sabato 28 marzo 2015

Il Pastore maremmano abruzzese, un guardiano millenario nella contemporaneità.




Oggi, sabato 28 marzo, alle 15, al Piccolo Paradiso a Sirano di Marzabotto  si terrà un convegno sul lupo dal titolo: “A guardia del lupo. Pastore maremmano abruzzese,
un guardiano millenario nella contemporaneità”

L’ ingresso  è libero

L’incontro è stato organizzato dal Circolo del Pastore Maremmano-Abruzzese nell'ambito del proprio raduno nazionale e così lo presenta:

La presenza e la convivenza del lupo con l’uomo rappresentano da qualche tempo un tema al centro del dibattito agricolo, ambientale e politico del territorio appenninico.  Il convegno offre un'importante occasione di approfondimento e di confronto.
All’inizio degli anni 70 in Italia il lupo era a rischio di estinzione, con un centinaio di esemplari sopravvissuti sugli Appennini. In seguito, lo spopolamento della montagna e una nuova sensibilità ambientale hanno favorito una graduale ma costante ricolonizzazione di tutta la dorsale appenninica e delle Alpi. Negli anni ‘80 il lupo viene ammesso tra le specie “particolarmente protette” e una nuova rete di parchi regionali e nazionali, spesso contigui, hanno concorso a un processo di rinaturalizzazione del paesaggio a cui si è legato il rapido e parallelo incremento del numero degli ungulati e quindi il riformarsi di un habitat particolarmente favorevole al lupo. Oggi solo in Italia sono stimati circa 1000 esemplari, un grande risultato che tuttavia porta con sé problemi per ciò che attiene la conservazione della specie e la connessa convivenza con le attività umane. In particolare, nell’ambito della convivenza la presenza del lupo, soprattutto in zone da cui mancava da oltre un secolo, ripropone la necessità della difesa delle greggi e degli animali domestici.
Negli ultimi anni, infatti, la diffusione del lupo ha prodotto non pochi problemi all’allevamento e alla pastorizia, suscitando crescenti proteste tra le popolazioni coinvolte. Alcune Regioni sono intervenute mettendo a disposizione risorse per l’indennizzo e per l’attuazione di misure di dissuasione (recinzioni, sistemi d’allarme attivati da fotocellule, cani da guardia), ma in modo discontinuo e soprattutto senza una strategia coordinata a livello nazionale. Il ripetersi di attacchi in zone da tempo abituate all’esercizio del pascolo non custodito (Emilia-Romagna e Toscana) ha generato un diffuso risentimento da parte di associazioni agricole e venatorie (per i cacciatori il lupo è un temibile competitor), culminato in taluni casi nella richiesta di ripristino della caccia al lupo, come specie nociva. Questo clima ha finito per deformare la percezione del fenomeno creando allarmismo, con il moltiplicarsi delle richieste di danni e presunti avvistamenti. Anche in Abruzzo, luogo da cui il lupo non è mai scomparso e si è raggiunta una presenza a livelli biologicamente ottimali, si susseguono casi di avvelenamento.

Per queste ragioni è importante che si adottino sollecitamente rimedi efficaci e che l’indennizzo sia subordinato alla loro adozione. L’inserimento dei cani da guardia o protezione è senz’altro lo strumento dissuasivo più efficace, come prova l’esperienza maturata nei secoli nell’Appennino centrale (Abruzzo), dove la pastorizia ha sempre svolto un ruolo importante nell'economia locale e in cui accanto al gregge non sono mai mancati i suoi guardiani bianchi. Lo evidenziano inoltre i recenti studi che la Dott.sa Silvia Dalmasso, che interverrà al convegno, ha condotto in Piemonte, regione interessata al problema dagli anni ‘90 e in cui l’immissione di cani ha prodotto una diminuzione della frequenza degli attacchi e dei capi predati superiore al 90%.
Il Cane da Pastore Maremmano Abruzzese è tra quelli che ha dato risultati migliori sul piano dell’efficacia. Con la sua attitudine a reagire in modo proporzionato al livello della minaccia può svolgere brillantemente il compito affidatogli, senza creare troppi problemi in ambiti montani sempre più frequentati da escursionisti o bikers. Infatti, contrariamente a tante dicerie su questa razza, oggi il nostro guardiano bianco si distingue per un carattere affidabile ed equilibrato, che lo rende particolarmente adatto a svolgere una missione ecologica per una possibile e auspicata convivenza tra uomo e lupo.
Il Circolo del Pastore Maremmano-Abruzzese in questi anni ha svolto un incessante lavoro di indirizzo, atto a valorizzare aspetti di tipicità e comportamento che riavvicinano il cane alle sue caratteristiche originarie di guardiano delle greggi, ponendosi come interlocutore verso tutti quegli enti, associazioni ed Istituzioni interessati a stabilire collaborazioni che abbiano come fine la tutela dei grandi carnivori, grazie ai suoi allevatori ed esperti, che hanno già gestito l’inserimento del cane guardiano in ambienti particolarmente critici.
I temi della convivenza tra uomo e lupo, il rispetto della natura e della biodiversità, la valorizzazione di un territorio montano in fase di riscoperta anche dal punto di vista turistico trovano nella collina e nella media-montagna bolognese un luogo naturale di discussione, poiché proprio qui si sono verificati nella maniera più evidente, quasi paradigmatica, tutti i fenomeni descritti, dalla scomparsa del lupo al suo ritorno, ai rapporti con allevatori di bestiame e cacciatori, fino a quelli tra escursionisti e cani. Una discussione che non riguarda, quindi, solo gli addetti ai lavori ma tutta la popolazione che vive il nostro territorio.



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