Il convegno vuole appunto approfondire l’individuazione
di una possibile via futura per i ‘selvatici’ che popolano l’Appennino e
individuare il punto di equilibrio fra la presenza dell’uomo e quello della
fauna selvatica.
Interverranno Salvatore Argentieri, sindaco di
Castel d’Aiano e assessore all’agricoltura Unione dei Comuni dell’Appennino
bolognese, Franca Marulli della Città metropolitana di Bologna, Maria
Luisa Zanni della Regione Emilia-Romagna, Sandro Nicoloso per D.R.E.AM. Italia, Aldo Zivieri della
macelleria e salumeria Zivieri di Monzuno e Romano Franchi , presidente
Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese.
Coordinerà l’incontro lo scrittore e giornalista Gabriele
Cremonini.
Si spazierà su temi che vanno dalle opportunità del
turismo faunistico alla filiera delle carni, non senza fare un punto sulla
entità della presenza della fauna selvatica in Appennino, che non conta certo
sui soli ungulati, ma su una varietà di animali che vanno dal lupo alle tante
specie di volatili.
L’incontro, che è inserito nel progetto ‘Conoscere
per competere’, realizzato con il finanziamento del Programma di Sviluppo Rurale
dell’Emilia-Romagna, è aperto al pubblico e si avvale del supporto di Bologna
Città metropolitana, dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, della
Direzione generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, di AgenTer
(Agenzia Territoriale sostenibilità alimentare agro ambientale ed energetica)
e del Fondo Europeo agricolo per lo Sviluppo rurale (Unione Europea).
E' una provocazione per gli agricoltori che vedono distrutto tutto il loro lavoro a favore di autorità vaghe ed armate, i cittadini che vogliono la tutela del selvatico, sono più numerosi dei proprietari dei fondi agricoli condannati a subire i danni e a non essere rimborsati, se il rapporto rimane così squilibrato senza che nessuno vi ponga rimedio, conviene dare fuoco a tutto ma questo forse è il reale obbiettivo delle vaghe autorità autoritarie.
RispondiEliminaSono allibito! I nostri territori collinari e montani sono soggetti ad un forte rischio idrogeologico e la causa principale di qeuesto stato di cose, riconosciuto da tutti, è l' abbandono della montagna da parte degli agricoltori. Gli ungulati, oltre a favorire questo degrado ambientale, stanno distruggendo le ultime possibilità che hanno i nostri agricoltori di ricavare un giusto reddito dal loro lavoro e li stanno facendo fuggire dalla terra. E allora cosa fanno i nostri enti pubblici? Utilizzano parte dei fondi dello sviluppo rurale per un convegno intitolato "fauna selvatica una risorsa turistica e gastronomica"..... Penso che ogni commento sia inutile, ritengo che questi politici stiano finendo di uccidere la montagna.
RispondiEliminaE' una cosa che a dire scandalosa si dice poco ; in tempi di ristrettezze economiche, quando si dovrebbero fare salti mortali per recuperare risorse da destinare alla salvaguardia del territorio collinare (vedi i guasti delle scorse nevicate) si sprecano soldi per portare avanti iniziative volte a proteggere coloro che indirettamente sono la causa principale dell'abbandono dei terreni montani e quindi del loro dissesto. Inviterei i politici presenti al convegno a voler rivedere la loro posizione per favorire invece chi abita e trae sostentamento dal lavoro agricolo in montagna svolgendo così il ruolo di custode a salvaguardia del territorio. 15/03/2015 Gilberto Cevenini
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