Da Renonews
Tanto tuonò che piovve…e piove sempre sul bagnato…
Dopo i tagli minacciati e poi concretizzati nel settore Sanità, si è passati al settore Giustizia e abbiamo visto cos’è successo al Tribunale. Ma non è bastato. Le zone di montagna costano troppo e bisogna ridurre ancora, togliere altri servizi. Ed è toccato alle Poste. La Direzione P.T. del compartimento che fa capo a Bologna ha deciso di chiudere gli uffici di Granaglione e della frazione di Borgo Capanne, quindi quelli della Querciola di Lizzano e di Bargi di Camugnano. Il motivo ? Il solito: pochi utenti e non valgono la spesa di mantenere le cose inalterate. La decisione scatterà il prossimo 13 aprile e sembra inappellabile. I sindaci più arrabbiati sono ovviamente Nanni di Granaglione, Torri di Lizzano e Del Moro di Camugnano. A Porretta non cambia nulla, ma il sindaco Nesti ha dato la sua solidarietà ai colleghi. Tutti e quattro si sono riuniti in Consiglio lo scorso giovedì ed alla fine dell’incontro è uscito un documento che pubblichiamo:
“POSTE ITALIANE : PIANO DI CHIUSURA DEGLI UFFICI POSTALI
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE ALTO RENO
Premesso che, come appreso dalla stampa e dalla comunicazione pervenuta ai Sindaci, Poste Italiane s.p.a., con la motivazione della necessità di adeguare l’offerta all’effettiva domanda dei servizi postali nei territori comunali, nel rispetto del Decreto Ministeriale 07/10/2008 recante “Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica “, in ottemperanza all’art.2 comma 6 del vigente Contratto di Programma 2009-2011, ai sensi dell’art. 5 della Delibera AGCOM 342/14/CONS del 26/10/ 2014, procederà, con decorrenza 13/04/2015, alla chiusura di uffici postali presenti nel territorio Provinciale;Preso atto che il Piano elaborato da Poste Italiane colpisce in modo particolare il territorio montano già depauperato negli ultimi decenni dalla drastica riduzione di posti di lavoro e depotenziato negli ultimi anni dei servizi primari;
Considerato che i Comuni dell’Alto Reno hanno già subito il ridimensionamento degli uffici postali avvenuto con la riorganizzazione iniziata alcuni anni fa, evento che ha comportato disagi nella popolazione residente in prevalenza anziana;
Rilevato che i Comuni dell’ Unione Dell’ Alto Reno sono interessati dall’intervento deciso da Poste Italiane, senza alcun previo confronto con le Amministrazioni Comunali, della chiusura degli uffici postali, quali: l’ufficio presente a Bargi nel Comune di Camugnano, a Querciola nel Comune di Lizzano in Belvedere, a Granaglione capoluogo e a Borgo Capanne frazione di Granaglione; uffici postali situati nelle zone più periferiche del territorio gia’ carenti di servizi e di collegamenti dove la chiusura degli stessi comporterebbe problemi logistici alla popolazione residente prevalentemente anziana la quale verrebbe così privata di un servizio pubblico che se pur ridimensionato e’ ancora presente;
Ritenuto di opporsi con fermezza ad ogni ipotesi di programmazione che prevede la chiusura degli uffici postali presenti nelle località sopra menzionate dove tali uffici esercitano una funzione fondamentale di presidio a carattere socio-economico e rappresentano per gli abitanti la loro appartenenza territoriale;
Invita Poste Italiane a sospendere l’attuazione del Piano di chiusura degli uffici postali, a concordare con la Giunta dell’Unione dell’Alto Reno un incontro per affrontare le problematiche dalle quali sono scaturite decisioni cosi drastiche e trovare una soluzione che non penalizzi la popolazione delle zone più deboli dei territori montani;
Chiede all’Assessore Regionale per le politiche della montagna Dott.ssa Paola Gazzolo, al Vice-Sindaco della Città Metropolitana di Bologna Dott. Daniele Manca, ai parlamentari e ai consiglieri regionali eletti nel Collegio della Montagna bolognese, ad ANCI, ad UNCEM e ai Sindacati SLC-CGIL SLP-CISL UIL-Poste di Bologna, di intervenire e di attivarsi in sinergia, unitamente ai Sindaci dei Comuni interessati, con iniziative finalizzate a scongiurare la chiusura degli uffici postali nelle zone più deboli dei territori montani dove l’impatto sulla vita delle persone che già vivono in condizioni di fragilità e con difficoltà logistiche sarebbe davvero rilevante.”
mi sembra di capire e lo si nota anche nei comunicati diretti dalla tv che le periferie stanno godendo di una cultura politica avversa. Si è fatto tanto per portare i servizi anche in quelle località distanti dalle metropoli ed ora si tolgono servizi e fra un po sarà ridimensionata ad ore la luce l' acqua ed il telefono. Titorno al passato... e fu così che la periferia montana fu abbandonata a se stessa.
RispondiEliminaEvidentemente quando sono stati portati i servizi in quelle località, la popolazione era più numerosa e c'era un ritorno di utile. Ora se sono rimasti tre gatti, le spese superano le entrate.
RispondiEliminaallora se ci mettiamo ad eliminare tutti i servizi che hanno le spese superiori alle entrate siamo a posto...
RispondiEliminala gente in particolare i giovani abbandonano le loro residenze monmtane per chè ormai queste non offrono più niente. La politica ha fatto di tutto per arrivare a questo.... la germania lo ha obbligato.
RispondiEliminaVorrei vedere quelli contrari alle chiusure se manterrebbero aperta una PROPRIA attività che è costantemente in perdita.......
RispondiEliminail mondo del libero mercato è inabitabile per gli esseri umani.
RispondiEliminachi afferma che le leggi dell'economia sono belle e sacrosante e inevitabili va fermato a tutti i costi.
mettere l'uomo al centro del mondo,non le lobby economiche..