E'
il secondo giorno di sciopero allo stabilimento della multinazionale
tedesca Manz di Sasso Marconi e il primo di presidio ai cancelli. A
portare i lavoratori a incrociare le braccia, la notizia che la
proprietà ha annunciato 9 esuberi e l'intenzione quindi di
ridurre l'organico, dalle 91 unità oggi in carica, a 82. La notizia
è giunta inattesa e ha avuto l'effetto di una bomba.
Voci
di possibili difficoltà della Manz a Sasso Marconi ne giravano. Ma
erano considerate 'sfoghi irrazionali di gufi' poiché gli indicatori
produttivi ed economici del sito erano rassicuranti. La produzione
aveva mercato e il fatturato era buono.
Nello
stabilimento di Sasso Marconi, erede della sezione meccanica della
storica Arcotronics, si realizzano principalmente batterie al litio e
lo scorso anno ha fatto registrare un aumento di fatturato del 20 %,
sottolineano i lavoratori.
La
ragione degli scioperanti la riferisce Primo Sacchetti ( nella foto) della Fiom:
“L'atteggiamento dell'azienda è inaccettabile. Siamo di fronte a
una azione unilaterale. Manca persino un progetto di uscita
concordata che metta in campo ammortizzatori sociali. Il modo di
procedere è persino peggiore di quello della Saeco di Gaggio
Montano. Abbiamo istituito il tavolo di crisi”, continua Sacchetti,
“cui parteciperanno anche Regione e Città metropolitana. La
proprietà non può prendere una tale posizione. Come sindacato
abbiamo già fatto una proposta. E' poi incomprensibile che si serva
di 30 lavoratori esterni e punti contemporaneamente alla riduzione
dell'organico”.
Anche Lorenzo Tamarri ( nella foto) della Fim CISL si dice
preoccupato per il modo di procedere. “ Siamo ormai diventati
numeri di un elenco impersonale. In una sede lontana si decide di
ridurre del 10 % l'organico e una scure si abbassa per soddisfare
tale percentuale in tutti i siti produttivi del gruppo. Qui a Sasso
Marconi la situazione è particolarmente preoccupante poiché essendo
il numero degli esuberi inferiore a 10 la procedura per il
licenziamento è più breve e semplificata, quindi più pericolosa.
Vogliamo entrare nel merito in un confronto costruttivo con la
proprietà. Siamo al secondo giorno di sciopero e non sono escluse
altre azioni se l'azienda rimane sulle sue posizioni”.
Stefano Tomesani |
Per la RSU,
Stefano Tomesani e Roberto Francia, il primo nella logistica, il
secondo impiegato, non nascondono il loro disappunto: “E'
incredibile. Non ci saremmo mai aspettati dalla proprietà la
denuncia di esuberi perchè tutto andava bene: fino a poco tempo fa
si assumeva e si ipotizzavano altre assunzioni.
Preoccupa poi la
chiusura della direzione generale a discutere la proposta”.
Roberto Francia |
Nubi
sempre più grigie all'orizzonte occupazionale della Valle del Reno.
Ma vi meravigliate!!!!! Secondo voi con le tasse che ci sono, chi rimane in Italia a lavorare??????!!!! Ai voul un matt!!!! Hanno comprato ad un c.... la tecnologia Arcotronics per portarla in Germany! Svegliaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaEffetto del job act..le multinazionali per far si che l'italia sia più appetibile gli è stata data la possibilità di licenziare dalla sera alla mattina con l'unico guadagno che oltre al posto di lavoro sempre più precario stiamo svendendo il know how tecnologico del nostro paese. Quando verranno a portarvi la loro solidarietà i politici di turno vedi fabbri ,demaria,merola o mazzetti ricordatevi che è grazie a loro che l'hanno votato che il vostro posto di lavoro non ha più diritti. Sveglia
RispondiEliminaSuccede in tutto il mondo, non solo in Italia.
RispondiEliminaAd esempio in questi giorni la Ford Transit chiude una fabbrica a Southampton in UK e la riapre in Turchia ( non UE) e riceve un finanziamento della UE di 80 milioni per farlo !
Questo è il Nuovo Ordine Mondiale. C'è poco da svegliarsi,questi hanno tutte le leve del potere e tutti i mezzi di convinzione, figuriamoci cosa contano quattro politicanti nostrani!