando la Rai inizia ad acquistare i gettoni d'oro per premiare i concorrenti. Viale Mazzini li acquista dalla Zecca dello Stato, che a sua volta compra l'oro sul mercato. Passano i decenni e si arriva alla Banca Etruria. E' l'istituto di credito di Arezzo, di recente finito nello nella bufera per lo scandalo delle obbligazioni subordinate, a fornire i lingotti d'oro alla Zecca, che verranno poi trasformati nei famosi gettoni. Secondo Sigfrido Ranucci, autore dell'inchiesta di Report, per anni la Zecca ha acquistato l'oro senza bando di gara. "Perché è la banca che ci fa il prezzo più basso", puntualizza la Zecca, precisando che da un controllo di qualità effettuato (sul 20% dei lingotti) il materiale è risultato oro 999.
Ma torniamo ai famosi cinque grammi che, secondo Report, mancherebbero all'appello su ogni kg d'oro. Come si è arrivati a fare questa stima? Bisogna fare un passo indietro, nel 2013, quando una concorrente, la signora Maria Cristina Sparanide, vince 100mila euro alla trasmissione "Red or Black". Dopo poco le arriva una lettera dalla Zecca che la informa che dalla Rai è arrivato un ordine di coniare, a suo favore, 4 monete d'oro dal valore di 20mila euro ciascuna. Totale 80mila euro, dunque, anziché 100mila. La differenza, quetso la concorrente lo sa, è dovuta alle tasse. La signora però ignora (lo apprende leggendo la lettera del Poligrafico dello Stato) di dover pagare pure l'Iva, anche se - puntualizza Report - sull'oro per investimento non è dovuta.
Ma c'è di più, oltre alle tasse e all'Iva, infatti, emerge pure un balzello del 2% a carico del vincitore. E di cosa si tratta? Un "calo" della fusione. Fatti tutti i conti la vincita "nominale" di 100mila euro si riduce a 64mila. Con quel piccolo balzello che, a differenza delle tasse e delle imposte, è difficile da accettare e valutare. Quando la signora si rivolge a un'azienda orafa per far valutare i gettoni ricevuti, infatti, fa l'amara scoperta: l'oro non è puro, come indicato dal marchio (999,9). Si tratta, nel suo caso, solo di oro 995. La vicenda si tinge di giallo. Intanto la Zecca dello Stato ha presentato un esposto alla procura. Vedremo - si spera presto - come andrà a finire.
La vicenda parte da lontano, dal 1955 per l'esattezza, quando la Rai inizia ad acquistare i gettoni d'oro per premiare i concorrenti. Viale Mazzini li acquista dalla Zecca dello Stato, che a sua volta compra l'oro sul mercato. Passano i decenni e si arriva alla Banca Etruria. E' l'istituto di credito di Arezzo, di recente finito nello nella bufera per lo scandalo delle obbligazioni subordinate, a fornire i lingotti d'oro alla Zecca, che verranno poi trasformati nei famosi gettoni. Secondo Sigfrido Ranucci, autore dell'inchiesta di Report, per anni la Zecca ha acquistato l'oro senza bando di gara. "Perché è la banca che ci fa il prezzo più basso", puntualizza la Zecca, precisando che da un controllo di qualità effettuato (sul 20% dei lingotti) il materiale è risultato oro 999.
Ma torniamo ai famosi cinque grammi che, secondo Report, mancherebbero all'appello su ogni kg d'oro. Come si è arrivati a fare questa stima? Bisogna fare un passo indietro, nel 2013, quando una concorrente, la signora Maria Cristina Sparanide, vince 100mila euro alla trasmissione "Red or Black". Dopo poco le arriva una lettera dalla Zecca che la informa che dalla Rai è arrivato un ordine di coniare, a suo favore, 4 monete d'oro dal valore di 20mila euro ciascuna. Totale 80mila euro, dunque, anziché 100mila. La differenza, quetso la concorrente lo sa, è dovuta alle tasse. La signora però ignora (lo apprende leggendo la lettera del Poligrafico dello Stato) di dover pagare pure l'Iva, anche se - puntualizza Report - sull'oro per investimento non è dovuta.
Ma c'è di più, oltre alle tasse e all'Iva, infatti, emerge pure un balzello del 2% a carico del vincitore. E di cosa si tratta? Un "calo" della fusione. Fatti tutti i conti la vincita "nominale" di 100mila euro si riduce a 64mila. Con quel piccolo balzello che, a differenza delle tasse e delle imposte, è difficile da accettare e valutare. Quando la signora si rivolge a un'azienda orafa per far valutare i gettoni ricevuti, infatti, fa l'amara scoperta: l'oro non è puro, come indicato dal marchio (999,9). Si tratta, nel suo caso, solo di oro 995. La vicenda si tinge di giallo. Intanto la Zecca dello Stato ha presentato un esposto alla procura. Vedremo - si spera presto - come andrà a finire.
< Vedremo - si spera presto - come andrà a finire >
RispondiEliminaAndrà a finire che nei prossimi concorsi premieranno con gettoni d'oro di caratura ancora più bassa e alla fine useranno gettoni di tungsteno dorati in superficie.
ps. I responsabili della Zecca e della RAI saranno tutti promossi, otterranno consistenti premi in denaro per aver raggiunto gli obiettivi di lavoro annuali e alla fine si godranno la loro pensione d'oro.
Proprio vero, politici, direttori nominati per meriti politici o perchè appartenenti a vari schieramenti, amici di politici NON HANNO SMESSO DI RUBARE, HANNO SMESSO DI VERGOGNARSI DI FARLO.
RispondiEliminafanno schifo