sabato 4 luglio 2015

Pensioni, ecco le cinque strade per le uscite flessibili. Assegno a 62 anni alleggerito per sempre.




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La soluzione è rivolta ai lavoratori di tutti i comparti (pubblico, privato, autonomo), uomini e donne, e individua i 66 anni di età e i 35 di contribuzione quale punto di riferimento. Rispettando il minimo contributivo, però, è possibile variare l'età del pensionamento a patto che l'importo dell'assegno sia pari almeno a 1,5 volte l'importo di quello sociale.
In base alla normativa attuale, per accedere alla pensione di vecchiaia sono necessari almeno 20 anni di contributi e un'età che per gli uomini è di 66 anni e 3 mesi, mentre per le donne oscilla tra i 66 anni e 3 mesi delle dipendenti del pubblico impiego e i 63 anni e nove mesi per chi lavora nel privato.

In base al progetto di legge 857, se ci si ritira dal lavoro prima dei 66 anni, l'importo del trattamento subisce un taglio di due punti percentuali per ogni anno di anticipo, arrivando a un massimo dell'8 per cento. Il taglio si riduce se si possono vantare oltre 35 anni di contributi. Per esempio chi ne ha 38 e va in pensione a 62 anni subisce una decurtazione del 6,9%, mentre con 40 la limatura scende al 3 per cento.

Viceversa, se si resta al lavoro oltre l'età di riferimento, si matura un assegno più consistente del 2% per ogni anno di età, fino a un +8% a 70 anni. In questo caso avere più di 35 anni di contributi non incide sul “premio”. Va rilevato, peraltro, che la normativa attuale non consente ai dipendenti pubblici di rimanere al lavoro raggiunti i requisiti.

In alternativa, sempre secondo il progetto di legge 857, chi ha almeno 41 anni di contributi può andare in pensione a prescindere dall'età anagrafica. Attualmente la pensione anticipata indipendentemente dall'età richiede 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Inoltre, fino al 2014, chi vi accedeva prima dei 62 anni subiva una penalizzazione economica sulla quota di trattamento relativa all'anzianità contributiva ante 2012 pari all'1% per ognuno dei primi due anni di anticipo e del 2% per ogni ulteriore anno.

Questa ipotesi di flessibilità in uscita raccoglie consensi trasversali in commissione Lavoro alla Camera. Presentata da esponenti del Pd, viene valutata positivamente da Forza Italia e anche la Lega potrebbe sostenerla. Tuttavia non è detto che sia la soluzione a cui sta pensando il governo, almeno per quanto riguarda la portata della penalizzazione per chi anticipa. Durante la sua audizione presso la commissione, il 3 giugno, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non ha dato riscontro al deputato Walter Rizzetto che ha chiesto se i 66 anni di età e il taglio dell'8% sono ritenuti sostenibili o se si stanno ipotizzando penalizzazioni più consistenti. Inoltre c'è il nodo costi, che nel progetto di legge non è toccato ma che, come ha affermato Cesare Damiano nei giorni scorsi «sono impegnativi».

Sconto di cinque anni

Secondo le regole attuali, un lavoratore può accedere alla pensione di vecchiaia con 66 anni di età e almeno 20 di contributi. Una persona nata nel 1953 quest'anno non ha quindi il requisito anagrafico, essendo sessantaduenne e per maturare il minimo dovrebbe attendere fino al 2020. Però, se può vantare 35 anni di contributi potrebbe beneficiare della nuova modalità di anticipo, a fronte di un taglio dell'importo dell'assegno pari all'8 per cento.
Ipotizzando un trattamento mensile“pieno” di 1.500 euro lordi, la decurtazione sarebbe di 120 euro. Tenuto conto, inoltre, che è probabile che abbia iniziato a lavorare prima dei 27 anni, gli anni di contribuzione potrebbero essere 37 o 40, limitando ulteriormente la penalizzazione economica. In alternativa può attendere un paio di anni e contare così su 64 anni di età e almeno 37 di contributi, che determinano un taglio del 3,3 per cento.

Il numero chiave: 66 anni

L’età di riferimento sotto la quale scattano le penalizzazioni (di Matteo Prioschi e Fabio Venanzi - Il Sole 24 Ore)

5 commenti:


  1. dobbiamo mantenere la merkel, il fondo moneario, la troika là dove c' è bisogno, dobbiamo mantenere la bce assieme a draghi e tutti i vecchi burocrati di bruckselles + tutti i nostri onorevoli politici e noi pagare solo. Il nostro futuro sarà quello di vecchi pensionati in miseria con la speranza di morire presto.
    Speriamo ci salvi la grecia e che le cose cambino, nonostante la codardia di renzi e dei sui che vogliono mantenerci nella povertà presente che futura come vuole la germania. A proposito la germania dall' epoca del dopo guerracon il debito lasciato da hitler verso tutti gli stati e fino al 1995 non ha mai pagato i suoi debiti ai creditori perchè amorevolmente hanno abbuonato il debito cancellandolo, ecco perchè la germanioa ora che si è dimenticata dei suoi debiti è diventando una potenza in grado di comandare a casa nostra. Ora deve assolutamente annullare il debito degli stati debitori e farla finita con la richiesta di riforme che altro non sono che imporre al ceto medio, ai lavoratori e pensionati di rimanere degli schiavi a vita, poveri e non in grado di avere voce in capitolo. Questo è quanto vuole la germania dagli stati e quando dice di fare le RIFORME..... l' usuraio.... sottintende povertà degli stati membri dell' europa ma non il suo.

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  2. boicottare tutti i prodotti tedeschi come segnale di avvertimento, anche i prodotti sviluppati in aziende tedesche (come Ducati e Lamborghini) sul suolo italiano, alla faccia della felicità della fiom per l'avvento dei nuovi padroni del vapore, boicottare le PERSONE che acquistano prodotti tedeschi anche con insulti,"collaborazionisti dei nuovi schiavisti".Ci sono già così pochi soldi in giro cerchiamo di non darli ai crucchi, ricordatevi di Montesole.

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  3. 14:43 hai ragione..........
    la germania ci invidia quello che siamo, quello che produciamo e quello che abbiamo.
    Non ci invidia certo i nostri onorevoli che vengono trattati a bruchelles come dei maggiordomi ma non c' è problema per quelli, glieli possiamo regalare perchè mentre la germania fa i suoi interessi, strozzando gli stati dell' emisfero sud-europa indebitati perennemente, aiutata dai nostri politici da monti ad oggi con renzi che fanno gli interessi prevalemtemente della tedesca. Come in passato l' italia s' inchina ai voleri della germania e c' è voluta la grecia con il suo sacrificio e coraggio "forse" per far aprire gli occhi agli italiani. Ora apriamoli bene questi occhi perchè renzi incarognitosi con il popolo italiano che non lo appoggia più, diventa pungente accanendosi nell' abbassare le pensioni, aumentando le tasse per far vedere alla germania che fa sul serio nello strozzare gli anziani, chi lavora e togliendo ossigeno alla crescita delle piccole-medie imprese. Hai ragione, boicottiamo il mercato tedesco in italia in ogni settore cominciando a preferire i wurstel di amadori a quelli dei crucchi.......cominciamo, vogliono la guerra e sia, questa volta però senza alleanze.

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  4. Se solo in italia avessimo un " tsipras " ci faremo dare i quatrini con le promesse di grandi riforme ai crucchi e poi.........chi se visto se visto che a casa nostra decidiamo noi cosa fare. Gli usurai vanno trattati a pesce in faccia quando tirano troppo la corda e se la grecia sta facendo il doppio gioco....ben venga, quante volte la germania & (compani tedeschi) ha ingannato l' italia ?????? ricordatevi di montesole, delle fosse ardeatine, degli eccidi di sarzana ecc. ....loro sono degli strozzini nati fa parte del loro dna, non cambiano.

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  5. I tedeschi ci mangeranno se li si lascia fare, e non abbiamo nessun interesse a stare in buoni rapporti con questi allocchi, questa gente è disonesta sono buoni solo quando si ritrovano poveri ed in miseria ma appena hanno il potere del denaro in mano loro ......ti divorano con ferocia.

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