Da
ANSA
La
Digos di Bologna ha dato esecuzione ad un provvedimento di espulsione
su disposizione del Ministero dell'Interno, nei confronti di quattro
marocchini residenti a Casalecchio di Reno, indagati in un'inchiesta
sul terrorismo islamico della Procura. Nel corso di perquisizioni era
stato trovato in loro possesso materiale di carta e video,
inneggiante alla jihad.
Una sorta di manuale dove si ipotizza e si illustra come fare un attentato alla sede della Banca Centrale Europea è tra il materiale, scaricato da internet e trovato nella disponibilità ai quattro marocchini. Le indagini del Pm Enrico Cieri, che ha coordinato il lavoro della Digos, è partita nel 2010, ha visto perquisizioni nel 2012 ed è stata attualizzata con controlli fino a quest'anno. Ai quattro - Abdelali Bouirki, Abdelkrim Kaimoussi, Mourad El Hachlafi e Said Razek - sono stati trovati anche vari testi scritti, canti jihadisti e file audio/video, con "ripetute ed ossessive celebrazioni del Jihad". Ci sarebbe anche un messaggio registrato in cui uno dei quattro piange, pregando e dicendo di voler essere un martire della 'guerra santa': "Allah, prendi il mio sangue".
Una sorta di manuale dove si ipotizza e si illustra come fare un attentato alla sede della Banca Centrale Europea è tra il materiale, scaricato da internet e trovato nella disponibilità ai quattro marocchini. Le indagini del Pm Enrico Cieri, che ha coordinato il lavoro della Digos, è partita nel 2010, ha visto perquisizioni nel 2012 ed è stata attualizzata con controlli fino a quest'anno. Ai quattro - Abdelali Bouirki, Abdelkrim Kaimoussi, Mourad El Hachlafi e Said Razek - sono stati trovati anche vari testi scritti, canti jihadisti e file audio/video, con "ripetute ed ossessive celebrazioni del Jihad". Ci sarebbe anche un messaggio registrato in cui uno dei quattro piange, pregando e dicendo di voler essere un martire della 'guerra santa': "Allah, prendi il mio sangue".
Da
Bologna Today
Terrorismo,
espulsioni a Bologna. Pianti e preghiere: "Allah, prendi il mio
sangue"
Il
decreto di espulsione è stato firmato dal Ministro dell'Interno
Angelino Alfano: "Erano indagati per associazione con finalità
di terrorismo, anche internazionale. Ho firmato questo decreto per
motivi di sicurezza dello Stato. Si tratta infatti - spiega il
ministro - di quattro soggetti che, a vario titolo, hanno aderito e
si impegnavano per la diffusione dell'estremismo violento".
Il
Ministro ha confermato che uno era l'informatico del gruppo,
diramava on line pratiche religiose e proclami ideologici di
orientamento jihadista, canti celebrativi di atti di martirio,
manuali sulle tecniche di combattimento e per la realizzazione di
attentati, un altro cercava sul web contenuti inneggianti
all'odio verso l'Occidente e celebrativi della violenza quale
strumento di affermazione dell'Islam: "Un altro - ha
proseguito il ministro - manifestava la sua adesione
all'ideologia più radicale concorrendo alla diffusione di contenuti
funzionali alla formazione operativa degli altri sodali. E infine
l'ultimo era strettamente legato al primo, l'informatico, con il
quale condivideva la visione estremista dell'Islam"
Da
‘Il FattoQuotidiano.it/EmiliaRomagna’
I
cittadini marocchini erano indagati per addestramento ad azioni con
finalità di terrorismo. La procura aveva chiesto misure cautelari,
il gip però le aveva rigettate perché il materiale era stato
scaricato da internet. Nell'inchiesta anche un quinto uomo che nel
frattempo è andato a combattere in Iraq
Nelle
loro abitazioni erano stati trovati anche manuali che spiegavano come
scatenare la guerriglia in città o come confezionare esplosivi. Per
questo quattro cittadini marocchini residenti in provincia di Bologna
sono
stati espulsi
dall’Italia. Si tratta delle prime espulsioni dopo
gli attentati di Parigi.
I
cittadini marocchini erano al centro di un’indagine partita da una
serie di perquisizioni nel 2012. Erano tutti indagati dal pm Enrico
Cieri per
addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche
internazionale. Nelle perquisizioni era stato anche trovato del
materiale inneggiante alla jihad, che aveva portato alla richiesta al
gip dell’emissione di misure cautelari. Le misure erano state
chieste prima dell’estate ma erano state rigettate dal giudice per
le indagini preliminari Letizio
Magliaro a inizio
settembre in considerazione del fatto che il materiale era stato
scaricato da internet, e quindi non veniva ritenuto provato che fosse
finalizzato ad una azione di indottrinamento jihadista.
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Dopo
il rigetto, però, dalla procura bolognese era partita la richiesta
alla polizia giudiziaria, in questo caso la Digos, di individuare
ogni modalità possibile per tutelare la sicurezza nel tempo più
rapido. Questo perché oltre al materiale di propaganda trovato
inizialmente si era poi trovato altro, come un libretto
tecnico operativo per
la guerriglia in città
e indicazioni per la fabbricazioni
di esplosivi, e questo
è stato ritenuto dagli inquirenti, “un
salto di qualità“.
I quattro frequentavano un centro di preghiera in via Rigola. Uno dei
quattro era ritenuto elemento ‘guida’ religioso.
“Ottima
notizia. Mi sembra un provvedimento ben fatto, che testimonia che c’è
un controllo da parte della nostra intelligence. Quindi bene, una
buona notizia”, commenta il sindaco di Bologna, Virginio
Merola.
Richiesta al gip dell’emissione di misure cautelari. Le misure erano state rigettate dal giudice per le indagini preliminari Letizio Magliaro.
RispondiEliminaMa questo tizio è ancora al suo posto a far danni?
Possibile che in Italia nessuno venga rimosso?
E' già scandaloso che mister Letizio, anche il nome è tutto un programma, sia arrivato dove è ben saldo e seduto ( ovviamente con stipendio da metalmeccanico ).
RispondiEliminaEvidentemente la meritocrazia ha dei parametri sconosciuti ed incomprensibili ai poveri c..i dei sudditi di questo magnifico paese.
anduma bin.
alan delon