giovedì 5 marzo 2015

Monzuno. Mostra personale di Letizia Rostagno.



L’invito di Letizia Rostagno.

Un ristorante: l’entrata al livello della strada - sicurezza e tranquillità - poi il bar di un tempo, perlinatura in stile montanaro, dove ti immagini solo pensionati e giochi a carte. Ma girato l’angolo del banco bar ti sorprende una saletta raccolta, in penombra, con un camino nell’angolo. Non molti tavoli e dunque amori in conversazioni fitte e sottovoce… Prosegui all’ultima sala, rettangolare e luminosissima: una lunga parete di finestre sulla vallata, una sospensione, una vertigine per tanto vuoto insospettato. Qui la voce diventa squillante per i variegati avventori e tavolate numerose.

L’ambiente trova eco nel percorso della mostra.

Nella prima saletta, la più intima, le opere giocano alla femminilità, è l’8 marzo, quindi penombre quando non buio. O sola luce che illumina improvvisa ma non svela il mistero.  Nella seconda sala, le opere, in faccia alla luce, in bianche cornici,  aprono finestre su paesaggi interiori a  confronto con quelli esterni…

Confidenze facili, a tavola davanti a buon vino e buon cibo. Confidenze dono agli avventori del ristorante.



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