domenica 16 agosto 2015

"Eri sul treno, ci vediamo?". Ecco il social per chi viaggia sui mezzi pubblici.



Da Libero

«Eri sul treno 9714 da Venezia a Milano: siamo scesi assieme e durante il percorso fino alla metro ci siamo incrociati molte volte sorridendoci. Se non fosse stato per il lavoro sarei venuto a conoscerti». Poi: «Ho perso il mio tesserino “Io viaggio” intorno alle 8 di oggi sulla linea gialla, credo alla fermata di Centrale. Se qualcuno lo ritrova mi contatti». Oppure: «Sono le 23.32 e sull’autobus 61 in direzione Largo Murani l’aria condizionata è al massimo: sembra di stare in Siberia. L’autista mi ha detto di chiedere agli altri passeggeri: ragazzi, che dite?». Ancora: «Vi segnalo che da due giorni incontro sempre lo stesso ragazzo che chiede spicci a ogni persona che incontra inventandosi delle scuse assurde. Oggi stava a Sant’Ambrogio, ieri era a Comasina: state attenti». Sono solo alcuni delle centinaia di messaggi che Cityglance, l’applicazione made in Milano del trasporto sui mezzi pubblici, raccoglie nella sua piattaforma. Così se ogni mattina prendete la metro per andare in ufficio o salite sul tram direzione scuola, tranquilli: da oggi quel viaggio obbligato non sarà più un peso. Anzi, è diventato completamente social.
L’idea è venuta a tre studenti dell’università Statale di Milano: Marco Biraghi, Enrico Vecchio e Carlo Banfi. Tutti sviluppatori, tutti ancora chini sui libri di informatica (manco a dirlo). Nel 2013 l’hanno lanciata sul web (oltre 5mila iscritti in poche ore e solo a Milano). Risultato, da allora non si sono più fermati: «Lavoravamo già, ci siamo licenziati per dedicarci esclusivamente al nostro progetto: non sapevamo nemmeno cosa fosse una start-up», racconta divertito Banfi. E adesso sono pronti a conquistare il mercato internazionale, tanto che a settembre sbarcheranno a New York, a Londra e nelle principali capitali europee.
Immaginate di essere sul tram 9, dalle parti di Porta Venezia. Sale una bella ragazza e ne rimanete affascinati, ma è tempo di poche fermate: lei scende già a piazza Cinque Giornate. Come rintracciarla? Semplice: vi basta smanettare pochi secondi sul display del vostro smartphone e il gioco è fatto. L’applicazione è completamente gratuita, il log-in potete effettuarlo anche tramite social network e Cityglance contatterà per voi tutti gli utenti con i tratti somatici che avete specificato. Poi, ovvio, starà a lei decidere se rispondervi o meno.
Ma nell’era del trasporto condiviso quello che potete fare (telefonino alla mano) è molto di più. Sono finiti i tempi in cui i pendolari passavano quella «mezzora di noia» sul metrò per raggiungere il posto di lavoro. Adesso in quel lasso di tempo potete condividere il vostro viaggio con gli amici, conoscere persone nuove, restare aggiornati sullo stato del servizio pubblico (già, perché l’app del trasporto 2.0 garantisce anche un servizio di info-viabilità integrato direttamente con Atm: ritardi, cancellazioni e deviazioni sono a portata di click). Tra qualche mese potrete addirittura sfidare i vostri contatti a colpi di giochini on-line, così ingannerete meglio l’attesa.
Per ora Cityglance è disponibile su tutti i mezzi pubblici in circa 40 città italiane, Roma compresa. Eppure è all’ombra della Madonnina che l’applicazione dei viaggi (social) in tram spopola maggiormente. A Milano, infatti, si contano qualcosa come 40mila utenti, la metà del totale dei clienti nazionali che, appunto, si assestano intorno alle 80mila unità. Le tratte più gettonate sono quelle della metro, in particolare i milanesi smanettano su cellulari e smartphone quando sono a bordo di due linee: la verde e la rossa. «Si tratta dei percorsi dove generalmente la gente passa più tempo», spiega Banfi. Che ricorda anche come Palazzo Marino abbia da sempre guardato con interesse all’idea di questi tre ragazzi appena usciti dall’università che hanno letteralmente rivoluzionato il modo di viaggiare dei pendolari: «In Comune si sono mostrati aperti fin dal principio, hanno capito che la nostra app poteva diventare un’alternativa competitiva a quella per il trasporto pubblico perché noi non facciamo solo informazione circa la percorribilità di tram e autobus, noi in più garantiamo una piattaforma social». Provare per credere.

5 commenti:

  1. I miei genitori non avevano la "app" e socializzavano con le persone in qualche modo "note", non venivano sfregiate dall'acido, non venivano assalite col macete, non venivano abusati da quelli che avevi "conosciuti " in disco o sulla spiaggia all'alba dopo lo sballo,i pirati della strada li ignoravano.
    AMMETTO di essere già passato di cottura, ma come vivevano meglio LORO.
    alan delon

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  2. questa invnzione porterebbe pochi guadagni sui treni che viaggiano inutilmente vuoti dal 2004 sulla tratta Bologna Marzabotto.

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  3. ma ciò che sono adesso le persone è frutto della dispersione dell'educazione civica nelle scuole e del mancato insegnamento dei genitori. Anche in relazione all'arrendevolezza di questi ultimi nel non volersi avvicinare alle nuove tecnologie e della NON lungimiranza degli enti locali (i piu prossimi alla cittadinanza) nel prodigarsi all'alfabetizzazione informatica dei medesimi.

    Del resto anche l'avvento del televisore ha portato a comportamenti diversi con le generazioni passate. Mi riferisco ai modelli americani che nel tempo hanno spopolato nel nostro continente e che i nostri vecchi hanno sempre ripudiato.


    Non è che sia cambiato molto.

    La parola chiave sta nell'insegnamento all'utilizzo degli strumenti di comunicazione.

    Ma se diventiamo troppo istruiti poi come fanno i pubblicisti a convincerci a comprare delle troiate o ad adottare comportamenti che proprio loro ci persuadono ad aottare coi loro messaggi?

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  4. a proposito della società del "liberi tutti" invito a leggere queste considerazioni

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-08-15/lo-spostamento-responsabilita-093706.shtml?uuid=ACw04Ai&refresh_ce=1

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  5. Pienamente d'accordo con Alain Delon. Purtroppo di quei tempi, cosi' vicini, e' rimasto troppo poco e bisogna scegliere se vivere come se fosse ancora cosi' oppure prendere il meno peggio della vita virtuale.

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