Da
un articolo apparso su MSN Notizie, si apprende del proliferare
sempre più preoccupante di un insetto che da alcuni anni è presente
anche nel centro di Sasso Marconi: la processionaria, ben visibile
grazie alle lunghe file di larve che si spostano in processione, da
qui il nome, e che possono creare disagi e pericoli alla popolazione
e agli animali.
Segnaliamo
quindi volentieri l’articolo che un lettore ha inviato:
Dalla
Valle d’Aosta alla Liguria, la ragnatela delle piante ora intossica
gli uomini
Ormai
è un assedio, che attraversa il Nord Italia e arriva al Sud della
Francia. La processionaria, la larva urticante conosciuta anche come
«gatta pelosa», invade case in Valle d’Aosta, stravolge giardini
in Piemonte e Liguria e, a Mestre, costringe una scuola elementare a
chiudere i battenti, con 7 bimbi e una maestra finiti all’ospedale
a causa di piaghe e pruriti causati dall’insetto.
Il
lepidottero defogliatore che, allo stadio larvale, si sposta in
processione (da cui il nome) dai nidi simili a grossi gomitoli
bianchi sui rami degli alberi per poi incrisalidarsi nel terreno, si
sta espandendo in boschi e aree urbane creando allarme soprattutto
per persone e animali: è ricoperto da peli altamente urticanti che,
oltre a provocare dermatiti lunghe da curare, si spargono nell’aria
causando problemi all’apparato respiratorio e ingeriti dai cani
possono esser letali. Le temperature molto alte per la stagione hanno
spinto la processionaria a uscire dai nidi molto prima del previsto
e, in molti casi, a non rientrarci proprio.
In
alcune vallate valdostane gli attacchi forti sono aumentati del 50%
rispetto agli anni passati. Tra le zone più colpite ci sono quelle
centrali come Sarre, Saint-Pierre e Villeneuve, ma anche La Salle,
Morgex e Cervinia. «In questi boschi - racconta un abitante della
frazione Conclonaz, sulla collina di Sarre - sono due anni che si
registra un allarme in merito, adesso però il problema sta prendendo
proporzioni bibliche. Le larve ricoprono porte e finestre e si
intrufolano anche in casa: siamo pieni di bolle cutanee, prurito,
bruciore alla gola e dolore nel deglutire provocato dall’ingestione
dei peli che si spargono nell’aria». Oltre a una fascia di
disboscamento intorno al piccolo agglomerato infestato, per le zone
urbane Regione e Comuni fanno la raccolta dei nidi sui rami e a
terra, per poi bruciarli, ma nessun decreto ingiuntivo è stato
ancora emesso per far sì che i privati provvedano anche nei loro
terreni. Al Disafa (Dipartimento di scienze agrarie, forestali e
alimentari dell’Università di Torino) stanno arrivando molte
segnalazioni da aree forestali e urbane della Val di Susa e della
zona del Col di Tenda.
«Il
fenomeno è in crescita e in trasformazione anche in aree come il Sud
della Francia - spiega Chiara Ferracini, dell’unità di Entomologia
del Disafa - ed è dovuto principalmente ai recenti cambiamenti
climatici: il freddo, che oggi manca, creava una pausa stagionale del
ciclo di vita della processionaria, che ora, invece, prolifera e
cerca cibo senza interruzione. Stiamo mettendo a punto un progetto
Alcotra tra Piemonte, Liguria e Francia per il controllo della
processionaria tramite la lotta biologica con un insetto antagonista,
limitatore naturale». In Valle d’Aosta un centinaio di alberi sono
stati trattati con iniezioni nel fusto dell’albero, mentre nel
Ponente ligure, colpito dall’infestazione, «noi non ne facciamo
perché sono troppo costose - dice Marcello Storace, dirigente del
servizio fitosanitario Ligure - e ci affidiamo alla rimozione
meccanica dei nidi con abbruciamento a terra. In alcune località si
utilizzano, sotto il controllo delle autorità competenti, i
cacciatori che sparano ai nidi con la doppietta. Ma ultimamente so
che le pallottole con insetticida sono diventate difficili da
reperire».
Per prevenire i nidi invernali delle processionarie occorre fare il trattamento con TUREX a fine estate a tutti i pini. Nel caso si formassero ugualmente alcuni nidi occorre tagliarli, a gennaio, e bruciarli.
RispondiEliminacome direbbe Danilo Masotti, "stiamo ancora troppo bene".
RispondiEliminaNon è necessario andare distante per vedere delle gravi infestazioni, basta andare al bacino di Suviana, i pini ne sono pieni, spetterebbe alla forestale bruciare i nidi, ma campa a cavallo.....
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