Riceviamo
e pubblichiamo
'Al
lupo! Al lupo!' è il titolo del
convegno che si terrà domani, sabato 16 gennaio, alle
15, nella Sala della Biblioteca M. Marri di Monzuno con il
veterinario Marco Vannuccini e l'educatrice Angela Marchi.
'Tutto
quello che avreste voluto sapere sugli ORSI e non avete mai
osato chiedere' è il tema di un secondo incontro
programmato per il 30 gennaio, alle 15, nella Sala Polivalente di
Vado di Monzuno con l'ecologista Davide Celli e il presidente di
Wold Emergency, Claudio Mangini.
Favorire
la convivenza con lupi e orsi, conoscendoli meglio, comprendendone
abitudini, esigenze, imparando se necessario a rispettare le giuste
distanze. È l’obiettivo ambizioso che si pongono gli organizzatori
di due appuntamenti intitolati appunto 'Relazioni pericolose?
Incontri su uomini e animali', pensati dal Comune di Monzuno che
li patrocina e realizzati dall’associazione Castel Merlino in
collaborazione con Emilbanca.
Se
da una parte oggi si investono tempo e risorse per favorire il
ripopolamento
in determinate aree per scongiurare il rischio di estinzione,
dall'altro poi c’è chi invoca l'abbattimento di animali selvatici,
soprattutto se grandi predatori, non
appena questi ultimi si avvicinano all'uomo o agli animali
d'allevamento.
Alla
base di questo paradosso c'è soprattutto una scarsa conoscenza di
questi animali, delle loro caratteristiche e delle loro abitudini. Ma
anche un meccanismo perverso alimentato talvolta dai mass-media che
sembrano trarre giovamento dalla diffusione di paure e vere e proprie
psicosi collettive tra la popolazione. Spiega per esempio il medico
veterinario Marco Vannuccini, relatore del primo incontro dal
nome evocativo 'Al Lupo, al lupo!', che pochi sanno che i cani
inselvatichiti sono molto più pericolosi e creano molti più danni
dei lupi. “Non dobbiamo demonizzare inutilmente e falsamente il
lupo – spiega Vannuccini - perché non è minimamente
interessato all'uomo nella sua abitudine predatoria. Al contrario,
dovremmo sfruttarne a nostro vantaggio le capacità di regolazione
della fauna selvatica biungulata (cinghiali, caprioli, daini, cervi)
proteggendo, per converso, i nostri animali da reddito”.
Il
ritorno spontaneo del lupo è un avvenimento estremamente positivo,
perchè indica il ristabilirsi di un equilibrio che si era perso nel
tempo a causa del comportamento scellerato dell'uomo sia con la
cementizzazione, sia con la caccia indiscriminata alle specie
protette (è bene ricordare di tanto in tanto che anche il lupo è
una specie protetta).
Appuntamento
dunque sabato 16 gennaio presso la Sala della Biblioteca M.Marri di
Monzuno alle ore 15. Oltre all’intervento di Vannuccini ci sarà
quello dell'educatrice Angela Marchi che spiega: “Essendo
una insegnante nella scuola per l’infanzia sono abituata a trattare
aspetti conoscitivi fantasiosi e creativi, tipici dei bambini. Per
questo darò l’avvio al percorso di conoscenza zoologico del lupo
partendo dal suo punto di vista, attraverso una narrazione che
evidenzi l'importanza e la necessità di "una sana convivenza",
un dialogo lupo-essere umano rispettoso delle proprie specificità ed
essenze” mentre Nicola Zanini, ex Guardaparco del Parco
dei Gessi, esperto di animali selvatici, porterà un filmato molto
interessante ed esplicativo sul lupo a cura dell'Ente Parco.
Secondo
appuntamento sabato 30 gennaio alle ore 15 presso la Sala Polivalente
di Vado, intitolato “Tutto quello che avreste voluto sapere
sugli orsi e non avete mai osato chiedere”. Relatori
l'ecologista Davide Celli e Claudio Mangini, presidente di
Wolf Emergency.
Celli
spiega come l'obiettivo di questa conferenza itinerante (ha già
avuto modo di presentare il suo lavoro di ricerca e divulgazione a
Verona, Belluno e Bologna e altre tappe sono in corso di
organizzazione nel centro e nord Italia) sia favorire una maggiore
conoscenza degli orsi trentini, nella consapevolezza che questo possa
mitigare un conflitto spesso esasperato da un punto di vista
mediatico. “Pochi sanno – spiega Davide Celli –
che ci sono più vittime per gli attacchi delle mucche che
difendono i vitellini, che non per gli attacchi di orsi nei confronti
degli essere umani. Eppure nell'immaginario evocato dai media il
pericolo viene sempre dal feroce orso trentino, perché una vittima
di una mucca non fa notizia”. Celli è convinto che il piano
che ha portato a studiare il ripopolamento di alcune zone del
Trentino e finanziato dalla Unione Europea sia stato elaborato bene,
ma che purtroppo sia poco conosciuto dalla popolazione: bisogna
tenere presente infatti che queste zone di popolamento si estendono a
macchia di leopardo, non sono certo una riserva isolata. L'orso è
fondamentalmente una vegetariano ma è normale che se è disorientato
o si sente aggredito dall'uomo può diventare pericoloso per il
bestiame e le persone che gli si avvicinano. Sono rimasti una
cinquantina di orsi in Trentino, il minimo per salvaguardarne
l’esistenza, e vanno protetti.
Anche
l'intervento di Claudio Mangini sarà volto a illustrare come
la convivenza tra uomo e animali selvatici sia possibile: nella sua
esperienza sul campo come animal trainer, cioè addestratore
di animali per il cinema, Mangini ha imparato a conoscere bene queste
creature e le loro esigenze. Sa che se gestiti con rispetto i lupi
possono essere una attrattiva per il turismo e che anche gli
allevatori non hanno nulla da temere se organizzano il lavoro in
fattorie wolf-friendly, come già sperimentato in diverse zone
di Italia. Certo ci sono alcuni limiti normativi ma proprio per
questo è importante sensibilizzare l’opinione pubblica. Anche in
questo caso la parola chiave è conoscenza, perché è spesso
l'ignoranza a generare paure.
L’ingresso
ad entrambe le conferenze è gratuito e gli incontri sono aperti alle
domande, curiosità, perplessità del pubblico, con l’obiettivo di
soddisfarne le aspettative.
Nelle
sale attigue al dibattito sarà attivo un laboratorio didattico per i
bambini.
Inutile che tentiate il lavaggio del cervello alla gente cominciando da quelli più vulnerabili e facilmente manipolabili, cioè i bambini.
RispondiEliminaLa giusta distanza fra me, lupi e orsi è almeno duemila chilometri, non sento bisogno né di lupi né di orsi e non mi interessa una convivenza con essi, figuriamoci se sono favorevole a spendere per questi animali anche dei soldi.
La loro eventuale estinzione non la riterrei un dramma al pari dell’estinzione di zecche, zanzare, pulci, pidocchi ecc.
Il fatto poi che il ritorno del lupo sia un avvenimento spontaneo è tutto da discutere.
RispondiEliminaDopo il “gradito” arrivo in Appennino del cinghiale, cui sono seguiti quelli ancor più apprezzati del cervo, del capriolo e del lupo, si progetta ora di arricchire la montagna della presenza dell'orso. Sarà vera gloria ? Ai posteri la sentenza”.
Il tutto avviene comunque in nome di un “equilibrio ambientale'” che pare mancasse. Senza queste presenze l'Appennino quindi era squilibrato? A me non sembra. Lo frequentavo abitualmente anche prima dell'arrivo degli ungulati e lo trovavo quanto mai invitante, “equilibrato” e ”a misura dell'uomo”. Mi sembra meno frequentabile ora, 'vedi zecche'.
Incomprensibili poi l'affermazione del comunicato: “ pochi sanno che i cani inselvatichiti sono molto più pericolosi e creano molti più danni dei lupi” . Non si pensa a risolvere un pericolo, si scusa un pericolo con uno più grave. Anche i lupi quindi sono definiti un pericolo. Sono poi pericolosi anche i cani domestici. Le cronache raccontano di persone 'sbranate' dai propri cani.
Ipocrita poi l'affermazione ”dovremmo sfruttarne a nostro vantaggio le capacità di regolazione della fauna selvatica biungulata (cinghiali, caprioli, daini, cervi) proteggendo, per converso, i nostri animali da reddito”.
Prima ”si seminano ungulati”poi si aggiunge un pericolo, quello del lupo, per riparare a un male creato artificialmente. Siamo all'idiozia assoluta. Diteci una buona volta la verità.
Io sento solo persone che sarebbero intenzionate a intraprendere iniziative agricole e che trovano nella presenza dei selvatici di nuova immissione un freno, se non un disincentivo.
Infine mi permetto di concludere dicendo “ Organizzazioni agricole se ci siete ancora battete un colpo, altrimenti c'è da pensare che siate complici”.
D'accordo con i primi due commenti!
RispondiElimina"La loro eventuale estinzione non la riterrei un dramma al pari dell’estinzione di zecche, zanzare, pulci, pidocchi ecc." : Non so se ho mai letto su questo blog un commento più irresponsabile, dannoso e agghiacciante di questo.. Biodiversità è una parola ovviamente sconosciuta al suo autore. Che pena...
RispondiEliminaCommenti agghiaccianti dei primi due intervenuti, l'imbecillità si manifesta commentando in maniera violenta e inappropriata un comunicato stampa senza neanche degnarsi di presenziare ad un convegno interessante dove vengono spiegate ragioni, prospettive di convivenza, nonché sistemi di contenimento del fenomeno. Tutti gli animali sono pericolosi, proprio perché tali ma ancora di più se hanno confidenza con l'uomo, come i cani che, se tornano allo stato selvatico perché abbandonati dall'UOMO non ne hanno paura, non lo temono per istinto come i lupi. Tornate alle favole di Cappuccetto Rosso, sono adatte ai vostri cervellini bacati.
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