mercoledì 1 aprile 2015

Turismo e sport in Appennino: se n’è parlato a Sasso Marconi con l’ex Assessore al Turismo della Provincia di Bologna, Graziano Prantoni e il delegato CONI Rino Lolli.




Fogacci Lolli Becca Prantoni
Di Glauco Guidastri



Turismo e sport in Appennino sono stati i temi al centro del meeting conviviale organizzato alcune sere fa a Sasso Marconi, al Ristorante “L’Oasi”, dal Panathlon Club “Valle del Reno”. A confrontarsi su queste tematiche e sulle possibilità di sviluppo del territorio appenninico attraverso il turismo e lo sport, sono stati Graziano Prantoni, già Vice Presidente e Assessore al Turismo della Provincia di Bologna (nonché maratoneta per passione, al suo attivo anche tre maratone di New York), il delegato CONI per la provincia di Bologna Rino Lolli, e il giornalista sportivo Matteo Fogacci.

E’ noto come il turismo da sempre rappresenti un’importante veicolo di promozione del territorio. Lo è anche per l’Emilia-Romagna e per Bologna, e i dati lo confermano: dopo la riviera adriatica, Bologna è la piattaforma turistica più gettonata in Regione, con 1.600.000 arrivi e 3.300.000 presenze (di cui il 50% straniere) nel 2014. “Il turismo ha enormi potenzialità, da solo rappresenta oggi il 10% del Prodotto Interno Lordo italiano, ma lavorando meglio questa percentuale potrebbe tranquillamente raddoppiare”, ha sottolineato Graziano Prantoni. “A impedirlo è stata finora la mancanza di una seria politica di promozione turistica: negli ultimi anni si sta cercando di recuperare il terreno perduto, ma non è semplice perché in questo Paese mancano la cultura dell’accoglienza e soprattutto la capacità di fare rete”, ha ammonito l’ex Vice Presidente della Provincia. L’Emilia-Romagna e l’Appennino bolognese nello specifico, non fanno eccezione: “Penso a una struttura come le Terme di Porretta: come può non avere un collegamento con la più importante stazione sciistica bolognese, il Corno alle Scale, per intercettare i turisti che - neve permettendo - salgono in Appennino nel week-end? Dei circa 3 milioni di turisti che ogni anno arrivano a Bologna, quanti visitano l’Appennino? Pochissimi, e per quale motivo? Perché il ‘nostro’ territorio è penalizzato dalla mancanza di infrastrutture moderne e dall’approccio sbagliato da parte degli operatori di settore: oggi non si può pensare di poter fare promozione turistica in modo efficace senza un’offerta di servizi competitiva, senza un’adeguata qualità dell’accoglienza, senza le necessarie competenze e la conoscenza delle lingue straniere”.

Prantoni ha accennato a una possibile svolta per il rilancio delle Terme di Porretta (“c’è una trattativa in corso con un importante gruppo italiano, disposto a rilevare la proprietà soprattutto ora che la concessione delle acque è stata trasferita in via definitiva al gestore della struttura”), e ha chiuso rimarcando l’importanza di fare rete. “Il movimento turistico è in continua crescita, ci sono mercati esteri in grande espansione, penso alla Cina, all’India e all’Est europeo. Fare rete è allora indispensabile, ma attenzione non basta più farlo a livello provinciale o regionale, bisogna fare ragionamenti di più ampio respiro: solo attivando sinergie a livello nazionale, oggi il brand Italia può essere accattivante per il turista, soprattutto straniero, che spesso e volentieri non sa dove siano né l’Emilia-Romagna né tantomeno Bologna e il suo Appennino”.

Ma lo sport come si inserisce in queste dinamiche? Parlando nello specifico del nostro territorio, lo sport può contribuire al rilancio dell’Appennino bolognese, anche in chiave turistica? Lo ha chiesto il presidente del Panathlon ‘Valle del Reno’, Mario Becca, e dal conseguente dibattito, è emerso come il tema dell’impiantistica sia fondamentale per qualificare lo sport come strumento di promozione turistica. Se Sasso Marconi rappresenta per certi versi un’isola felice, disponendo di un centro sportivo di prim’ordine e una pista d’atletica che ha ospitato anche un meeting giovanile a livello internazionale, con la presenza di delegazioni spagnole e polacche (“L’atletica leggera qui è un’eccellenza - ha fatto notare Matteo Fogacci - e non è un caso: la presenza di impianti funzionali favorisce l’attività delle associazioni locali e richiama anche società provenienti da altre realtà”), diversa è la situazione che si registra a Bologna e provincia, dove - sono parole di Rino Lolli - “ci sono molti impianti datati per non dire obsoleti, che necessitano di manutenzione e adeguamenti normativi”.

La situazione del CONI non aiuta: il processo di trasformazione avviato un paio d’anni fa con la soppressione dei comitati provinciali e l’introduzione della figura dei delegati (uno per provincia), ha contribuito a rendere ancor più gravosa l’attività di gestione amministrativa e a penalizzare il rapporto con il territorio. La sensibilità delle Amministrazioni locali diventa allora una delle chiavi di volta per avviare comportamenti virtuosi in materia di gestione degli impianti ma anche in questo caso, senza un lavoro in sinergia e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, diventa difficile ottenere risultati concreti.

Lolli Becca Prantoni

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