martedì 8 settembre 2015

La democrazia è cosa difficile, stretta tra l'inconcludenza e la forza.



Da Dante Franchi,

“Convinto della delicatezza estrema dei temi trattati ed allarmato per l'arroganza ed i pressapochismo con cui questi vengono trattati, trasmetto l'appello che il Presidente emerito della Corte costituzionale e Presidente onorario di Libertà e Giustizia Gustavo Zagrebelsky rivolge  ai legislatori alla vigilia dell’ultima lettura della riforma costituzionale promossa dal governo, auspicando che possa trovare spazio”.

L’appello:
Il funzionamento della democrazia è cosa difficile, stretto tra l’inconcludenza e la forza. Chi crede che si tratti di una battaglia che si combatte una volta ogni cinque anni in occasione delle elezioni politiche e che, nell’intervallo, tutto ti è concesso perché sei il“Vincitore”, si sbaglia di grosso ed è destinato a essere travolto, prima o poi, dal suo orgoglio, o dalla sua ingenuità, mal posti.
La prima vittima dell’illusione trionfalistica è il Parlamento. Se pensiamo che si tratti soltanto di garantire l’azione di chi “ha vinto le elezioni”, il Parlamento deve essere il supporto ubbidiente di costui o di costoro: deve essere un organo esecutore della volontà del governo. Altrimenti, è non solo inutile, ma anche controproducente.
Le riforme in campo, infatti, sono tutte orientate all’umiliazione del Parlamento, nella sua prima funzione, la funzione rappresentativa. Che cosa significano le leggi elettorali, che prevedono la scelta dei candidati attraverso le “liste bloccate” stilate direttamente dai capi dei partiti o attraverso la farsa delle cosiddette “primarie”, se non l’umiliazione di quella funzione nazionale: trionfo dello spirito gregario o del mercato dei voti. Il prodotto degradato, se non avariato, è davanti agli occhi di tutti. Così, mentre dalle istituzioni ci si aspetterebbe ch’esse tirassero fuori da chi le occupa il meglio di loro stessi, o almeno non il peggio, di fatto avviene il contrario. Queste istituzioni inducono alla piaggeria, alla sottomissione, all’assenza di idee, alla disponibilità nei confronti dei potenti, alla vigliaccheria interessata o alla propria carriera o all’autorizzazione ad avere mano libera nei propri affari sul territorio di riferimento. Per essere eletti, queste sono le doti funzionali al partito nel quale ti arruoli. Non devi pensare di poter “fare politica”. Non è più il tempo: il tempo è esecutivo!
Una prova evidente, e umiliante, dell’inanità parlamentare è la vicenda che ha agitato la vita politica negli ultimi due anni: la degradazione del Senato in Camera secondaria che dovrebbe avvenire col consenso dei Senatori. Si dice loro: siete un costo, cui non corrisponde nessun beneficio; siete un appesantimento dei processi decisionali, cui corrisponde non il miglioramento, ma il peggioramento della qualità della legislazione. Sì, risponde il Senato: è così. Finora siamo stati dei parassiti inutili e dannosi e siamo grati a chi ce ne ha resi consapevoli! Sopprimeteci!
Vediamo più da vicino questo caso da manuale di morte pietosa o suicidio assistito nella vita costituzionale.
A un osservatore non superficiale che non si fermi alla retorica esecutiva e “governabilitativa”, cioè ai costi (“Senato gratis”, è stato detto) e alla velocità (una deliberazione per ogni legge, invece di due), l’esistenza di una “seconda Camera” risulta bene fondata su “ragioni conservative”. Non conservative rispetto al passato, come fu al tempo delle Monarchie rappresentative, quando si pose la questione del bilanciamento delle tendenze anarcoidi e dissipatrici della Camera elettiva, propensa a causa della sua stessa natura a sperperare denaro e tradizioni per accattivarsi gli elettori. Allora ciò che si voleva conservare era il retaggio del passato. Oggi, di fronte alla catastrofe della società dello spreco, si tratterebbe dell’opposto, cioè di ragioni conservative di risorse e opportunità per il futuro, a garanzia delle generazioni a venire.
Il Senato come concepito nella riforma moltiplica la dissipazione. Se ne vuole fare un’incongrua proiezione amministrativistica di secondo grado di enti locali, a loro volta affamati di risorse pubbliche. A questa prospettiva “amministrativistica” se ne sarebbe potuta opporre una “costituzionalistica”. Nei Senati storici, le ragioni conservative corrispondevano alla nomina regia e alla durata vitalizia della carica: due soluzioni, oggi, evidentemente improponibili, ma facilmente sostituibili con l’elezione per una durata adeguata, superiore a quella ordinaria della Camera dei deputati, e con la regola tassativa della non rieleggibilità, come garanzia d’indipendenza da interessi particolari contingenti. A ciò si sarebbero potuti accompagnare requisiti d’esperienzacompetenza e moralità particolarmente rigorosi, contenuti in regole di incandidabilità, incompatibilità e ineleggibilità misurate sulla natura dei compiti assegnati agli eletti. Fantasie. I riformatori costituzionali pensano ad altro: a eliminare un contrappeso politico, ad accelerare i tempi. Non riuscendo a eliminare, puramente e semplicemente, un organo, che così come è si ritiene inutile, anzi dannoso, si sono persi in un marchingegno la cui assurda complicazione strutturale – le modalità di estrazione dei nuovi “senatori” dalle assemblee locali – e procedimentale – i rapporti con l’altra Camera – verrà alla luce quando se ne dovesse sperimentare il funzionamento."

Gustavo Zagrebelsky


17 commenti:

  1. Il concetto di democrazia è, fondamentalmente, semplice: potere del popolo.
    Come tutte le cose questo ha pro e contro ma nel periodo dei fanatismi oscurantisti, dei nuovi feticci, ci saranno i difensori senza se e senza ma della democrazia e del politicamente corretto che si scandalizzeranno.

    Democrazia: decisioni politiche prese in base alla maggioranza (qui si dovrebbe entrare nel merito del suffragio, del sistema di contrappesi, della responsabilità senza la quale nessuna libertà esiste etc.). Ci sono varie forme di democrazia, ma il concetto base è semplice, lineare: decisioni politiche secondo la maggioranza del "popolo".
    Così si arriva ad una costituzione in alcune parti orribile, una costituzione che, su scelte cruciali come quelle della politica estera, dei trattati internazionali, semplicemente esclude la volontà popolare: una costituzione antidemocratica su questioni vitali.
    Questo pateracchio pseudo rappresentativo manca della quasi la totalità dei meccanismi di contrappeso che possano mantenere e imporre una sovranità popolare: le elezioni di richiamo, i referendum propositivi, l'assenza di quorum o i quorum legati alle percentuali dei votanti, il vincolo di mandato per i delegati eletti, il pareggio di bilancio (massimamente ecologico contro le demagogie più becere), la territorialità, etc.

    A sinistra si applica un commutare speculativo molto frequente: si passa, a seconda delle esigenze, dall'invocare la democrazia a oligarchie autoreferenziali che prendono insindacabili decisioni, moralmente superiori / non negoziabili, "progressiste" (il frasario bislacco è ricco e funzionale alla sofisticazione).

    Ad esempio, la sinistra e i cattolici sempre così attenti a una "fantomatica e ideale democrazia" dovrebbero prendere atto che, ad esempio, sulla invasione migratoria che essi sostengono e propugnano in tutti i modi, la maggioranza del paese non ne vuole sapere.
    In quel caso la democrazia non vale, valgono le "accoglienze senza se e senza ma", i prefetti che impongono le accoglienze alle vite degli altri, la tassazione per usare i soldi contro di te e le tue volontà, gli imprescindibili e non negoziabili diritti (?) di altri ma non i tuoi, la morale (quale?), il razzismo positivista, e altre fanfaluche.

    Già.

    Così la democrazia diventa una "democrazia quando va bene a noi", altrimenti invochiamo e prendiamo decisioni oligarchiche dall'alto.
    Poi ci sono questioni tecniche come quelle relative al parlamento: ma direi che concentrarsi sulla posizione del posacenere sul tavolino quando manca la casa intorno e in essa il soggiorno è un baloccarsi che non riesco a capire.
    Specie quando ci sono una invasione e la costruzione di un genocidio culturale e poi forse fisico – i balcani insegnano - in atto.

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  2. Questo mi sembra il solito piagnisteo di copertura, per far credere alla massa ciandala che i colpevoli sono gli altri.....

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  3. la democrazia di qualcuno è anche tenere in esercizio i treni vuoti che dal 2004 viaggiano da bologna a marzabotto

    democrazia di qualcuno è avere le Unioni e le Città metropolitane composte da nominati

    democrazia di qualcuno è avere le partecipate composte da politici in avanzato stato di.. o di trombati

    democrazia di qualcuno è avere il pd che continua a propinarci presidenti del consiglio non eletti

    democrazia di qualcuno è avere il pd come partito composto da non si sa che cosa o chi dove transfughi oggi sono in sel domani sono turchi, dopodomani sono pd poi come cosa nuova sono nell'altra non so come si chiama

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  4. questo invece è progresso

    http://www.ilgiornale.it/video/cronache/lemilia-abbandonata-terremoto-pensando-ai-migranti-1168207.html

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  5. questa è la MASSIMA espressione dell'esercizio della democrazia.

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/sondaggio-che-spaventa-renzi-astensionismo-record-1168339.html

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  6. ma quale inconcludenza!

    guarda qua che nuove giovani leve

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/rottamato-mastella-abbraccia-renzi-1168278.html

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  7. ognuno trova posto nel cuore di qualcuno

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/boldrini-conquista-playboy-preferita-dai-camionisti-1168275.html

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  8. mezzi di informazione pieni zeppi di giornalisti venduti, che insultano la MAggioranza del popolo italiano che di immigrati non ne vuole sapere, telefonate e insultate.

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  9. Suggerisco a tutti che è il popolo in primis che sbaglia.
    Se guardiamo la nostra realtà locale è veramente evidente.
    Quindi se le cose non vanno bene, anzi vanno male e non siamo contenti, cosa ci costa votare tutti da una parte? Che male potranno fare poi i nuovi amministratori? sicuramente non peggio dei vecchi.
    Il problema vero è la della mentalità.
    Siamo talmente CONDIZIONATI che alla fine votiamo sempre gli stessi.
    Allora o li lasciamo fare senza fare sempre questi cosi infiniti di lamentele oppure li cacciamo a casa quando è il momento, cioè quando si vota.
    Tutto il resto . . . . .è noia !!

    SUPERBOBO

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  10. > Suggerisco a tutti che è il popolo in primis che sbaglia.
    > Se guardiamo la nostra realtà locale è veramente evidente

    Ogni paese ha i politici che esprime e quindi si merita.
    Eletti ed elettori entrano in risonanza sfruttando alcuni meccanismi riconducibili a:

    o - delega / transfer ovvero deresponsabilizzazione;
    o - demagogia basata su soluzioni sbagliate che aggravano i problemi e rendono il sistema ancora più insostenibile;
    o - spostamento nello spazio (delocalizzazione) e nel tempo (deficit di bilancio) dei problemi;
    o - instillazione di assurdità come il "più diritti per più tutto per più tutti".

    Come osserva Jorgen Randers, il problema è che in queste demagogie democratiche ovvero democrazie demagogiche vincono sempre le scelte facili, del consenso immediato, e fallimentari, nefaste a medio e lungo termine (in questi luogo vedi gli osanna per l'aumento del tumore catramitico (porrettane, bretelle, passanti e altre opere nefaste) e l'incraniarsi pervicace contro il trasporto ferroviario striminzito e in riduzione).

    NON si può parlare di democrazia se
    o - non è territoriale e locale (comunale e provinciale, responsabilizzazione geografica)
    o - con vincoli di mandato (responsabilizzazione dei delegati)
    o - a pareggio di bilancio (attivo fino a ripianare il debito, responsabilizzazione antidemagogie)
    o - sostenibile nello spazio e nel tempo.

    Come riforme superficiali tutto e il contrario di tutto (aboliamo il senato ma non lo aboliamo, ci inventiamo i non eletti e altre orribili mischioni riformisti delle non riforme o del riformare la cacca) etc. e il trastullarsi con giochetti superficiali, teatro per allocchi, che distoglie e distrae dai problemi sempre più gravi come

    o - il peggioramento per crescita continua del deficit ecologico e quindi finanziario dovuto
    o - anche alla crescita demografica esclusivamente da tsunami migratorio e relativa
    o - distruzione dell'identità europea, balcanizzazione a base di multi-tutto innestati a forza da elite autoreferenziali cattoliche, di sinistra, sì global, contro il volere della popolazione.

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  11. * distruzione dell'identità europea, balcanizzazione a base di multi-tutto innestati a forza da elite autoreferenziali cattoliche, di sinistra, sì global, contro il volere della popolazione*

    Mancano nell’elenco i principali mandanti, con i loro media che propagandano dal “cielo”.

    Ecco chi promuove la “accoglienza” (chi l’avrebbe mai detto?)

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  12. democrazie demagogiche vincono sempre le scelte facili, del consenso immediato, e fallimentari

    come i treni che dal 2004 viaggiano vuoti da bologna a marzabotto?

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  13. democrazie demagogiche vincono sempre le scelte facili,

    o come queste di scelte?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/09/finanziamento-ai-partiti-camera-vota-la-legge-che-elargisce-fondi-senza-controlli/2021786/

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  14. ma comeeeeee
    il PD si costituisce parte civile su ogni
    e qui?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/09/penati-gli-ex-ds-si-sfilano-dal-processo-nessuna-richiesta-di-risarcimento/2021507/

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  15. senti senti

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-09/pensioni-stop-ministero-salvaguardia-esodati-e-all-opzione-donna-135439.shtml?uuid=ACqrgju

    qui litigano tra governo e maggioranza (cioè tre di loro) e chi ne fa le spese?

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  16. > come i treni che dal 2004 viaggiano vuoti da bologna a marzabotto?

    Ad esempio la demagogia pro trasporto su gomma, pro catrame e anti ferroviaria / trasporto pubblico.
    Il tagliatore di treni senza se e senza non spende una parola sul tumore stradale che cresce, ad esempio la demenziale porrettana pseudo-veloce (per ritrovarsi prima e attendere di più nella bolgia congestionata bolognese da "risolvere" aumentando il tumore con il passante nord che causerà più traffico da "risolvere" con la tangenziale sud che causerà più traffico da "risolvere"...).

    Il demagogo da bar sport anti treni non osserva i miliardi di euro dilapidati nel catrame che non fanno altro che aumentare il traffico, come noto in economia ed ingegneria dei trasporti (principio di induzione del traffico, regola di lewis Mogridge, etc.).

    Però è bello venire qui a scrivere delle demagogioche stupidaggini antiferroviarie ignorando la pluridecennale e demenziale antipolitica catramitica dei trasporti.
    Molto intelligente, eh, concentrarsi sul mezzo litro di acqua in più o in meno per lavare l'insalata quando l'impianto idraulico è fallato e perde 8 mc di acqua al giorno.

    Clap clap clap

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  17. Zecca dici sempre le stesse cose
    Intanto sale nei consumi l'acquisto delle auto e Autostrade paga i lavori sulla fermata di Casalecchio che finalmente ha il marciapiede di 55 cm

    speriamo presto che facciano la tangenziale che eviti di passare per Vergato e ci porti direttamente sull'a1. Così Autostrade ci fa la stazione anche a Vergato.

    Se poi eliminano quei treni inutili che dal 2004 viaggiano inutilmente da bologna a marzabotto magari abbiamo la manutenzione delle carrozze più dignitosa.

    bla bla bla

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